INTRO
Buongiorno alla mia "sporca dozzina" o poco più. Grazie per avermi dato la vostra disponibilità a fare da beta-tester per questo numero 0, anzi #00 della newsletter "Mostly, I Wrte ~ Beta".
Non ho ancora deciso assolutamente niente, se non che vorrei farla. E che deve prendermi poco tempo, possibilmente zero. Sarebbe bello che fosse automatica. Finirò invece a passarci le nottate sopra, già me lo sento.
ISTRUZIONI PER I BETA-TESTER
Allora, non c'è in realtà niente di particolare da dirvi. Grazie per aver accettato di partecipare, certo. E poi: non si vince niente. Volevo provare a scrivere la newsletter ma, senza un pubblico non mi riesce, da qui l'appello sul canale.
Già così mi basta e avanza. La cosa in più che mi servirebbe, se ne avete voglia, è un feedback via Telegram. Vi è piaciuta? Ci sono problemi? Errori/sviste/cazzate? Tenete conto che la struttura me la sto inventando man mano che scrivo e quindi ancora non ci siamo. Però qualcosa si comincia a vedere, penso.
Nella creazione di questa newsletter ho un debito con alcune di quelle che leggo (e ne leggo molte). In particolare, con la stupenda Guerre di Rete di Carola Frediani, che tratta di "notizie cyber" (in realtà prevalentemente di cybersicurezza) e che vi consiglio, perché a me piace molto. Sia la scelta di TinyLetter che lo stile strutturale di quel che avete in inbox adesso devono molto al suo esempio. Grazie Carola. (Beh, per la scelta di TinyLetter ha influito anche questo articolo)
Altre cose da dire? Ah, ecco: nel momento in cui scrivo queste due righe (le ultime del numero zero) non mi sono ancora iscritto a TinyLetter. Speriamo sia davvero così buono e semplice come dicono tutti...
Adesso però andiamo a cominciare.
Oggi si parla di:
- Intro
- Istruzioni per i beta-tester
- Buon compleanno Steve
- Fotografare con il telefonino
- Cutting room floor
BUON COMPLEANNO STEVE
Chissà cosa avrebbe detto, chissà cosa avrebbe fatto, chissà come andrebbe oggi, se ci fosse ancora lui. Mi sto riferendo a Steve Jobs, l'uomo più evocato dai media dalla sua scomparsa il 5 ottobre 2011. Ebbene, a quanto pare non l'ha ricordato nessuno o quasi, ma oggi (24 febbraio) era il sessantaquattresimo dalla nascita di Steven Paul Jobs.
C'è una eccezione: Tim Cook, l'uomo che è succeduto al cofondatore di Apple alla guida dell'azienda e che a quanto pare è genuinamente affezionato al suo ex capo (o ha un gruppo di addetti ai social media particolarmente sensibili), ha pubblicato su Twitter un breve video che lo ricorda:
Steve’s vision is reflected all around us at Apple Park. He would have loved it here, in this place he dreamed up — the home and inspiration for Apple’s future innovations. We miss him today on his 64th birthday, and every day.
Kudos to Tim. Cnet aggiunge un po' di informazioni generiche, per l'occasione. Io no.
FOTOGRAFARE CON IL TELEFONINO
Qualche giorno fa ho pubblicato un articolo sul Post che era in realtà rimasto mesi fermo in un documento di testo che galleggiava dentro iA Writer, uno dei due software che uso per scrivere (l'altro è Scrivener). L'articolo è rimasto fermo perché il tema è sfuggente ed estremamente soggettivo. Come accade sempre quando ci stiamo massificando. Mi spiego meglio, e perdonatemi se sono considerazioni banali. Mi sono appassionato in tarda età alla fotografia, sostanzialmente per ragioni personali (figli). Mi piace disegnare, non dipingere, e da un certo punto di vista trovo che la fotografia sia una scorciatoia per questa tensione creativa. Si fa prima a cercare una bella inquadratura che non a fermarsi a disegnare una scena che colpisce. Senza contare l'aspetto - per me rilevante - della fotografia di passanti, persone qualunque, conoscenti, amici, persone amate: quelli con il lapis e la gomma ci vuole un po' troppo per fermarli su carta.
Tutto bello fino a che per me la fotografia non è diventata una pratica autonoma. Prima era semplicemente un modo per prendere appunti sul mondo, poi è diventata una passione e, come sempre faccio in questi casi, sono andato indietro e di lato per cercare di capire meglio. Ho comprato macchine analogiche, diversi formati di film, ho cercato di imparare a scattare con la pellicola esponendo a occhio, tutto per vedere come funziona e per cercare di cambiare la mia prospettiva. E alla fine sono, pian piano, tornato alla fotografia digitale. Ma con calma e meno foga di prima.
E poi i telefonini hanno cominciato a fare fotografie più che decenti. Tanto che a un certo punto mi sono chiesto: se sono queste le macchine fotografiche di cui abbiamo bisogno, perché comprare apparecchi dedicati e costosi?
La risposta questa volta non è "dipende". La risposta proprio non c'è. Però qualche indizio si trova: la fotografia, come molte altre cose, si va sempre più semplificando. Perché più diventa facile scattare una foto "bella", più la gente compra macchine fotografiche o, nell'attuale momento storico, telefonini con schermi e fotocamere premium. La foto "bella" è quella esposta bene, ma anche quella condivisibile subito sui social, o quella spettacolare perché punge le pupille dallo scherno super-figo del telefono-padellone del momento. Non è per niente necessariamente una "foto buona", però.
Ecco, i telefonini di oggi fanno un sacco di foto belle e nel farle promettono a chi le scatta di massimizzare il suo talento e la sua creatività. Solo che c'è un limite alle persone creative (non siamo tutti creativi, checché se ne dica). E quel limite lo stiamo superando. L'ultimo confine da superare è quello dell'inquadratura automatica, che non tutti sono bravi a farla a occhio. Ma prima o poi i produttori di fotocamere ce la faranno ad astrarre anche quella dai nostri compiti e non dovremo più neanche essere bravi a trovare la prospettiva giusta. Già oggi avere cinque o sei obiettivi sul retro del telefonino qualche dubbio sul futuro delle inquadrature me lo fa venire.
Quindi? Boh, non ho altre risposte. Ve l'ho detto che erano considerazioni banali. Il mondo è una cosa complicata e alle volte risposte semplici non ce ne sono. O addirittura non c'è nessuna risposta.
CUTTING ROOM FLOOR
In questa sezione finale ci finiscono le cose che ho letto o che ho scritto dalla precedente newsletter e che trovo interessanti ma non abbastanza da dedicargli uno spazio tutto loro. Visto che è il numero zero, praticamente posso partire dalla fine degli anni Sessanta... ma mi trattengo.
Però, se proprio volete leggere qualcosa, visto che parliamo di newsletter c'è questo articolo che mi ha dato l'ultima spinta: siamo tornati in pieno boom newsletter. Da consumatore ho deciso di provare a fare il salto e diventare anche produttore. Nonostante il canale Telegram sia già un bell'impegno.
La cosa che invece mi ha colpito di più - e non in senso positivo - è questo rapporto di Goldman Sachs che serve solo a incitare il grillino dentro ciascuno di noi: curare i pazienti non è un modello di business sostenibile per le case farmaceutiche, molto meglio i malati cronici. Mah.
Una delizia: quando Apple non rinnova in modo sostanziale l'iPhone, i telefoni Android danno il peggio. Perché non c'è niente da copiare...
Tra le cose che ho scritto io, invece, c'è questa notizia che trovo deliziosa: le blockchain non sono a prova di hacker, e poi la recensione che ho scritto per Fumettologica di Alita (davvero bello) e di The Lego Movie 2 (anche lui bello). La recensione di Dragon Trainer 3 (ancora) non c'è, e quindi non ho link, ma posso anticipare che mi è piaciuto meno, soprattutto per l'animazione. Ha di buono che è finito. Come questa newsletter.
END
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Avete ricevuto questa email in non so quanti, perché TinyLetter non ha un contatore automatico da aggiungere in fondo. Pazienza, ce ne faremo una ragione.