La newsletter omonima a margine del canale Telegram (quella che esce quando è pronta)
A cura di Antonio Dini
Numero 18 ~ 7 luglio 2019
"Reminded that the Microsoft ebook store closes next week. The DRM'd books will stop working. I cannot believe that sentence: the books will stop working. I keep saying it and it sounds worse each time." - Rob Donoghue (@rdonoghue)
HEAD
Forse qualcuno è già in vacanza - dopotutto è luglio - forse siete tutti ancora in trincea, non lo so. Scrivere una newsletter è un po' come Radio Londra: trasmetti nella notte e non sai se qualcuno ti riceve, in Europa o dall'altra parte della notte.
A proposito di notte, sarà il caldo, ma da qualche sera ripenso ai tempi andati, agli ultimi venti anni o giù di lì. E ho una tab di Safari aperta ormai da un po' di settimane per un amico che non sento più da una vita: Giovani Tromboni, "un ossimoro apparente che ho trovato in un vecchio scritto di Italo Calvino" come si definiva ai tempi del primo giro buono dei blog italiani.
Nella pagina del suo diario online, congelato al fatidico 18 ottobre 2013, parla del suo vecchio plettro di plasticaccia grigia comprato nel 1975 a Genova che ha girato con lui per una vita. Un plettro che aveva l'abitudine di scomparire anche per anni, salvo saltare fuori all'ultimo minuto da sotto un tappetino dell'auto quasi venduta, della vecchia custodia per chitarra quasi buttata, sotto i tasti del pianoforte della sorella. Un eroe di una zona Cesarini esistenziale.
L'ultimo post del blog finisce così:
Gli altri plettri li ha seppelliti tutti. Ora, trentott'anni e come nuovo, l'ho passato a mio figlio. A dire il vero da qualche mese non so esattamente dove sia (il plettro, dico), ma non sto in pensiero.
Comunque, oggi ho l'aereo per qualche giorno di lavoro dall'altra parte del mondo ma Mostly Weekly va avanti, con calma e con giudizio, oltre che con passione. Buone vacanze a chi ancora riesce a vivere il rito antico di un mondo che sembra scomparso: la villeggiatura.
In questo numero:
Ehi, straniero - Foto © Antonio Dini
BODY
The First Sony Walkman Was Released 40 Years Ago Today
La normalità del walkman - che poi era una categoria di apparecchi tutti più o meno simili e più o meno costosi, non solo il capostipite creato dalla Sony - per me è ancora sconcertante. È lo strumento della mia generazione, che poi si è trasfigurato nel Cd player portatile (brevemente), nel lettore MiniDisk (come giornalista radiofonico ne avevo addirittura uno che registrava ma ci ascoltavo tonnellate di musica e utilizzavo il più affidabile e classico registratore a cassette). Ma era il walkman il destinatario finale delle cassette registrate a casa sullo stereo "serio" o dagli amici dotati di apparecchi ancora più performanti. E non dimentichiamo una cosa, o noi che carichiamo telefonini e altro ogni 1-2 giorni: le pile AA del mio Walkman giallo e subacqueo (sort of) duravano settimane. Qui intanto ne ho scritto un pochino anche io. Però a pensarci: quarant'anni, mamma mia!
A 30th anniversary note to Prince of Persia fans
Visto che siamo in tema di anniversari "antichi", perché non ricordare Prince of Persia, che non solo compie trent'anni, ma che vede anche il suo creatore Jordan Mechner raccontare una cosa interessante: il diario di bordo dello sviluppo di PoP (che Mechner aveva pubblicato un po' di tempo fa con una specie di self-publishing e che io avevo prontamente acquistato) sta per essere rieditato, arricchito e pubblicato da Stripe Press, che è la casa editrice di una azienda fintech della Silicon Valley fondata da due fratelli irlandesi che si occupano di pagamenti online (altra storia che ho raccontato solo in parte). Una azienda che vale miliardi di dollari. E che fonda una casa editrice. È una idea talmente folle da essere meravigliosa.
Bookshelf
Giusto per dare un assaggio di Stripe, dei suoi fondatori e di quanto sia meravigliosamente unica, Patrick Collins - uno dei due fratelli-fondatori dell'azienda - ha un suo sito personale che è già peculiare, ma al cui interno c'è la parte di "scaffale dei libri", nei quali ha fatto una scelta particolare. Siccome sui social gli chiedono spesso di indicare una lista di libri da leggere e lui non sa cosa scegliere, ha deciso di mettere online i titoli di tutti i libri che possiede (e di cui citando Umberto Eco sottolinea di averne letti circa la metà. Giustamente aggiungo io, da cultore dello tsundoku). Ah, la lista non è in ordine, perché non lo sono neanche i libri sugli scaffali. Però i libri che ha letto sono codificati con colori diversi a seconda dell'effetto che gli hanno fatto.
A Unicorn Lost in the Valley, Evernote Blows Up the ‘Fail Fast’ Gospel
Dall'altra parte di Stripe c'è Evernote. È preziosa, perché che sono convinto che le persone imparino dalle storie che finiscono male e non da quelle con dei successi. Per questo, anziché le magnifiche e progressive sorti della startup di turno che diventa un colosso, preferisco andare a vedere quelle agrodolci di aziende come Evernote. Li conosciuti e intervistati anche io, usando e poi dismettendo il loro servizio. L'azienda era lentamente svanita nello specchietto retrovisore delle cose da fare e da seguire, per questo trovo che il New York Times abbia trovato l'angolo giusto per raccontare la storia della scomparsa al rallentatore di questa resiliente ma infelice azienda.
Mitch Kapor Introduces Lotus 1-2-3 Spreadsheet Software (video)
Di solito i video fanno parte delle collezioni multimediali dei miei tsundoku, ma in questo caso è una storia sulla quale vale la pena focalizzarsi. Lotus 1-2-3 è stato un passaggio importante nella storia dei fogli di calcolo: dopo la nascita del settore con VisiCalc più o meno 40 anni fa che fecero la fortuna dell'Apple II (e chiusero la porta alla traiettoria aziendale del Commodore 64), Lotus 1-2-3 per PC fu la next big thing che cambiò nuovamente la faccia del software aziendale, spostò l'interesse dall'Apple II agli Ibm compatibili (mettendo in ginocchio VisiCalc, finita in bancarotta, acquistata da Lotus e chiusa). Poi Lotus, sconfitta sul fronte del foglio di calcolo e divenuta la produttrice di un sistema di email-groupware altrettanto di successo in ambito professionale: Lotus Notes, venne acquistata da Ibm ed è andata avanti sino a poco tempo fa, il 6 dicembre 2018, quando è stata venduta da Ibm all'indiana HCL Technologies, che non è chiaro cosa se ne faccia.
Why remote work isn’t going away anytime soon
Uno dei temi che trovo più intriganti riguardo al mondo del lavoro è l'organizzazione anche fisica delle persone che lavorano in una azienda (premesso che io sono un lavoratore autonomo). È intrigante perché nell'epoca della collaborazione, delle reti di persone, dei team, del lavoro da remoto (nell'articolo se ne parla diffusamente), nascono metodologie, strategie, modalità, stili sempre diversi e spesso molto contraddittori. Si va dall'approccio "Agile" per gruppi interni alle aziende, che cercano di farli lavorare come se non fossero in una azienda gerarchica, burocratica e rigida, all'approccio delle reti di professionisti che invece cercano di strutturarsi come se fossero più aziende delle aziende, con orari, strutture, postazioni, gerarchie, processi, burocrazia. Addirittura uffici vuoti da riempire di "collaboratori" on demand. Fino ad arrivare alla cosa più sorprendente che è quella di risparmiare sulle risorse umane che lavorano sull'obiettivo dell'azienda (prodotto o servizio che sia) e investire invece nelle funzioni di staff e direzione, in persone che si occupino di fare struttura, costruire apparato, diventare ammortizzatore interno.
The Video Games That Made People Question Their Beliefs
Se questo articolo parlasse di libri o anche di film che fanno rimettere in discussione le idee, la fede, le credenze delle persone, non ci sarebbe niente da dire: basterebbe una bella lista ("I dieci libri che vi faranno cambiare idea sul mondo, la religione e tutto il resto", ad esempio), oppure sarebbe quasi una nota in qualche intervista o biografia ("E poi – disse il famoso cantante – vidi al cinema Brokeback Mountain e capii che persona volevo essere veramente"). Ma se si parla di videogiochi è sorprendente. Venti anni fa lo era perché i videogiochi stavano vedendosi riconosciuto un posto che avevano già conquistato nel sistema delle narrazioni grazie secondo me al fatto che le prime generazioni di bambini nati con i VG in casa e al bar stavano diventando grandi. Oggi sempre secondo me c'è una fase di riflusso, nella quale ci stiamo dimenticando di nuovo il ruolo dei VG nel sistema dei media perché il casual gaming ne ha allargato la sfera di pratica ma fortemente diluito l'impatto. Al centro però c'è uno dei motori narrativi più potenti tra quelli creati dagli esseri umani, che ha un potere trasformativo. Questo articolo secondo ne parla di queste cose qui.
https://www.reddit.com/r/javascript/comments/c8drjo/nobody_talks_about_the_real_reason_to_use_tabs/
Ci sono tre grandi dibattiti religiosi che trovo fantastici. Apple-vs-Microsoft-vs-Google-vs-Amazon-vs-Facebook (perché questo è diventato l'arco della discussione), VIm vs emacs e infine tab vs spaces. Su quest'ultimo da tempo non ho una opinione, per me è come una specialità olimpica che fa parte del pacchetto dei giochi ma non ho una particolare passione per l'argomento (anche se dovrei perché, pur non scrivendo codice, litigo spesso con gli spazi di fine riga nel markdown e le tabulazioni delle mie liste ed elenchi). Il post su Reddit che ho linkato sopra mi piace molto però, perché aggiunge un twist e una dimensione alla quale non avevo mai pensato: persone con problemi di vista che devono regolare diversamente le tabulazioni (i tab sono agnostici al numero di spazi di cui sono composti e possono essere regolati diversamente a seconda di chi apre il file). Contenuto premium: la stracitata lite di Silicon Valley tab-vs-spaces. Quasi perfetta (I do use VIm over emacs)
Why plants don’t die from cancer
In questo periodo c'è l'anniversario di Chernobyl e il telefilm su Netflix, che non ho visto ma del quale tutti raccontano miracoli. Quando inventano le giornate di ventisei ore sarò ben felice di allocare 45 minuti per vederlo. Intanto, c'è questo articolo della Pbs che apre a un tema interessante: non solo l'impatto che le radiazioni hanno sugli esseri viventi (animali/umani e piante) ma la vitalità della natura che compensa gli effetti di un evento distruttivo imprevedibile come le radiazioni nucleari rispetto all'impatto distruttivo degli esseri umani. A Chernobyl singoli animali e piante moriranno di radiazioni come gli esseri umani, ma essendosene andati questi ultimi il sistema riesce a compensare abbondantemente e l'area sta diventando una delle più ricche riserva di flora e fauna europee. Dovrebbe essere una lezione da insegnare nelle scuole.
The side of Paul Allen I wish more people knew about
Bill Gates parla del suo amico e cofondatore di Microsoft, Paul Allen, morto a ottobre dell'anno scorso per un tumore. E parla in modo personale, privato, lucido, di una persona che a quanto pare è stata qualcosa di più che non "l'altro tizio che ha fondato Microsoft". È un elogio funebre quindi celebrativo, lo so, ma Gates ha tanti difetti e fa molta politica, però non parla a vanvera. Qualcosa c'è.
The Coming Boeing Bailout?
Nella sua newsletter Big, Matt Stoller affronta un tema spinoso, quello del disastro dei Boeing 737 Max del quale parlavo nello scorso numero di Mostly Weekly (TLDR: non bisogna prendere delle scorciatoie quando si progettano gli aerei), aggiungendo molto all'analisi. A partire dalla storia e cultura recente di Boeing, passando per la mancanza di competizione, che non fa certo bene, e l'impatto dei manager e persone della finanza rispetto agli ingegneri.
Riservato - Foto © Antonio Dini
TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo
In questi giorni mi sono capitati fra le mani:
TSUNDOKU POETRY ROOM
Un oggetto di poesia alla settimana, a cura del poet-in-residence Roberto R. Corsi (@rrcorsi)
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.
::END::
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