July 21, 2019

[Mostly Weekly #20] Se rinasco, col cavolo che rifaccio le stesse cose

Mostly Weekly #20

 
La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)

A cura di Antonio Dini
Numero 20 ~ 21 luglio 2019 


"Autonomy is my drug of choice." - Carolyn Hax 

 

 

 

Someone else memories I - Foto © Antonio Dini


HEAD 

In una settimana abbastanza complicata nell'ordine: non mi sono riposato, ho cominciato a gestire dei progetti in parallelo che richiederebbero più tempo e tutta un'altra freschezza, ho cominciato a recuperare una montagna di arretrati, ho scritto come un dannato ma a quanto pare non basta, non ho scritto quanto dovevo e quindi la prossima settimana dovrò scrivere ancora di più. Comincio a pensare, mentre si avvicinano i cinquanta, che forse dovrei andare dall'oculista non dico per mettermi gli occhiali, ma quantomeno per capire come mai non ne sento la necessità. Forse che i moderni e onnipresenti schermi, che con la loro luminosità mi stanno corrodendo la cornea, d'altro canto ammettendo l'ingrandimento del testo rinviano la senescenza visiva? Succede anche a voi?

Un buon proposito per questa estate sarebbe quello di dedicarsi al Libro dei Mutamenti, alias l'I Ching. Studiarlo, provarlo, usarlo. Anziché tenerlo sullo scaffale inutilmente. Invece, trarne non dico gioia ma almeno giovamento: magari per scriverne. Però adesso è tardi, meglio dormire che domani devo scrivere ancora.


In questo numero:

  • Head
  • Body
  • Tsundoku Regular
  • Tsundoku Poetry Room 


BODY 

My browser, the spy: How extensions slurped up browsing histories from 4M users
È così che si rubano i dati: estensioni fedifraghe dei browser che "succhiano" informazioni e poi le sparano in rete, creando profili di utenti identificabili. Il problema è essenzialmente un problema di fiducia e di normative, entrambi oggi un vero problema. Un ottimo esempio è FaceApp ma soprattutto la stessa Facebook. E la cultura della condivisione responsabile che si basa su premesse condivisibili ma squisitamente analogiche, suscettibili di problemi per adesso invisibili e inediti. 

Modern Media Is a DoS Attack on Your Free Will
Trovo ottima l'immagine introdotta da questo articolo, che pensavo come semplice aggiunta al ragionamento del precedente punto, ma che in realtà merita una trattazione sua. Se non altro perché mi aiuta a capire l'effetto burn-out che la vita digitale mi sta dando da anni. C'entra la vita privata, la famiglia, l'età, il lavoro, tutto quello che volete. Ma anche essere costantemente sotto DDOS cognitivo è un problema, direi. L'articolo, poi, vale la lettura perché approfondisce il tema del rapporto tra social e società, politica e giornalismo (già, sempre quello) in maniera eccellente. Avviso ai naviganti: Nautilus è una grande rivista. 

Fleetwood Mac's Stevie and Christine: 'We were like rock'n'roll nuns'
Rumors dei Fleetwood Mac è stato forse il primo album "adulto" che ho ascoltato quando ero poco più di un bambino. Era un "b side" su una cassetta da 60 minuti con registrato davanti non mi ricordo più cosa. Fu uno shock. Ho ricomprato qualche giorno fa il vinile da Metropolis 2, con il vecchio proprietario, che vive nelle trincee dei dischi che furono, che lo ha definito un album "furbo", pop, con un retrogusto blues e rock quanto basta per renderlo uno dei dischi più venduti di sempre. Un prodotto decisamente midcult. Per me, quella musica è inestricabilmente legata a una serie di ricordi centrali nella mia esistenza. Questa intervista alle due "suore-sorelle" dei Fleetwood Mac, cioè Christine McVie (neé Perfect) e Stevie Nicks (la mia preferita, ad essere sincero) è come sentirmi raccontare dai grandi che cosa succedeva davvero quando ero piccolo piccolo. E chissà come mai ma preferisco le voci femminili che raccontano a quella maschile e scassona

Research Note: Disintermediating your friends(Pdf)
In questa ricerca di Stanford su come si incontrano le future coppie eterosessuali (cioè composte da maschio e da femmina, a prescindere da orientamenti e identità dei singoli) emerge che adesso la maggior parte si incontra online anziché tramite amici e parenti, come accadeva sinora. Mentre Internet sostituisce amici e parenti negli Usa, probabilmente la stessa cosa sta succedendo anche da noi. Quanti figli della rete vanno all'asilo o alle elementari o magari alle medie con i nostri figli? 

Jony Ive’s Mistakes: When Beautiful Design Is Bad Design
La settimana scorsa avevo citato il libro di Leander Kahney su Jony Ive. Adesso, più semplicemente, c'è questo post su Medium dell'antipatica rivista OneZero che spiega gli errori di design di Ive. Tipo: l'iMac originale (ottimo) e il mouse rotondo (orrore!). Cose così, insomma. 

Emergency Response to the Tesla Model 3
Un programma su YouTube si occupa di spiegare ai pompieri americani come fare a estrarre i passeggeri feriti dai rottami delle auto coinvolte in incidenti stradali. Extrication, insomma. In questo caso, parlano della Tesla Model 3, che avendo batterie, motori, cavi e altre componenti ad alto voltaggio, presenta pericoli piuttosto seri per chi si provi a tagliare e forzare la struttura dell'automobile. Il programma in questo caso è sponsorizzato da Tesla, ma non ne rappresenta il punto di vista. Affascinante. 

One player spent 10 years exploring every corner of Eve Online
Che dire: penso che il titolo faccia capire già tutto. Comunque: Eve Online è uno dei più vecchi tra i moderni giochi multiplayer online. Nato nel 2003, dal 2009 con l'espansione "Dominion" è diventato tutto un altro gioco. E c'è finora un solo giocatore - conosciuto come Katia Sae - che l'ha girato tutto. Ci ha messo 10 anni (dieci anni!!!) ed è stato in qualsiasi angolo di New Eden: ottomila sistemi solari, alcuni conosciuti (circa cinquemila) e altri nascosti e sconosciuti ai più. La cosa è complicata, l'aspetto tecnico e quello sociale si mescolano, ma il risultato è epico lo stesso. Dieci anni, dopotutto

Amazon Accidentally Sold $13,000+ Camera Gear for $100 on Prime Day
Trovo il Prime Day (che poi sono due giorni, ma vabbè) particolarmente fastidioso perché, grazie ai referral, vengono invaso per email e sui canali Telegram di offerte e segnalazioni completamente inutili. Maledizione. Da notare però che Amazon secondo me ha sviluppato una tecnica micidiale per attirare più gente possibile: falsi errori di prezzo che vengono oltretutto onorati come se fossero una specie di biglietti vincenti della lotteria per aumentare la foga degli acquisti. O almeno, questa è la mia personale teoria della cospirazione per quanto riguarda il Prime Day. E la vostra?

Newsletter platform Substack raises $15.3M round led by a16z
Le newsletter - si, proprio le newsletter come questa che state leggendo – stanno diventando una cosa seria: i blog e i podcast del futuro insomma (perché i blog sono andati da tempo e anche i podcast a quanto pare non si sentono troppo bene!) e c'è gente che ci guadagna dei soldi

Notational FZF - Vim
Da un paio di anni ho abbandonato l'idea di (ri)convertirmi a Vim e in generale a un sistema alternativo o integrato con macOS per scrivere. Però seguo ancora, anche se un po' da lontano, la scena dei plugin e dei workflow più interessanti per portare Vim e tutto l'ecosistema di applicativi da riga di comando che gli gira attorno più trucchi vari. Questo è notevole: un plugin che porta nvALT Notational Velocity, una app fenomenale per Mac, su Vim, con risultati impressionanti. In un'altra vita, sarebbe perfetto. Qui di seguito per farsi un'idea su Vim e tutto il resto.

Buying an IBM Mainframe
C'è un tizio che si è comprato un mainframe di Ibm. Ma non per finta: uno vero, che richiede tutta una serie di cose hardware oltre al semplice recupero del ferrovecchio per essere reso funzionante. Parecchie davvero. E un articolo così vale più di un corso di storia dei computer, ve lo posso garantire.

SR-71 Flight Manual
Quest'altro tizio invece ha pubblicato il manuale di volo del Blackbird, aka SR-71. Perché comprarne uno che vola non è possibile, direi. Da notare che il manuale di volo - completo a parte il radar ad apertura sintetica - è stato declassificato dal Pentagono anni fa e consta di 1.052 pagine. Per chi doveva pilotare quell'aereo, era l'equivalente di un corso di laurea

New studies highlight driver confusion about automated systems
Questa è una cosa che penso da tempo: secondo me bisognerebbe preoccuparci della gestione del cambiamento. Come in altri settori, ad esempio per quello delle auto bisognerebbe ripensare gli esami della patente e fare un nuovo training alle patenti attuali, partendo dall'idea che forse bisognerebbe standardizzare la tonnellata e mezzo di innovazione tecnologica che è entrata nelle auto e nelle strade. Prima che sia troppo tardi. I benefici sarebbero notevoli, anche in termini di ottimizzazione. Perché le auto che si guidano da sole non guideranno da sole

Absolute English
Ci sono almeno due dibattiti di lunga portata che trovano una spiegazione logica all'interno di questo discorso. Da un lato l'annosa questione di cosa sia e a che cosa serva il liceo classico, dall'altro i rischi connessi a una comunità scientifica monoglotta, sia la lingua prescelta l'inglese o altro. Questo articolo di Aeon, scritto ovviamente in inglese dal professore di storia contemporanea Michael D. Gordin è strategico perché mette in una prospettiva storica - l'unica utile per comprendere dove siamo oggi - la nascita della scienza e del suo modo di essere parlata e comunicata. Mi discosto un attimo dal testo e passo alle considerazioni di secondo ordine. Chi un tempo frequentava il liceo classico (che da noi nasce più o meno con l'Unità d'Italia, giova ricordarlo) non era tanto in possesso di migliori capacità di pensiero logico o del biglietto per l'appartenenza a una élite di governo (anche se nei fatti lo era rispetto alla concorrenza di altre scuole secondarie del tempo), bensì faceva quello che oggi chiameremmo un "liceo linguistico della conoscenza", cioè studiava le lingue che sono state per secoli necessarie a chi voleva padroneggiare arte e tecnica, scienza e cultura. Oggi non è decisamente più così, lo sappiamo. (Un politico – ricordate quale? – lo aveva riassunto con "tre I": Inglese, Impresa e Informatica, poi aggiornata in Internet). Ma la prospettiva storica non deve essere riduzionista, bensì aprire la strada ad altre considerazioni, tra le quali secondo me è opportuno anche chiedersi: quali dimensioni sono coinvolte nella struttura della scuola e nella modellazione del linguaggio e della nostra cultura? Basta dire che greco e latino non servono più a niente e che i nostri figli dovrebbero studiare tutti l'inglese e (almeno) un linguaggio di programmazione? 

Business Bets on a Quantum Leap
Il computer quantistico manderà in pensione i computer tradizionali, basati su normali cariche elettriche, su normali bit a due stati. Ma cosa cambia? Intanto, la comprensione che l'informatica è una scienza più ampia di quella che abbiamo realizzato sinora. Ci sono altre informatiche, come le geometrie non-euclidee per intenderci, che stanno là fuori e aspettano solo di essere scoperte. Come gli algoritmi: quelli che conosciamo e abbiamo studiato si applicano solo in parte all'informatica quantistica, mentre ce ne sono altri che ancora non conosciamo (ma che sappiamo matematicamente che esistono). Insomma, è come dire che l'insieme di conoscenza algoritmica che abbiamo dell'informatica tradizionale è un insieme che si sovrappone solo parzialmente a quello dell'informatica quantistica. Entrambi sono sottoinsiemi di un superset di algoritmi teoricamente forse infiniti la gran parte dei quali ancora completamente ignoriamo. Intanto, però, se vi chiedete quali siano i problemi ai quali gli algoritmi conosciuti dell'informatica quantistica possono più o meno facilmente dare risposte, in questo articolo ne trovate un po'.

Fernando Corbató, a Father of Your Computer (and Your Password), Dies at 93
E parlando di informatica e di computer, questa settimana è morto anche uno dei padri dell'informatica di oggi: Fernando Corbató ha lavorato negli anni Sessanta al progetto per il time sharing che ha dato la possibilità di avere un rapporto "faccia a faccia" tra i vari utenti e il calcolatore elettronico. Il suo esempio preferito era quella di un campione di scacchi che gioca più partite in simultanea, spostandosi rapidamente da scacchiera a scacchiera mentre i suoi avversari, cioè noi, pensano lentamente alla prossima loro mossa. Il suo ruolo è stato fondamentale per disegnare l'interazione e il modo stesso di pensare il computer moderno, con le utenze, le password e tutto il resto. Ha legittimato l'informatica non solo come scienza ma anche come tecnica

 

 

Someone else memories II - Foto © Antonio Dini


TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo

In questi giorni mi sono capitati fra le mani:

  • On Earth We're Briefly Gorgeous di Ocean Vuong. Poeta esplosivo dal nome fantastico, nato a Saigon e poi trasferitosi negli Usa (a Northampton, nel Massachusetts), Ocean ha scritto un romanzo. Il suo primo romanzo. Che pare sia una cosa indimenticabile. Per adesso solo in inglese.
  • Il formidabile esercito svizzero di John McPhee (il giornalista che ha creato un genere e lo ha elevato ad arte) è un piccolo Adelphi (il numero 199) che mi accompagna da tempo, una sorta di personale fantasma dei Natali passati che non leggo perché, per un motivo o per l'altro, scivola sempre a metà della orribile pila di libri da leggere accanto, sopra e sotto al letto. Ma verrà un giorno!
  • Il gatto che attraversa i muri di Robert Heinlein è un libro che è uscito nell'edizione Mondadori di Altri Mondi (favolosa collana di fantascienza "robusta" curata dal mitologico Gianni Montanari) nel 1988. Era l'epoca in cui i classici uscivano quasi in contemporanea con gli Usa (l'originale è del 1985) e l'edizione rilegata e cartonata mi fece moltissima impressione, pareva di leggere non si sa quale caposaldo della letteratura contemporanea. E in effetti è un gran librone, come Heinlein autore che all'epoca scoprivo con Straniero in terra straniera e Fanteria dello spazio (oltre a La Luna è una severa maestra e Una porta sull'estate), sapeva fare.
  • Ora dimmi di te di Andrea Camilleri, lo scrittore siciliano scomparso questa settimana che non ho mai frequentato particolarmente (credo di aver letto solo un giallo di Montalbano più una cosa scritta a mezzo con Carlo Lucarelli) ma che mi ha molto colpito per questa breve autobiografia-lettera alla pronipote Matilda. Un piccolo libro di singolare spessore.
  • Antologia critica del sistema delle stelle di Felice Accame è un libro prezioso quanto sconosciuto o quasi che mi ha regalato un caro amico e che, beh, fa parte di quello che non leggiamo mai perché nella vita si fa altro e che invece se per caso - come adesso - scopri che esiste ti chiedi perché hai letto tante idiozie e ti sei perso tanti libri come questo. Che forse sono anche pochi in numero assoluto, ma abbastanza per riempire una vita di buone letture.
  • Essentials degli Heart. Con la playlist di Apple Music sto scoprendo un gruppo particolare che mi era totalmente passato sotto il radar: guidato dalle sorelle Ann (ottima cantante) e Nancy (tra le migliori chitarriste donna del pianeta), gli Heart hanno veleggiato dall'hard rock al folk, al rock, al pop con i luccichini e i synth degli anni ottanta, al grassroot. E a parte una breve pausa nel 1997-98, dopo quarant'anni sono sempre assieme che suonano come se non ci fosse un domani.
  • Out of the Cellar dei Ratt è un disco di heavy metal melodico del 1984. È il primo che il gruppo di Los Angeles nato negli anni Settanta ha pubblicato con la mitica Atlantic Records. Un ricordo minore ma sempre piacevole. Qui nella versione registrata da disco di vinile (o forse hanno solo aggiunto l'fx "friggitoria cinese").
  • New York Concert 1973 dei Deep Purple, sempre su YouTube. Che se poi volete rifarvi occhi e orecchie, c'è sempre questo da ascoltare e guardare. Non è Made in Japan, ok, ma insomma, un palco come questo non lo rivedremo mai più.

TSUNDOKU POETRY ROOM
Un oggetto di poesia alla settimana, a cura del poet-in-residence Roberto R. Corsi (@rrcorsi)
Elegie Duinesi di Rainer Maria Rilke (Rizzoli, 1994 e succ., trad. Franco Rella, EAN 9788817169745). Se ho iniziato a scrivere è merito/colpa di questo libro qui. Lo conoscete e amate in tanti, lo so. Ma lo cito per raccomandarvi con forza la traduzione di Rella: forse più traditrice di altre, ma poesia essa stessa. Esempio: il bello, testualmente "emergere" o "apparire" del tremendo, in Rella diventa "emergenza del tremendo". Vedete da voi quanto senso in più. 


I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.

::END::

Ti è piaciuta? Inoltrala a chi potrebbe essere interessato.
Se l'hai ricevuta, qui puoi iscriverti
Se vuoi cancellarti (subito, rapidamente e per sempre) il collegamento invece è più sotto.
Qui invece c'è l'archivio dei numeri passati
Buona domenica! 

Avete ricevuto questa email in non so quanti, perché TinyLetter non ha un contatore automatico da aggiungere in fondo. Pazienza, ce ne faremo una ragione.