October 11, 2020

[Mostly Weekly #84] The non short issue

Mostly Weekly #84

"‌The non short issue"


La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)
Mostly Weekly è gratuita per tutti, tuttavia se volete contribuire al suo futuro anche con poche centinaia di centesimi, potete farlo grazie a Liberapay


A cura di Antonio Dini
Numero 84 ~ 11 ottobre 2020 



"If you’re not careful, the newspapers will have you hating the people who are being oppressed, and loving the people who are doing the oppressing" – Malcolm X 

 

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Ogni tanto bisogna ricordarsi che i cattivi dei fumetti siamo anche noi. È la natura umana: angeli e demoni. Alcuni più angeli, altri più demoni, ma nessuno è una cosa sola: negarlo vuol dire ingannare noi stessi. Quello che si può fare è accettare il cambiamento, accoglierlo e cavalcarlo. Questo numero di Mostly Weekly comincia un percorso di trasformazione ancora più marcato: l'obiettivo è arrivare entro la fine dell'anno a essere qualcosa di diverso. Sia la newsletter che il canale che il sito web ("Un sito web? Davvero?". Yep. "Lo posso vedere?" Nope.). Ed è un numero non breve, anche rispetto alla media: con Gmail quando arrivate in fondo ci sarà da cliccare

Intanto, buona lettura.

 

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APERTURA

Morte ai padroni? Ancora? Davvero?
Una volta, inneggiando alla rivoluzione, si urlava così: "morte ai padroni". Non siamo parlando di questo: non ci sono operai che marciano, contadini con i forconi, studenti con le molotov. Invece, parliamo del problema Bill Gates. E non parliamo neanche del problema da teoria del complotto (quello che dice: "Bill Gates è il padrone del mondo ed è un alieno"). Invece, in questa critique viene avanzata una teoria interessante: l'idea stessa del miliardario è immorale, e l'unico miliardario "buono" è quello che distrugge il sistema che l'ha creato. Questo per dire che, per quanta beneficienza facciano, non possono esistere "miliardari buoni". La trovo una tesi intrigante, soprattutto pensando al bene che la Fondazione Melinda e Bill Gates sta facendo e a quanto tutti ci crogioliamo nell'eticità superiore del super-ricco. L'autore del testo non è d'accordo e il suo rifiuto di adattarsi l'articola così: «The only way billionaires can help us is to invest in unmaking the system that created them. There is no way to be a moral billionaire. The existence of that fortune is built on a form of systemic exploitation that precludes redistribution. There cannot be both billionaires and the means of billionaires fixing the world out of the goodness of their hearts, because the only way to maintain billionaires is to maintain a system of dragging money toward billionaires.»

La super-ricchezza e la Modern Monetary Theory
Andiamo avanti con un altro approccio all'eticità del multimiliardario. Proviamo a fare un ragionamento sul debito. Anzi, un esperimento mentale. Dal momento che i governi di tutto il mondo stanno indebitandosi per pagare la ripresa dalla crisi introdotta dal coronavirus, quello di cui si sta realmente discutendo nei circoli della politica e della finanza mondiale è "chi pagherà per tutto questo?". La Modern Monetary Theory (MMT, da noi si chiama anche neo-cartalismo) sostiene che i governi possono creare quanta moneta vogliono, non c'è problema di gestione del bilancio. In questo saggio il ragionamento è complesso: una delle ragioni per cui riteniamo che i Paesi debbano gestire la propria moneta come fanno gli individui e le famiglie è che "i governi hanno mantenuto in maniera artificiale la scarsità della moneta in maniera tale da poter assicurare l'esistenza di lavoro a basso costo per le aziende private (...) Il capitalismo è un sistema che cerca di sabotare l'abbondanza pubblica per generare la ricchezza privata". Va aggiunto il rovescio della medaglia, cioè che, nei sistemi capitalistici, la possibilità di diventare ricchi è uno stimolo per gli individui ad accese competizioni che generano un tasso di innovazione maggiore degli altri sistemi economico-politici, oltre alle profonde disuguaglianze sociali e all'alienazione di chi lavora. È lo "spirito animale" di cui parlava Gekko, il personaggio interpretato da Michael Douglas in Wall Street una vita fa. L'esperimento mentale: proviamo a riflettere su tutto questo come se fosse qualcosa scritto in un libro di storia, che non ci riguarda direttamente. Cosa ne penseremmo? 

La mossa di Coinbase
Nel momento in cui stiamo tutti dicendo che la politica esiste ed è importante, nel momento in cui viene capito che gli algoritmi non sono neutri ma si portano dentro i pregiudizi e le scelte morali oltre che pratiche di chi li crea, salta fuori il ceo di Coinbase che dice: la nostra azienda scoraggia qualsiasi discussione e forma di partecipazione politica all'interno dell'azienda. Chi non ci sta, se ne può andare con sei mesi di stipendio. Ora, a parte che una cosa del genere da noi non sarebbe (per adesso, almeno) possibile neanche da un punto di vista legale, è chiaro che qui lavorano forme di pensiero che vanno guardate e capite: l'apatia politica non è una posizione neutrale; invece è quasi per definizione una posizione estremamente conservativa. Quando ci sono forze in competizione, una che tira in una direzione e l'altra che ti costringe a restare dove sei, dire che non ti muovi vuol dire scegliere da che parte stare, e non essere neutrali. 


 

Preparatevi perché, oltre che non breve, questo numero di Mostly Weekly è anche sul tecnologico andante – Foto © Antonio Dini


Importantologica

La guerra degli editor
Qualche giorno fa ho letto questo articolo che trovo molto interessante. Lo parafraso in parte, lo espando e lo commento qui, anche per prendere degli appunti per me. Intanto, di cosa parliamo esattamente? In teoria delle guerre tra editor di codice, che è un argomento relativamente di nicchia ma dalla portata insospettabile: gli editor sono gli strumenti di base per decine di milioni di sviluppatori di qualsiasi cosa (vista la pervasività dell'informatica, non si scappa!) e condizionano l'approccio cognitivo, assieme alla scelta dei vari linguaggi. E, visto che molti editor sono costruiti per dare più spazio a determinati linguaggi e librerie, condizionano anche le scelte tecnologiche profonde degli sviluppatori. In realtà, però, parliamo anche della capacità di innovare delle varie categorie del software: quando sono maturi, quando sono acerbi, quanta competizione ci può essere. Lo trovo un altro piano di ragionamento affascinante. Ma andiamo con ordine.

Facciamo il punto. Da un lato ci sono software che girano da una vita: Excel e Illustrator sono del 1987, per dire. Dall'altro, ci sono software che cambiano rapidamente e molto spesso. Il nostro amico ci ricorda che il settore dei text editor viene dominato da una particolare tecnologia a cicli molto più ravvicinati di altri mondi: dopo l'alba di Vim ed Emacs, negli ultimi venti anni abbiamo avuto TextMate, Sublime Text e Atom. Adesso – questa è la tesi – siamo entrati nell'era di Visual Studio Code (VS Code), che è anche un modo perfetto per capire la trasformazione di quel fantastico vampiro mutaforma che è Microsoft. 

VS Code è diventato più popolare di qualsiasi altro editor di testo, è un vero e proprio ambiente integrati di sviluppo (grazie ai plugin), è stato capace di trascendere il suo stesso paradigma (diventando una web app) ed è gestito da Microsoft, cioè ha dietro una spinta molto aggressiva. Ha la comodità di una Ide (ad esempio, intellisense, autocomplete, goto definition) ma non è customizzabile con un file di init (come .vimrc per intenderci), però è estendibile scrivendo pezzetti di funzionalità. È un editor ma incorpora anche altre cose, cioè è una Ide di moderna impostazione.

La partita nel tempo è stata fra Sublime Text, Atom, Vim e quel che resta di Emacs. Il resto sono nicchie (incluso l'ultimo arrivato Nova e l'amato BBEdit che in un modo o nell'altro circola dal 1986 circa). Invece, strumenti come gli editor di testo moderni stanno segnando un cambiamento di paradigma enorme rispetto all'approccio tradizionale delle Ide, come Xcode di Apple. E questo è molto importante se non fondamentale, perché gli Integrated development environment sono una forma di potere e di controllo per chi li gestisce. Apple ha un approccio monolitico con Xcode che viene criticato da anni da una parte degli sviluppatori – tuttavia Xcode fa parte integrante del controllo che esercita sulla sua piattaforma – mentre altri come Microsoft e Amazon o Google, e prima ancora Ibm, hanno preso altre strade per vincere questa battaglia.

Il concetto più profondo, però, ha a che fare con l'innovazione. Gli editor di testo sono importantissimi, relativamente facili da usare (paragonandoli ad esempio a Illustrator e Photoshop, che richiedono un manuale di istruzioni) e relativamente facili da creare (gestiscono file di testo semplice, che sono gli atomi primigeni di cui è fatto il software). Il settore degli editor di testo per il codice è dunque particolare anche perché questi sono strumenti che vengono rigenerati con un tasso di innovazione molto più rapido. Arriviamo all'idea di quello che viene chiamata "non rimpiazzabilità". L'ultimo arrivato, cioè VS Code, è rimpiazzabile? Pare di no. Così come git (qui c'è anche un ragionamento su Fossil che è straordinario e apre così tanti scenari e ipotesi in moltissimi altri campi, ad esempio su quali siano le tecnologie vincenti e perché lo siano, che non basterebbe una settimana, altro che una newsletter, per parlarne). 

Il livello di innovazione è relativamente importante. La cosa importante sono le meccaniche, l'adozione, la spinta strategica, i contesti, il gioco delle interazioni del sistema di riferimento, in questo caso lo sviluppo del software. Il controllo della maggioranza del "mindshare", la capacità di creare un quadro di funzionamento così forte e coeso che non si riesce a uscirne: altri modi non sono pensabili. Quando una piattaforma prende il via e decolla, crea un divario rispetto alla concorrenza che è difficilmente superabile dagli sfidanti se non creando paradigmi nuovi. Questo è VS Code oggi, ad esempio. 

Perlomeno, questa è la lettura più semplice, perché in realtà come insegna Samsung, che ha fatto "dell'arte dell'omaggio" la sua arma segreta per restare in pista contro Apple nel settore degli smartphone, il concorrente ti acchiappa clonando il tuo lavoro e aspettando un tuo sbaglio. Eclipse, che prima usava una sua Ide per lo sviluppo del codice in Java (quando Java era la fine del mondo e dopo non ci sarebbe stato altro), ha fatto un passaggio notevole creando Theia, che è un animale completamente diverso basato però su VS Code. Se potessimo avere un nichelino per ogni volta che l'inferno si è congelato, a questo punto saremmo tutti ricconi al Polo nord. 

Invece, GitHub ci ha regalato due dei grandi mali del nostro tempo e lo ha fatto con un solo pacchetto: Atom. Da un lato, un editor di testo che funziona (male) come una pagina di testo piena di plugin in Javascript. Dall'altro, un editor di testo fatto con Electron, cioè un framework creato sempre da GitHub (e che all'inizio si chiamava Atom Shell), che permette di creare applicazioni GUI che girano su sistemi diversi sfruttando il motore di rendering di Chromium con il runtime di Node.js. In pratica, usano malamente un browser per fare da wrapper a badilate più o meno strutturate di codice. Uccidendo tutte le regole e convenzioni di interfaccia, creando ambienti autocontenuti e autoreferenziali che sono la "windowsizzazione" di tutto il creato digitale. Electron (il male) è anche il motore dietro GitHub Desktop, Light Table (Ide per Clojure, Javascript e Python), WordPress Desktop e ovviamente lo stesso VS Code. Solo che VS Code almeno lo hanno fatto bene. 

L'articolo da cui parte tutto questo ragionamento si conclude con delle considerazioni su cosa deve fare il programmatore: dato che "imparare" un editor o una Ide è un investimento di tempo e di energia non indifferente, capire quale sia il paradigma dominante e quanto a lungo resterà tale ha una ricaduta concreta sull'effettiva praticità della scelta: VS Code può insomma valerne la pena, se rimane il paradigma del "text editor as a platform" nato con TextMate nel 2004. VS Code rompe un'idea, e cioè che un nuovo text editor sulla carta valido emerga e tramonti ogni pochi anni, e che quindi per un vecchio programmatore imparare un altro editor dopo Vim o Emacs abbia poco senso. VS Code sembrerebbe essere arrivato per restare, insomma, e imparare a usarlo potrebbe essere un investimento che si ripaga nel corso di una carriera. 

Parlando di paradigmi, nel futuro di questo segmento dell'innovazione c'è un interessante punto di flessione. Quando questo sviluppo si intersecherà con un altro segmento, cioè l'iPad e la sua potenzialità di rivoluzionare interi settori. Se l'iPad (Pro) esploderà veramente lo farà perché diventerà anche una piattaforma per lo sviluppo del codice soprattutto orientato al web. Altrimenti diventerà la nicchia più grande del mondo ma non ne uscirà mai come macchina realmente generalista, capace di servire a fare tutto. Ma se VS Code non verrà mai portato su iPadOS, questo potrebbe non succedere. E qui la cosa si fa molto interessante: questo del porting di VS Code su iPad OS è una situazione rara: non capita spesso che si possa leggere una traiettoria evolutiva sulla base di una premessa binaria. In un futuro non molto lontano la presenza o no di VS Code nell'app store di iOS/iPadOS sarà il test definitivo per capire cosa succederà al futuro di iPad e di VS Code. È uno snodo a cui prestare attenzione. 

Bonus
I linguaggi di programmazione hipster degli anni Settanta: Fortran Cobol ALGOL Assembly Basic APL Lisp. I linguaggi di programmazione hipster di oggi: Python JS Java C# C++ C R Swift Objective C Kotlin. Lista da aggiornare tra 50 anni.


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Yamatologica

Obake Kaidan Oggi per il nostro corso di giapponese tematico prendiamo un approccio diverso, più discorsivo. A Tokyo, nel distretto di Nezu, c'è una scalinata di pietra che è diventata famosa per una caratteristica molto particolare. Si chiama "Obake Kaidan" (おばけ かいだん), "scalinata fantasma" e quando si sale ha 40 gradini, ma quando si scende i gradini diventano 39. Ci sono svariate leggende urbane sul perché manchi un gradino in una direzione, nonché gruppi di topologi giapponesi che vanno in pellegrinaggio a osservare il miracolo escheriano. La verità però è molto semplice (ma non ve la dico qui: leggetela) e come tutte le verità anche un po' deludente. 

報復性熬夜
Ok, spero che non ci sia scritto "scemo chi legge" o peggio (come sulla maggior parte dei tatuaggi con degli ideogrammi fatti in Occidente). Contrabbando in questa sezione un'espressione cinese, per cambiare un po': 報復性熬夜. Questa frase vuol dire "rimanere alzati fino a tardi per vendetta" (la pronuncia dovrebbe essere qualcosa tipo "Bàofù xìng áoyè"). Cioè: 報復性熬夜 descrive il fenomeno in base al quale le persone che non hanno controllo della loro vita durante il giorno (a causa del lavoro o dello studio), fanno tardi la notte per avere delle ore in cui sentono di riguadagnare la libertà di controllare il loro tempo. Semplice, no? 

 

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Variologica ed eventualogica - prima parte

Occhio all'abbonamento in scadenza di Apple Tv+
Apple Tv+, il servizio di streaming di Apple, è stato lanciato a novembre dell'anno scorso. Con una spinta di marketing: chi comprava un telefono o un tablet di Apple riceveva un anno gratuito. Adesso che sta finendo l'anno gratuito gli abbonamenti passano automaticamente alla fase "a pagamento" e lo fanno pescando dalla carta di credito associata all'Apple Id. Magari lo sapete, magari lo volete pagare, magari ve lo siete dimenticato, magari non lo sapete. Comunque, in questo tutorial di Macity è spiegato come si fa a cancellare l'abbonamento prima del rinnovo della promo, che scatta dal prossimo 1 novembre.

I nuovi iPhone
Intanto, casomai siate appena usciti da una caverna in Afghanistan dove eravate stati rinchiusi senza smartphone e adesso lo volete comperare, questo martedì Apple presenta (o almeno, la gente ne è convinta) i nuovi iPhone con 5G. Se siete nell'insieme di quelli che usano l'iPhone e siete nel sotto-insieme di quelli che se lo devono comprare, conviene che aspettate poco-poco e sarete serviti meglio. 

L'epica giochi in Flash
Flash è, grazie al cielo, morto e sepolto. Però ha avuto un ruolo fondamentale soprattutto nel mondo dei videogame in rete, quelli giocabili direttamente nel browser. C'è chi ha creato un sito dedicato a Flash, alle principali creazioni realizzate con questa tecnologia di Adobe e alla sua storia. 

Il nuovo look di Wikipedia
Per la prima volta da una decina di anni a questa parte, Wikipedia sta per rifarsi la facciata. Un nuovo look che si porta dietro però una complessità notevole. Ne parlano su Diff, che tra l'altro è il blog della community del movimento Wikimedia. L'articolo è il primo di una serie che cerca di spiegare come fare a "cambiare la faccia" a uno dei siti più usati del pianeta senza cambiare il sito.

Dal wiki agli articoli
Cercando di ripensare come funziona la documentazione interna di Stack Overflow, gli stackers hanno deciso di migrare a una forma diversa di organizzazione della conoscenza: gli Articles. Si tratta di una scrittura long-form che si utilizza accanto a Q&A più brevi. Il sistema è stato già implementato e adesso cercano di capire come funziona. Processo e strategia interessanti. Ancora più interessante secondo me è la strategia e il processo di migrazione da wiki ad Articles. 

Jurassic Park!!
Ci siamo, preparatevi: per la prima volta degli scienziati sono riusciti a estrarre il dna di un insetto incapsulato in una grossa goccia di resina vegetale. Stiamo parlando della trama di Jurassic Park (il libro direi, prima che il film, cioè il lavoro di Michael Crichton). Il motivo per cui la tecnica di Jurassic Park non funziona nella realtà è che il dna degli insetti incapsulati e poi pietrificati nella resina viene completamente distrutto. La maggior parte si perde prima che la resina asciughi. E il resto di solito viene distrutto nel tempo quando il materiale organico comincia a reagire al composto di resina. Lo studio ha scoperto però che dopo sei anni rimangono ancora dei pezzetti di dna di scarafaggio. Lo studio ha anche scoperto che il problema sta in parte nelle tecniche tradizionali di studio del dna, che non vanno bene per questi rimasugli resinosi di dna, molto fragili e che anzi vengono distrutti quando ci si prova a estrarli. Insomma, bisogna fare in un altro modo. Adesso lo studio sta andando avanti per analizzare quanto tempo riesce a sopravvivere il dna, poi passeremo a cercare il dna del sangue ingerito dalle zanzare preistoriche e poi cloneremo i dinosauri. Ah, no, forse no. Beh, magari, però. 

 

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Audiologica

Il podcast con Chris Anderson
Di solito non consiglio podcast, anche perché praticamente non li ascolto mai (preferisco la musica). Però questo vale la pena: Chris Anderson è l'ex direttore di Wired americano, autore del libro La coda lunga, diventato imprenditore e reginetta dei makers. Le cose che dice sono sempre interessanti. Ad esempio: "The key to growing an open source community? Code just good enough to work, but so bad everyone wants to fix it." Lo ascoltate qui, ovviamente in inglese (come se mettessi mai più di mezzo link in italiano in questa newsletter: mi sa che dovrei proporla anche come corso di lingua).

Eddie
Come sapete è morto Eddie Van Halen, che è stata l'anima elettrica degli anni Ottanta e costituisce uno spartiacque nella musica rock, come Jimi Hendrix dieci anni prima di lui. Andate e riascoltate quello che volete. Se volete vedere chi era e come era Eddie negli ultimi anni, questa intervista è decisamente quel che fa per voi.
 

 

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Ludologica

Il cabinet per trasformare un tablet in un (piccolo) flipper
I flipper sono stupendi, grandi e ingombranti (dove se lo mette uno un flipper in casa?), e costano molto cari. Ma non temete, c'è chi ha lavorato sul problema trovando una più piccola ma interessante soluzione. Questa versione è infatti totalmente digitale, relativamente più economica (si fa per dire) e può essere riutilizzata anche per giocare ad altri giochi soprattutto se la connettete al Pc. Strana. 

App Clip
Ancora ce ne sono poche a giro, ma in realtà le App Clip, cioè la funzionalità introdotta da Apple con la nuova versione del sistema operativo che permette di triggerare il download di un pezzettino di app per fare una singola cosa, senza dover scaricare tutta la app (ad esempio, per noleggiare un monopattino o pagare un parcheggio) è molto interessante. Ha anche un altro possibile utilizzo: fare le demo delle app prima di doverle materialmente scaricare. C'è chi ha scoperto che è possibile giocare al primo livello di un gioco senza dover scaricare tutta l'app, e questo permette di avere funzionalità anticipate senza dover ricorrere a meccanismi in-app. Il gioco, se siete curiosi, si chiama Phoenix 2 ed è di Firi Games. 

 

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Testologica (una prova lunga di un software per CLI, ditemi dove la trovate una cosa così)

nb
Come scrivevo qualche giorno fa sul canale Telegram, sto provando nb. È uno strumento open source per prendere appunti, salvare bookmark, archiviare materiale e gestire un insieme di contenuti testuali in modo organico, il tutto dalla riga di comando. Lavora solo con il testo semplice, ama il markdown, critta i contenuti, filtra le ricerche, utilizza git per sincronizzare oltre che per fare il versioning dei dati (ma non in modo collaborativo). Soprattutto, è uno strumento relativamente neutro. Vediamo dove lo uso ma soprattutto con quale spirito. 

Ho deciso di non dipendere più da soluzioni proprietarie a nessun livello (né un software, né un formato dati, né una piattaforma, né un servizio cloud) in modo tale da essere libero di scegliere quale utilizzare di volta in volta. La parola chiave è "dipendere". Cioè, non voglio essere prigioniero di un contesto, ma poter decidere io: sceglierne uno per quello che mi serve, e usarne un altro per altri scopi. Quindi non butto il Mac e spengo Internet, ma adatto la tecnologia ai miei scopi anziché cercare di adattarmi a quello che una singola piattaforma/formato mi permette di fare. In questo, c'è però un livello di "libertà" che è quello che voglio affinché le mie cose (i miei testi: perché, come sapete, mostly, I write) siano a prova di futuro. Quindi, testo semplice con codifica Unicode, markdown (che è un velo di taggatura del testo per dare una struttura al contenuto ma lo lascia leggibile anche agli esseri umani, a differenza per esempio dell'html) e un sistema di versionamento e sincronizzazione che non dipenda da una app o da una piattaforma cloud (ciao ciao Dropbox e Google Drive). Dopodiché, continuo a usare il mio MacBook e il mio iPad Pro come prima, ma perché lo voglio io e perché so come fare, non perché i miei dati sono tenuti prigionieri. Se rimango fedele al paradigma che "everything is a text stream", posso essere sicuro, nei limiti del ragionevole, che troverò sempre strumenti per gestire i miei contenuti.

Veniamo a nb. Il piccoletto è in realtà un grosso script (testato a lungo, dicono), che fa un sacco di cose. Ma le fa in modo elegante: coordina le parti sottostanti e funziona da colla per tenerle assieme in modo coerente. Cosa serve? Siamo nella riga di comando: intanto np usa la bash (basta che ci sia, poi si può usare zsh o fish o altro come shell di login), git (il motore di tutto questo, e il pezzo di software che è meglio che resti open e continui a funzionare per bene), bat (clone di cat a cui piace git), Pandoc (il motore aspirato con dodici cilindri della conversione tra formati di testo), rg/ripgrep (un tool per cercare i contenuti in una directory in modo ricorsivo), tig (interfaccia per repository git, cito separatamente in questo numero di Mostly Weekly anche bit) e w3m (browser testuale: sapete, esistono ancora, e sono pure molto utili). 

Detto questo, nb ha una interfaccia di gestione dei contenuti molto chiara, una interfaccia di visualizzazione (bat) e una di editing che però lo scegliete voi, basta che sia un editor che funziona su riga di comando. Quale scegliere? Io uso storicamente vim per tutto anche se, quando sono stanco o devo scrivere proprio molto nella shell, utilizzo micro (per un po' avevo usato anche ne dell'amico Sebastiano Vigna, l'uomo che ha dimostrato che su Facebook i sei gradi di separazione in realtà sono 4,7), ma ne esistono tantissimi, davvero molti, e alcuni di quelli "a finestre" si possono usare anche sulla riga di comando (no, BBEdit no).

Con nb si possono fare tre tipi di cose, principalmente. 1) Salvare sia gli indirizzi che i contenuti delle pagine web in formato testuale (formattato come markdown). Lo fa abbastanza bene anche se non ha una "modalità lettura", cioè salva proprio tutta la pagina, incluse decine e decine di menu e sottomenu inutili. Geniale l'uso dell'Internet Archive per ripescare le pagine scomparse. 2) Prendere appunti. Anche un romanzo. E prenderli nel formato testuale che si vuole: markdown ma anche org-mode, latex, asciidoc e via dicendo, basta avere l'editor giusto nelle preferenze. Se siete di quelli che sono cascati dentro il rabbit hole di emacs, siete a posto, ammesso che abbia senso aggiungere un layer di organizzazione sopra emacs. Idem per VS Code, Sublime Text, Atom. 3) Gestisce tutti questi testi organizzandoli in Notebook, sincronizzandoli (o no) con servizi git nel cloud, taggandoli, rendendoli cercabili e filtrabili con vari criteri (le tag, ricordate?). 

Il tutto avviene utilizzando formati aperti, in maniera indipendente da qualsiasi vendor, mantenendo la compatibilità con vari altri sistemi (la cartella con i Notebook può stare anche su Dropbox e sincronizzare anche con quel sistema, per dire). L'approccio consente di utilizzare nb per farsi due o tre appunti dentro un taccuino oppure creare una galassia di taccuini per lavori diversi con migliaia di note e bookmark. Il tutto non dovrebbe avere problemi di sopravvivenza al vostro computer, al vostro sistema operativo, alla vostra piattaforma cloud, perché si tratta pur sempre di una sacchettata di file di testo semplice organizzati in cartelle e con delle tag. 

Il primo approccio è spiazzante perché il sistema è vuoto e chiede di fare delle scelte importanti anziché suggerirne lui di preconfezionate. Non ci sono, template, demo, contenuti dummy. C'è solo un footer con i principali comandi. Il che, nel mio mondo di esploratore di applicativi, vuol dire che è necessario "indossarlo" e lavorarci un po', non basta semplicemente smanettare come si farebbe con un'interfaccia di una app grafica qualunque. Comunque, funziona alla grande. Il punto di forza in prima battuta è che nb si integra bene in flussi di lavoro diversi: lo vedo bene anche in una parte del mio. La parte meno facile è la gestione di git in remoto e "povero" per la risoluzione di conflitti tra file, ma ci arriveremo. Molto gradevole la collezione di temi e modalità di colorazione degli elementi di interfaccia, così come la possibilità di creare plugin. 

È consigliato come esperimento mentale: createvi una specifica ipotesi di lavoro che riguardi documenti di testo semplice e provate a utilizzarlo per quel sottoinsieme di cose. Scoprirete, come sto scoprendo io, che è solido e funziona bene. Da tempo sto usando un altro sistema per organizzare i miei testi, ma sono aperto alle novità per quanto riguarda i bookmark (anche quelli per questa newsletter), e penso che continuerò a usare nb per un po'. Vi tengo aggiornati. 
 

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Tsundoku-logica

Carlo Pizzati è un giornalista e scrittore che si occupa di Asia da un decennio. Ha pubblicato ora ora "La Tigre e il Drone - Il continente indiano tra divinità e robot, rivoluzioni e crisi climatiche" (Marsilio Editore). Al centro del libro c'è l'India, cioè il Paese di cui sappiamo meno e soprattutto che dal nostro punto di vista occidentale capiamo di meno. Pizzati racconta il subcontinente con l'occhio di chi ha vissuto l'India per molto tempo. Ma la cosa più interessante di questo lungo reportage, che è anche un saggio pieno di storie e di riferimenti storici, è la capacità di vedere il contesto. Pizzati racconta altrettanto bene i vicini dal punto di vista dell'India: la Cina, soprattutto, ma anche l'Indonesia, le due Coree, il Giappone. E poi ovviamente ci sono la religione, la tradizione, la tecnologia. È un bel libro, interessante da leggere.

Goodlinks
Una delle classiche app per leggere dopo (come Instapaper e Pocket, per intenderci) che permette di agganciare un sito, scaricarlo in locale e leggerselo con tutta calma reimpaginato. Ha sia la app per iOS/iPadOS che per macOS. Ok, non è un libro, ma serve a leggere altre cose (non mi dite niente, è una settimana complicata). 

 

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Variologica ed eventualogica - seconda parte

Il Diavolo della Tasmania torna in Australia
I conservazionisti hanno liberato ventisei Diavoli della Tasmania in una grande riserva a nord di Sydney che farà da santuario. I Diavoli della Tasmania hanno un nome fenomenale che non dipende dai motivi messi in scena per decenni dalla Warner Bros nei Looney Tunes: non sono dei diavoli che frullano come piccole trombe d'aria. Tutt'altro: sono dei piccoli mammiferi chiamati diavoli per via dell'urlo acuto e potentissimo che li caratterizza. Si sa infatti che combattono per mangiare le carcasse di altri animali e che hanno denti sufficientemente forti da poter rompere le ossa di un animale morto. Il santuario è un terreno di più di 400 ettari completamente recintato. Ci sono meno di 25mila Diavoli della Tasmania allo stato selvatico dopo che negli anni Novanta sono stati massacrati da una forma mortale di cancro alla bocca di tipo infettivo, per questo i conservazionisti sperano che questa area li preservi soprattutto dal contagio con gli altri animali infetti. Altri 40 verranno liberati nel santuario nei prossimi due anni.

AskReddit, risponde GPT-3
Qui ci sono varie cose interessanti da dire. La notizia di partenza è che OpenAi ha rilasciato GPT-3 a giugno e che questo nuovo motore di intelligenza artificiale è molto bravo a creare testo "credibile" partendo da un titolo o da un incipit. Anche gli esperti del settore sono rimasti colpiti da quanto sia efficiente questa nuova creatura di OpenAI. L'accesso avviene solo via cloud (non te lo puoi scaricare sul computer di casa) tramite API, e quindi OpenAI mantiene il controllo del tutto, anche perché (sostiene) questo tipo di strumento è molto potente e potrebbe essere abusato. Un utente di ReddIt lo ha utilizzato per creare post su AskReddit generando lunghissime risposte nei thread in pochi minuti e senza dire che erano "artificiali". Alcuni utenti però si sono insospettiti quando una azienda che fa da intermediario tra OpenAI e gli utenti finali ha ammesso che un suo utente stava abusando del sistema e contemporaneamente i post si sono fermati. Tutti i post sono ancora disponibili su ReddIt e nell'articolo ci sono 13 esempi selezionati. Io voglio lavorare con GPT-3, voglio che diventi il mio ghost writer automatico! (Scherzo, però fino a un certo punto). 

Tesla ha fatto fuori le sue PR
Elon Musk ha fatto saltare il dipartimento delle relazioni pubbliche dell'azienda, il che include l'ufficio stampa. Dissolto nel niente, almeno negli Usa. In Europa e in Asia ci sono ancora dei manager che gestiscono le relazioni (per adesso) e ad esempio organizzano i test dei veicoli con i giornalisti e gli youtuber. Io ho provato la Tesla Model 3 un anno e mezzo fa cercando e interagendo con l'ufficio stampa dell'azienda (che per l'Italia faceva riferimento a quello con sede in Francia). La scelta di eliminare le PR dall'azienda è una cosa completamente inedita nel settore dell'automotive. Nessuna casa automobilistica lo ha mai fatto. L'azienda non ha spiegato il perché (e, in effetti, senza ufficio stampa non è neanche chiaro come avrebbe potuto) e da mesi in America non parla più con nessuno, né giornalisti né blogger. La persona a capo della comunicazione di Tesla, Keely Sulprizio, aveva lasciato l'azienda lo scorso dicembre (è andata a lavorare a Impossible Foods). Intrigante.

I neuroni di Ercolano
La scienza è, se vogliamo, un gioco fantastico, il cui vero valore sta nell'imparare le regole, non tanto nel vincere le partite. Prendete questo caso: gli archeologi hanno trovato nella testa di una delle vittime dell'eruzione del Vesuvio che ha distrutto Ercolano dei neuroni vetrificati. Allora, qui ci sono alcune cose da dire. La vetrificazione avviene quando la materia organica si fonde con il vetro. Perché questo succede bisogna che ci siano delle temperature estremamente elevate. Molti degli abitanti di Ercolano sicuramente si sono trovati in questa condizione durante l'eruzione. Gli scienziati hanno trovato dei neuroni vetrificati all'interno del cranio di una delle vittime sepolte sotto la cenere del vulcano. Qui le cose si fanno interessanti. È stato stimato che la temperatura attorno alla vittima sia arrivata a circa 520 gradi centigradi. Tuttavia oltre al calore serve anche altro per avere la vetrificazione: di solito infatti i tessuti semplicemente vengono vaporizzati. Gli scienziati stanno cercando di capire come mai ci sia stata la vetrificazione. Il risultato sarebbe molto interessante non tanto per sapere qualcosa di più su Ercolano, quanto per sapere qualcosa di più sulla proprietà dei materiali organici. 

La divisione delle Internet
Internet è una rete di reti. Funziona perché usa gli stessi protocolli e le reti sono interconnesse tra loro. Ma adesso gli Usa non sono più il Paese guida che setta l'agenda della rete per tutti. Soprattutto perché l'80% degli utenti non è americano, e la Cina ha più smartphone di Usa ed Europa sommate. Ben Evans, l'analista destrorso e iperlucido (oltre che ipercapitalista) fa una bella analisi, ma secondo me tocca solo la superficie del problema, come capita di solito alle mosche cocchiere del capitale di ventura. Sotto c'è di più. Ne riparliamo.

Birra senza luppolo fatta dal computer
Ok, questa è meglio se la spiego bene, perché la birra è una cosa importante (come e più del vino). Il machine learning ha reso possibile la birra senza luppolo e altre meraviglie dSynBio. La Synthetic Biology ha il potere di cambiare il mondo e in parte lo sta facendo: utilizzandola gli scienziati possono riprogrammare le cellule per fargli produrre specifiche molecole come, ad esempio, l'insulina. A causa della complessità di questa operazione, però, riprogrammare le cellule è molto più complesso che non riscrivere il software e può richiedere anni. Un gruppo di scienziati ha ingegnerizzato un algoritmo di machine learning che si chiama ART, Automated Recommendation Tool, e che è stato addestrato con dati provenienti da tutte le proteine presenti in una cellula per produrre un modello che può prevedere come i cambiamenti delle singole proteine trasformino la cellula. Può fare cioè delle ipotesi ben argomentate su come alterare delle cellule in maniera tale che producano gli elementi biochimici desiderati. Utilizzando ART gli scienziato possono bioingegnerizzare il lievito in maniera tale che produca etanolo e possono anche sintetizzare degli elementi chimici che producano gusti "luppolosi", producendo della birra "luppolosa" ma senza luppolo. 

Viaggio in una fattoria verticale e robotizzata
Plenty è una startup con sede a San Francisco che utilizza le tecniche delle fattorie verticali per far crescere colture di cereali in ambienti chiusi e controllati. Plenty vuole costruirne circa 500, ognuna vicina (o meglio, dentro) città o aree densamente popolate. La prima è attiva dal 2018 e la seconda, che viene attivata in questi mesi a Compton, lo sarà nel 2021. In questo articolo con numerose foto è possibile visitarla "virtualmente". Le fattorie verticali sono note: sono pensate per produrre cereali e non solo in maniera più efficiente durante tutto l'anno, occupando molto meno spazio (verticali...) e rendendo la catena dei fornitori più resiliente perché sono create in ambienti completamente controllati. Esteticamente sono una rovina. Dentro però sono belle strane, e un ruolo importante (per Plenty, almeno) lo giocano i robot.

Usi strani dei Raspberry Pi
Dove mettereste il vostro RPi? Questi tizio di Running Tide Technologies hanno deciso di metterli dentro il chiattone che fa da allevamento per le ostriche e crescono alghe. E che sta funziona sostanzialmente perché una mezza dozzina di RPi monitora e comanda i vari sistemi di funzionamento. La storia dell'azienda però è interessante. Il vivaista ha trenta dipendenti, fra cui sviluppatori software, ingegneri elettronici, makers e data scientist. Running Tide in pratica monitora costantemente la qualità della vita delle ostriche con una serie di sensori notevolissimi e fatti in casa, e cambia le condizioni dell'acqua in tempo reale. Software e hardware custom sono autoprodotti. I sei RPi servono ad alimentare con i dati il sistema, che sta nel cloud e permettono di capire se c'è un aumento delle alghe sbagliate, oppure i livelli di acidità dell'acqua o la conduttività dei molluschi (che è un segnale del loro stato di salute). La struttura inoltre ha un impatto potenzialmente positivo sull'ambiente perché le alghe catturano il carbonio che viene così filtrato e tolto dall'ambiente: sono più efficaci di una intera foresta e, come azienda, generano crediti ambientali. A me quello che colpisce è pensare a un vivaista nostrano che, se va bene, fa lavorare al nero gli immigrati, figurati se assume questa gente qua. Comunque, i RPi sono alla base del tutto. 

XB-1
Se n'è parlato molto perché il ritorno al volo supersonico (ricordate il Concorde) è sempre rimasto nell'immaginario collettivo. Boom Supersonic, startup piuttosto vivace, sta progettando la prossima generazione di aerei passeggeri supersonici. L'azienda ha già preordini per 6 miliardi di dollari. Ogni aereo porterà da 65 a 88 passeggeri a seconda dell'allestimento e volerà a velocità supersonica sopra il mare o l'oceano. I primi velivoli saranno disponibili alla fine del decennio. I primi dimostratori cominceranno a fare test nel terzo trimestre del 2021. I test con aerei "veri" arriveranno nel 2026. Ricordo a tutti che il programma Concorde era europeo, è stato la base della nascita di Airbus e una delle leve dell'Unione europea. Il Concorde (Air France, British Airways) non è stato un flop commerciale perché non andava, ma perché è stato sabotato dagli americani in tutti i modi possibili (campagne "ambientaliste" pagate dai produttori Usa, che non erano riusciti a fare l'aereo supersonico made in Usa, è stato prodotto invece quello sovietico) e divieto di sorvolo del territorio statunitense, "ammazzando" la possibilità di avere un volo Parigi-Los Angeles in meno di cinque ore, che era il vero obiettivo. Erano gli anni immediatamente prima e durante la presidenza di Ronald Reagan in cui gli Usa picchiavano duro contro l'Europa, il "nemico commerciale" dell'epoca, per la cronaca.

 

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Algoritmologica

getters and setters
Ok, non è la prova del mio amico per vedere se uno sa programmare veramente ("Cosa sono argc e argv?") ma ci andiamo vicino. Questo ragazzo chiede a Stackexchange cosa siano i getters e i setters. La domanda è mal posta, ma ci sono un paio di risposte che riportano il ragionamento nella chiave corretta, perché alla fine è un problema del modo in cui riusciamo ad astrarre. E sì, getters e i setters sono una cosa piccola di per sé ma una prospettiva fantastica dal punto di vista dell'ingegneria del software.

Swift Algorithms
Apple alcuni anni fa ha lanciato la nuova generazione del suo linguaggio di programmazione: dopo ObjectC ha creato infatti Swift. L'ha poi messo in open source e ha l'ambizione di farlo funzionare ovunque, dal macro al mini. Le librerie sono state portate oltre che su Linux anche su Windows. Adesso arriva Swift Algorithms, un pacchetto open source di algoritmi utilizzati più di frequente nei vari linguaggi di programmazione. La collezione (cose tipo fare cicli su elementi di una lista, trovare combinazioni e permutazioni, creare numeri random e altro) serve agli sviluppatori per migliorare la correttezza e performance del loro codice. Detto in altre parole: non devono più ingegnarsi per implementare algoritmi molto comuni anche in Swift, ma li trovano già scritti nel linguaggio e pronti per l'uso. 

Tutto quel che serve su Nginx
Questo è un post in cui mi sono perso per una giornata: dentro c'è una tonnellata di roba (soprattutto nella discussione) su come configurare correttamente Nginx e usare le sue funzionalità più importanti: HTTPS/SSL e HTTP2 e altro.

igel
Un tool machine learning open source utile: igel permette di addestrare, tarare, testare e usare modelli di machine learning senza bisogno di scrivere del codice. Ha il supporto per tutti i modelli più recenti e migliori di machine learning, diversi metodi di preprocesso del dati, cross-validazione e moto altro. igel si basa su scikit-learn e supporta tutte le sue funzionalità di machine learning. Nel repo su Github ci sono anche esempi e demo. 

bit
Non sono un fan dei tool che vorrebbero sostituirsi a git, sia dal punto di vista grafico che nella riga di comando, o nella maggior parte delle integrazioni in altri software perché sostanzialmente non sono bravo e imparare un altro sistema rischia di crearmi solo confusione. Però bit è comodo: è una utility a riga di comando che permette di suggerire comandi, ha l'autocompletamento per i file e i nomi dei branch, fa il fetch e il fast-forward dei branch automaticamente e varie altre cose. Nel repo su Github ci sono varie Gif animate che spiegano come funziona in pratica. 

Python 3.9: cose nuove da provare
Nel mio non saper programmare Python è quello che mi incuriosisce di più e che è relativamente più abbordabile dopo lo scripting della bash/zsh. La versione 3.9 è uscita lo scorso 5 ottobre e, come tutte le nuove versioni di Python, include una serie di funzionalità nuove, altre migliorate e altre deprecate. La lista è lunga è sta all'inizio di questo articolo. La cosa più utile però è il tutorial delle nuove funzionalità, incluso (finalmente) il supporto corretto dei fusi orari, l'aggiornamento dei dizionari, i decorator più flessibili, un parser più potente e varie altre. 

Orbit
Una community platform molto potente e interessante, alternativa a Slack e compagnia. Orbit offre una gestione dei gruppi molto potente e con un singolo profilo gli utenti possono agganciarsi a più gruppi pubblici, in modo identico a come fa Facebook Groups, se ci pensate. 

Blacklight
Un piccolo strumento che fa da website privacy inspector per controllare la maniera in cui i siti (il vostro o quelli di altri) tracciano i visitatori e come vengono condivisi i dati. È sempre sorprendente il modo con cui anche i piccoli siti rivelino un quantitativo inappropriato di informazioni sui loro visitatori. Se provate a usare Blacklight su qualche sito, il report che crea è fatto molto bene. 

Nova
C'è un ragionamento un po' lungo da fare sugli editor di codice per le varie piattaforme, che mentre scrivo questo pezzetto di Mostly Weekly ancora non sono riuscito a fare (ma se l'avete trovato all'inizio, vuol dire che ci sono riuscito, yeah! Altrimenti lo troverete nelle prossime settimane). Però non posso non segnalare che Panic ha rilasciato Nova, un editor di codice a pagamento e per Mac. Per me quelli di Panic sono molto, molto bravi (ho usato per un po' il loro Code Editor su iOS/iPadOS e l'ecosistema che ruotava attorno allo storico Transmit è sempre stato molto "Mac user friendly": un'altra epoca forse). La cosa importante è che si tratta di un piccolo sviluppatore indipendente che realizza un software molto specifico ma anche molto completo e ricco. L'alternativa alla dominazione di Visual Studio Code (ecco, l'ho detto: adesso dovrà parlarne!).

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Addendologica

La lunga coda
Questa settimana ravanando sul forum Ask HN di Y Combinator ho trovato due thread non male. Il primo si chiede: quali sono le competenze necessarie per fare il programmatore? Ho amici adulti che mi chiedono da anni se vale la pena fare un corso per diventare programmatori (con l'idea che a) sia facile e b) sia il nuovo "fare l'avvocato o il medico") e qui trovano qualche (a tratti surreale) risposta. Tra l'altro, se vi interessa sapere com'è lavorare da Stripe, che è una delle società hi-tech della Silicon Valley della new wave, qui c'è un bel racconto di un ex dipendente, mentre qui ce n'è un altro che ha lasciato Mozilla. Già che ci siamo, un memoire di James Goslin (creatore di Java) intervistato da Lex Fridman (è lungo: 1h50m). 

Invece, l'altra è la classica domanda da auto-aiuto: qual è il vostro trucco per riuscire a studiare o lavorare concentratissimi?. Anche qui, risposte a go-go ma più puntuali (c'è una abbondante para-letteratura a cui fare riferimento) a partire dal primo genio che dice che si concentra solo quando fa voli intercontinentali che durano 12 ore, è buio e tutti gli altri stanno zitti e dormono. Se questo tipo di domande vi spinge a chiedervi come fare a migliorare voi stessi, potete cominciare dalla vostra capacità di battere al computer: ecco un rapido e gratuito sistema online che consiste nel far pratica trascrivendo al computer un classico della letteratura. Tutto quanto. C'è anche la Divina Commedia (se vi piacciono gli a capo): "Midway upon the journey of our life...". Sennò questo tizio vi spiega come ricordare quello che avete imparato (era facile, no?). Piccoli trucchi: come fare videochiamate migliori (quasi come se foste faccia a faccia). 

Questi tizi si sono fatti pagare da Apple dopo averla hackerata per tre mesi, quest'altro ha sparato un Raspberry Pi Zero con un razzo (buona idea). Qui un ripassino divertente su come funzionano le equazioni differenziali e perché va bene così. Nuovi formati per i dati: NestedText. Ecco i principi della programmazione orientata ai dati, è un libro che tra un po' uscirà: dice che ci si fanno i soldi se si azzecca il tema. Qui ce ne sono altri sui principi delle architetture delle applicazioni open source

Immancabile cosa vim-like: in questo caso Vimium per trasformare il vostro browser. L'Holy Grail layout(magari...). Un tizio si è comperato un MacBook Pro 16 e lo odia. Lo stesso tizio è arrabbiato con gli abbonamenti dei giornali (costano troppo e hanno il modello di business sbagliato). Antipatico, però si scoprono cose interessanti come Scroll.

Infine tre cose interessanti. La prima: una rivista sulla durevolezza delle cose che compriamo (lo so, in italiano è orrendo, ma il concetto è chiaro: "queste sono le cose che durano di più", vale a dire gli "acquisti per una vita"). Poi, DigitalOcean sta venendo sempre più fuori e adesso lancia la piattaforma per le app, che permette di reimmaginare la PaaS. 

Infine, beh infine se volete leggere una sola cosa di questo numero di Mostly Weekly e siete un po' tecnici e un po' curiosi, sappiate che c'è uno che ha fatto il reverse engineering della versione nordcoreana di Sim City. E che facendo questo reverse engineering "in loco" apre degli scenari pazzeschi sullo stato della tecnologia in quel Paese. Se state per scrivere un romanzo cyberpunk ambientato in una società distopica e sfasciata, questa dovrebbe essere una lettura obbligatoria. 


 

Avanti tutta? – Foto © Antonio Dini



Bustine di Minerva per non fumatori

Tecniche contro i monopoli
Una tecnica contro i monopoli commerciali è quella che viene chiamata "Adversarial Interoperability". In questo articolo di più di un anno fa Cory Doctorow spiega in cosa consista e perché l'uso di questa tecnica possa essere un modo per partecipare alle "negoziazioni" con i grandi monopoli. Un esempio di negoziazione del pubblico con i big del tech riguardo alla privacy? Più di un quarto degli utenti di Internet ha installato degli ad-blocker, in quella che possiamo considerare la più grande rivolta dei consumatori nella storia moderna. Le piattaforme dicono: "Vogliamo tutti i vostri dati in cambio di questo o quel servizio gratuito" e gli utenti rispondono "Che ne dite di nessuno?". Adesso si può iniziare a negoziare. Personalmente non potrei essere più d'accordo con l'idea che molte cose che sono in rete vadano pagate. Piuttosto, usiamone (o "consumiamone") meno. Oppure lasciamole aperte ma con un modello che permetta di remunerare chi fa cose se si ritiene utile il lavoro fatto: come fa Wikipedia, che non ha paywall, ma se pagate gli fate bene. O, nel mio piccolo, offrendomi un caffè alla settimana


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I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato.

 

“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton 
 


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