April 05, 2020

[Mostly Weekly #57] Lock-me-down-or-not?

Mostly Weekly #57

La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)

A cura di Antonio Dini
Numero 57 ~ 5 aprile 2020 




"Always in motion is the future" – Yoda 



In questo numero:
Head
Body
Vim Corner
Tsundoku Regular
Tsundoku Live
Tsundoku Poetry Room




Piove sui giusti e sugli iniqui. E cosa c'entriamo noi nel mezzo? - Foto © Antonio Dini



HEAD
Mi sono detto: questa settimana voglio che Mostly Weekly parli di altro, non del coronavirus. Siamo bombardati tutti i santi giorni, e molte delle informazioni che riceviamo sono pessime, oltretutto. Ma è tutt'altro che facile. Allora mi sono detto: piuttosto riduco al minimo, perché di informazioni ce ne sono fin troppe (e, ripeto, molte sono di pessima qualità). Ma in realtà alcune cose che ho visto e letto questa settimana vale la pena rimetterle in fila qui. A partire da Bruce Schneier, lo vedete sotto, che spiega in dettaglio perché Zoom non va bene (Piuttosto provate Jitsi: e se lo volete privato, visto che è open source, compratevi un Raspberry Pi, attaccatelo al router di casa, installate il server Jitsi e avete il vostro servizio personale di videoconferenza per voi e i vostri amici).

Ho ascoltato moltissime persone e, tra queste, Bill Gates ha detto una cosa molto semplice: "Se un Paese fa un buon lavoro con il lockdown, in sei-dieci settimane riapre". In Italia siamo alla fine della quarta e già non ci stiamo più dentro. 

Una delle ragioni è, a mio avviso, che veniamo trattati come bambini: blanditi e spaventati. Gli scenari vengono presentati "un pezzetto alla volta" per non generare il panico, le punizioni epocali minacciate "per gestire i cittadini" e in generale si dicono cose non vere, se ne tacciono altre, si mescolano i numeri, si blandisce e si spaventa; senza contare che è probabile che ci sia anche chi si sta intascando soldi e gestendo posti in maniera penalmente rilevante, ma questo ci vorrà tempo per vederlo. 

Invece, non dire la verità è, a mio avviso, un grande errore della politica di oggi, perché soprattutto durante le crisi bisogna considerare gli adulti come tali, e non gestirli come fossero bambini spaventati o anziani non più lucidi. Altrimenti la politica non fa più sintesi efficaci e il suo posto viene preso dalla tecnica: arrivano i governi tecnici fatti da medici ed economisti. Il rischio simmetrico alle dittature sono le tecnocrazie.

BODY
Alone in the Dark
La solitudine è una brutta bestia, si dice di solito. Ma, come tutte le emozioni, ha un senso e uno scopo. È un segnale biologico che avverte che è arrivato il momento di cercare altri esseri umani. Adesso i segnali di solitudine nella mente di molte persone stanno aumentando di volume, radicalmente. E ci sono poche possibilità per alleviarli, apparentemente. Consiglio di ricevere le chiamate degli altri che si trovano in isolamento e avere un po' di pazienza. 

Carta e bidet
Gli americani non hanno i bidet e questo rende il consumo di carta igienica a casa un problema. Perché c'è scarsità, anche da noi. E non dipende da gente impazzita che si riempie la casa di pacchi di carta igienica. Dipende invece dal fatto che passiamo tutto il tempo a casa e quindi usiamo di più il bagno. E se poi non c'è il bidet o l'abitudine a usarlo, di carta ne serve parecchia di più. Il mercato dei produttori che serve il settore consumer è saturo, mentre quello (più grande) che serve il mercato B2B è in crisi, perché non ha clienti. Una soluzione? Comprare i rotoloni nuovi dai ristoranti che non li stanno usando.

Come finirà la pandemia?
Un articolone dell'Atlantic, scritto subito prima che l'America venisse travolta innamzitutto dalla sua presidenza inane e poi dal coronavirus. Un articolo che fotografa il tuffatore in quel momento breve e magico in cui è sospeso: si è staccato dal trampolino ma non è ancora entrato nell'acqua. Quel momento in cui non è ancora successo niente e in cui alcuni si chiedono: come finirà, come se ne uscirà? Secondo l'Atlantic questa pandemia, che ha stravolto il pianeta in un modo che il mondo moderno non aveva mai conosciuto, era stata prevista da anni e si sapeva che, quando sarebbe arrivata, avrebbe messo sotto pressione (per usare un eufemismo) anche i sistemi sanitari dei Paesi più sviluppati e meglio equipaggiati. Anche quando la pandemia sarà finita, ci saranno molte cose che rimarranno in sospeso e saranno da prendere in considerazione e risolvere. Disoccupazione, problemi psicologici e mentali derivanti dalla mancanza di contatto umano e dallo stress di queste settimane, superare le reazioni di tipo razzista e sovranista che il virus sta provocando, e molte altre. Dopo l'11 settembre c'è stata una attenzione costante al terrorismo e quindi alla sicurezza. Dopo il Covid-19 ci sarà una attenzione alla salute pubblica che renderà ad esempio molto più popolare lavarsi le mani, e questo semplice gesto porterà a un miglioramento della qualità della vita per milioni di persone (oltre che a problemi dermatologici enormi, ma questo è un altro discorso). 

Il mondo dopo il coronavirus
Quell'ottimista nato di Yuval Noah Harari, che è diventato una specie di rockstar della storia dell'homo sapiens e dintorni, pennella come sarà il mondo dopo il coronavirus. Vale la pena non soltanto per quel che dice - l'articolo è di qualche giorno fa e nel frattempo è stato superato a destra e a sinistra - ma anche perché dà la misura di quanto sia stata rapida la presa di coscienza non soltanto dell'emergenza che stiamo vivendo, ma delle conseguenze che porterà. In un ipotetico libro sul futuro della razza umana, si potrebbe testimoniare che in effetti ci preoccupammo fin da subito per il dopo. E Harari lo fa osservando che stiamo affrontando la crisi che definisce la nostra generazione, e che le decisioni che vengono prese adesso avranno un impatto per moltissimi anni a venire. A differenza di 50 anni fa, adesso si può tracciare il movimento dell'intera popolazione e la prima conseguenza sarà probabilmente – dice Harari – proprio questa: i governi renderanno procedura standard il tracciamento da parte delle pubbliche autorità. Perché teoricamente potrebbero tracciare la temperatura, la pressione sanguigna attraverso gli smartphone e usare i dati aggregati per fare nuove strategie di contenimento. Se questo sarebbe utile durante la pandemia, dice Harari, probabilmente continuerà anche dopo. Peccato che lavarsi le mani sia, oltre che più rispettoso della privacy, anche più efficace. La misura più efficace di tutti, dice infine Harari, sarebbe quella di creare una strategia globale basata sulla cooperazione di tutti i Paesi al mondo. Questa è l'unica cosa che potrebbe impedire alla prossima pandemia di diffondersi.

Vim Corner
Zoom no more
Bruce Schneier fa una ampia e chiara analisi di cosa non va con Zoom: praticamente tutto

Sfondi gratuiti per Zoom
Nel caso che, ok ma tanto non ci sono alternative, ecco come rendere più intrigante la vostra presenza virtuale su Zoom: da questo articolo ci sono spiegazioni per scaricare sfondi che rendano più rilassante o più furbo il vostro ambiente di lavoro. Incluso il modo per fare dei loop con voi seduti che vi permettano poi di alzarvi e andare via mentre il resto del mondo vi vede pensosi davanti alla webcam. Però forse è meglio smettere di usare Zoom, no? 

Tesla Model Y teardown
Prima del coronavirus la Tesla ha iniziato le consegne della nuova Model Y, che usa lo stesso telaio della Model 3 ma in una versione rialzata sostanzialmente da SUV elettrico. I passi in avanti nella realizzazione della parte meccanica e telaistica pare siano notevoli. Lo sostiene nel video contenuto in questo articoloun esperto di teardown (lo smontaggio completo e che in pratica non prevede la possibilità di rimettere assieme la macchina) di uno dei primi esemplari di Model Y. Pare che lo stesso Elon Musk apprezzi molto il lavoro di qualità di Sandy Munro e che alcune delle migliorie della Model Y vengano pari pari dal precedente teardown della Model 3 fatto sempre da Munro. 

Darling (GitHub Repo)
Darling è un virtualizzatore in ambiente runtime per applicazioni macOS. Può essere usato su molte distribuzioni Linux basate su x86 a 64 bit. Ha un ambiente Darwin completo e cerca di integrare l'esperienza delle app nel desktop di Linux in maniera completa per farle sembrare e comprarsi come app native per Linux. 
 

 

Grounded – Foto © Antonio Dini




TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo

Io sono l'altra di Cathleen Schine è un libro uscito quest'anno e secondo me merita un premio per la copertina più inquietante degli ultimi vent'anni. La storia di due gemelle dai capelli rossi fiammanti che forse era meglio se non leggevate (io non l'ho mica letto: si chiama Tsundoku non a caso, questa sezione).

Nel guscio di Ian McEwan è un libro particolare anche per il famoso autore britannico. La narrazione di un thriller nella prospettiva di un feto, recluso a testa in giù nel ventre materno, che ascolta e intuisce, mentre si nutre di quello di cui si sta nutrendo la madre. Non c'è bisogno di essere uno psicanalista per capire che è il libro perfetto se siete chiusi nella vostra testa mentre attorno a voi la vostra casa e tutto il resto del mondo sono impazziti.

Fuggire da sé. Una tentazione contemporanea di David Le Breton è un viaggio complesso, sospeso tra dipendenze e follia, tra solitudine e tristezza, patologia e grandezza. Un viaggio alla scoperta dei motivi che ci portano ad isolare, male della modernità perché, sino a duecento anni fa, non esisteva nessuno che vivesse da solo a parte gli eremiti. Fa pensare che nella nostra società contemporanea qualcosa non vada.

La fine del mondo: contributo all'analisi delle Apocalissi culturali di Ernesto De Martino è un libro ambizioso, che non venne finito ma che è passato attraverso due riscritture da parte degli eredi accademici e spirituali del grande antropologo italiano trapiantato a Parigi. Questa versione, la più sensata, è tradotta dal francese e rimane un saggio straordinario su come i popoli concepiscano la loro fine, dall'Apocalisse alla fine dell'universo per i Maya. Consolatorio. 


TSUNDOKU LIVE
Giusto quel paio di vecchi classici che vale la pena ascoltare ancora

Billy Gibbons - Live at Daryl's House con Daryl Hall e Billy Gibson è uno degli episodi di una serie YouTube creata da Daryl Hall (quello di Hall & Oates, il cui Live at Apollo è uno dei dischi che ho sentito di più da ragazzino) e registrata nel fienile della sua casa di campagna. Uno spettacolo. L'ospite questa volta è il chitarrista del trio ZZ Top. Tanta roba. 

Live In Concert BBC 1973 con Bill Withers. A diciassette anni si è arruolato in Marina come meccanico (installava i gabinetti sugli aerei da trasporto). Nove anni dopo, è andato a vivere a Los Angeles, lavorando in una fabbrica di componenti per aerei. Ha comprato una chitarra in un banco dei pegni e ha registrato un paio di demo, sperando di iniziare una carriera come musicista. Ci è riuscito e soprattutto negli anni Settanta è stato un dei più grandi artisti R&B e soul al mondo. È stato detto di lui: “Bill Withers is the closest thing black people have to a Bruce Springsteen.”. È morto questa settimana a 81 anni. La sua "Lean on me" è indimenticabile, soprattutto adesso. Qui su Spotify un altro live alla Carnegie Halls. 


TSUNDOKU POETRY ROOM
La stanza della poesia di Mostly Weekly

Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters è una raccolta di poesie del 1915 che tutti abbiamo incontrato a scuola ma che poi chissà chi ha letto. Meglio del Decamerone, in questo periodo, direi che si fa leggere. In questa edizione della Einaudi c'è una intervista di Fernanda Pivano che la tradusse nel 1943, all'epoca della prima edizione. L'antologia di Masters da noi venne scoperta da Cesare Pavese. 


I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.


::END::


Ti è piaciuta? Inoltrala a chi potrebbe essere interessato.
Se l'hai ricevuta, qui puoi iscriverti
Se vuoi cancellarti (subito, rapidamente e per sempre) il collegamento invece è più sotto.
Qui invece c'è l'archivio dei numeri passati
Buona domenica!