“To acquire the habit of reading is to construct for yourself a refuge from almost all the miseries of life.” – W. Somerset Maugham
HEAD
Luca, un amico mi scrive pochi giorni fa su iMessage per un consiglio: vale la pena comprare un Casio d'annata su eBay? Ne è nata una lunga chiacchierata in tempo reale. L'orologio è in effetti un esemplare di tutto rilievo: è il Casio AA-85 modulo 103 usato nel film Blue Thunder di Roy Scheider. L'orologio è davvero una rarità, e il film è un piccolo classico minore che in realtà è molto più di quel che sembra: sia per Roy Scheider, che forse qui è davvero quella maschera di eroe attorno alla quale ha ballato per quasi tutta la seconda metà della sua carriera, sia per l'elicottero, che era veramente un portento. Almeno per quelli di noi che da adolescenti, nel 1983, andarono a vederlo al cinema. A seguire, parliamo di orologi e gli giro un po' di articolo che avevo scritto qualche anno fa: la mia recensione in due parti (la prima e la seconda) di un orologio Made in Firenze, (il Millemetri Japan Limited Edition di Anonimo), la storia di un breve viaggio a Basilea e già che ci siamo anche la recensione di un Apple Watch. E poi, grandi classici, i due articoli (primo e secondo) sul moto perpetuo. Che ahimé ho interrotto ma riprenderò, promesso. Insomma, è stata una bella chiacchierata (grazie Luca). Qui a seguire, invece, un po' di cose come al solito, inclusa la seconda parte dello snack feuilleton di Niko. Insomma, siamo ad agosto, dopotutto. Chissà se Luca ha poi comprato il Casio.
In questo numero:
C'è tutto un mondo là fuori – Foto © Antonio Dini
STORY
La Gallina di Babbaloni
di Niko
(parte seconda)
Babbaloni si trovava su una altura al centro di una grande palude infestata da sanguisughe e piante di canapa. La canapa era la fortuna di Babbaloni!
Le storiche manifatture babbalonesi intrecciavano la canapa per farne tenacissime corde e infallibili reti da pesca. La "Corderia Birbanti" era nota ovunque per la qualità dei suoi prodotti atti a fermare, legare, irretire ed accalappiare!
Ferragosto era arrivato e Babbaloni era pronta per la Festa Rinascimentale, o quasi. La Gallina d'Oro si trovava ancora custodita a Nova Babbalonia in pegno dell'ultimo generoso prestito.
La vicesindaca di Babbaloni - femmina la cui appariscenza di forme e sensualità rendevano irresistibile per chiunque fosse degno di portare attributi maschili - aveva preso in seno suo la vicenda della gallina smarrita.
Essa apparteneva alla nobiltà di Babbaloni - più precisamente ai marchesi Dell'Ovo di Babbaloni, un ramo dei Birbanti. Da rampolla era stata educanda dalle Abbadesse, come si conveniva al suo rango.
Grazie a lei – che manteneva ottimi rapporti con l'Ordine delle pie sorelle babbalonesi – molte circostanze scomode, per non dire intricate, erano state risolte con religiosa risolutezza e... l'aiuto della Provvidenza!
Con leggiadro quanto inaspettato slancio la vicesindaca si era affacciata al balcone del Municipio per proclamarsi "madrina" della Gallina d'Oro e annunciare l'imminente partenza della processione!
Ipso facto, il sindaco non poteva che affidarsi impotente alle doti naturali e "prorompenti" della aristocratica subalterna. Beninteso... per il bene del paese! E del suo.
La donna era montata sul carro del vessillo in un provocante abitino in bianche piume di gallina e una cresta di corallo rosso, mostrando ai babbalonesi la sua traboccante procacità!
I carri e le carrozze erano pronti nella piazza del Municipio. C'erano le carrozze dei principi Birbanti di Gallinarai, dei marchesi Dell'Ovo di Babbaloni, i Malandrini della Torre, i Lestofanti di Salsapariglia e i Bischerj del Cartoccio. Seguivano i carri folcloristici del partito di maggioranza - il Partito Buono - e quello all'opposizione - il Popolo del Rinascimento - per ultimi gli spennacchiati carretti dei lavoratori babbalonesi.
La processione della Gallina di Babbaloni poteva cominciare!
(fine della seconda di tre parti)
BODY
Neil Gaiman spiega a un ragazzino di 14 anni come diventare uno scrittore
Su un social un giovinetto di belle speranze scrive all'autore di Sandman: come si fa a diventare scrittore? Ecco i consigli minimalisti (brevi ma di sostanza) articolati in quattro punti. Neil Gaiman tra l'altro aveva già dato consigli del genere in passato.
Nerdy Craigslist founder wants to change the world -- starting with your news
Negli Usa stanno riscoprendo tutto quello che è social in rete ma non è Facebook (o Google). C'è una motivazione psicanalitica neanche troppo oscura dietro questo movimento. Ma l'intervista al fondatore di Craiglist, il gigantesco sito di annunci da noi praticamente sconosciuto, è in ogni caso molto godibile.
The Best Response to an Insult Involves an Ancient Philosophy
Mia nonna diceva sempre: non raccogliere le provocazioni. L'insegnante di arti marziali predicava il rispetto del proprio avversario e della propria rabbia interiore per non lasciarsene vincere. Il compianto Alberto Spreafico, docente di Scienza politica, sosteneva che l'odio è un carbone ardente che brucia chi lo tiene in mano, non chi lo ha acceso. Ebbene, tutte queste cose non le troverete in questo sapido articolo di Medium, ma qualche ragionamento interessante e un po' scontato sullo stoicismo (almeno, per chi ha fatto studi umanistici) fa sempre piacere, dai.
Build a Raspberry Pi powered live train station sign for your desk
Estate, tempo di relax, ozio creativo, bricolage e piccoli progettini. Eccone uno su misura per i più creativi tra di voi (oppure per qualche amico creativo a cui inviare questa newsletter: gente, allarghiamo il giro!), cioè costruirsi un piccolo tabellone per le segnalazioni ferroviarie da scrivania con un Raspberry Pi. Se non fosse che cerco di avere una vita (e uso un portatile) ci starebbe tutto. Magari con il tabellone di un aeroporto però.
Raspberry Pi Rival Pine64 Unleashes $200 Rockchip-Powered Pinebook Pro Linux Laptop
E visto che abbiamo parlato di Raspberry Pi, parliamo di Pine64, che invece è la base per questo portatile Linux ultra low cost ma non così sfigato come si potrebbe pensare. Funziona bene anche con BSD.
‘It’s a superpower’: how walking makes us healthier, happier and brainier
La mia ginnastica preferita è camminare. Serve per tenere la schiena e le gambe in moto, serve per respirare di più, serve per pensare meglio, serve per prendersi del tempo, serve per avere una misura dello spazio. Camminare è bello, e fa anche bene allo stress e all'ansia. Basta palestra, evviva la camminata.
Burnout
La storia di quelle due volte che il narratore di questo articolo è andato sotto il camion di brutto con il lavoro e ci sono voluti mesi prima che si ripigliasse. Dedicato a tutti quelli tra noi (ehi, sì, sto parlando proprio con te) che sono finiti sotto il camion almeno una volta.
The arm’s-length flats of Tokyo
Se poi pensate che in burnout si vada solo per il troppo lavoro, dovreste provare a vivere un po' in questi appartamentini di Tokyo che se ti siedi sul letto con il braccio tocchi il muro di fronte. E il letto oltretutto è un futon.
Was the Automotive Era a Terrible Mistake?
La nostra società è costruita in buona parte sulla capacità che abbiamo di spostarci e di spostare le nostre merci. E questo avviene in maniera preponderante utilizzando le automobili e i camion. E si tratta non solo di un costrutto sociale ma anche di un costrutto sociale profondamente sbagliato.
Why do some people develop the lost camera films of total strangers?
Per chi non conosce la storia dietro Vivian Mayer, la tata con la passione per la fotografia che è diventata famosa post mortem grazie a due tizi che hanno trovato a una asta (e sviluppato) migliaia di suoi rullini esposti in quarant'anni di attività, il dubbio effettivamente si potrebbe porre. Ma il senso dietro a questo tipo di attività è solo uno: l'avidità. Il resto viene tirato fuori solo per fare conversazione.
Who’s The Face Behind FaceApp? Meet The Rich Russian Who Built The Wildly Viral App
Parlando di fotografia, perché non leggere la storia - notevole, devo dire - dell'uomo dietro a FaceApp, la scandalosa app russa che è stata accusata di rubarci il volto?
The Birth of the Semicolon
A suo tempo, sul mio blog, avevo lanciato la campagna per salvare il punto e virgola. Adesso, 13 anni dopo, ci arriva anche la Paris Review (che emozione!) ma lo fa in un modo quantitativo e un po' sgradevole, di tipografia hipster e non di storia della cultura, se devo essere sincero. Ma è solo una sensazione a pelle, devo indagare di più per capirla. In ogni caso si parla del punto e virgola anche qui.
You’re very easy to track down, even when your data has been anonymized
In realtà non serve che ci sia qualcuno che ci "ruba" i dati: anche quelli che forniamo volontariamente con la garanzia che siano resi anonimi in realtà possono essere usati a fin di male.
My Frantic Life as a Cab-Dodging, Tip-Chasing Food App Deliveryman
La più bella definizione dei servizi della gig economy tipo Uber o le consegne del cibo a casa per mezzo euro è quella che dice "è la scoperta da parte dei maschi nerd bianchi della schiavitù". Sul fenomeno della gig economy si è scritto molto. Un modo classico per farlo, che si rifà all'indagine stile "gonzo journalism", prevede che il più giovane della redazione venga mandato a passare una giornata (o una nottata, a seconda degli orari di lavoro) con i fattorini, con le prostitute, con i barboni la notte di Natale etc. Lo fa anche il New York Times, ma siccome sono i primi della classe, l'articolo multimediale è da paura.
Analysis by Oracle Internet Intelligence Highlights China’s Unique Approach to Connecting to the Global Internet
Si parla da tempo dei piani di Vladimir Putin per "isolare" l'internet russa, o del grande firewall cinese. Ma se ne parla a sproposito, sia dal punto di vista tecnologico che, soprattutto, di reale topologia della rete. Oracle ha pubblicato questo report sull'argomento che, invece, è molto interessante, e dice più di quello che ho letto finora sull'argomento.
The Hotel Hackers Are Hiding in the Remote Control Curtains
La prossima volta che siete in un hotel, o su un treno, in un bar o in un ristorante, insomma in un posto dove si condivide la connessione internet con il WiFi, pensate che ci sono tizi brutti e cattivi che lurkano nell'ombra.
When Open Source Software Comes With a Few Catches
Secondo me era già visibile ancora prima dell'arrivo di Android, il sistema operativo dei telefonini fatto da Google che sfrutta l'open source per farci sopra le sue cose. E cioè con la causa che aveva contrapposto Novell a Ibm e la Fondazione Linux intorno al 2005 con l'accusa di aver "copiato" Unix dentro Linux. Ibm era rilevante come bersaglio perché nel tempo ha investito due miliardi di dollari su Linux (oggi è Microsoft il più grande investitore) e questo come molti altri progetti "open source" sono in realtà sviluppati da programmatori professionali dipendenti di aziende che vogliono avere strumenti potenti e calibrati sulle loro esigenze. La ciliegina sulla torta è il cloud: servizi totalmente chiusi e a pagamento basati sul software open, e tanti saluti all'utopia che c'era dietro.
The Fundamental Link Between Body Weight and the Immune System
Tutte le volte che leggo articoli come questo penso: ma se la nonna diceva "mangia meno, meglio e muoviti di più", perché non ci possiamo accontentare e trovare modi magari più intelligenti e divertenti di farlo, anziché cercare sempre altre spiegazioni che sono poi modi per dare la colpa sostanzialmente ad "altri", magari sequenze di Dna ma sempre "altre" rispetto alla nostra coscienza? (Grande nonna, tra le altre cose: finirà che le dedicherò un numero di Mostly Weekly).
The Invention of Twang
La prima chitarra elettrica degna di questo nome secondo me (perché sul tema c'è dibattito) è stata la Telecaster (che in realtà si sarebbe chiamata Broadcaster ma per motivi di marchi registrati è diventata brevemente No-caster e infine Telecaster) della Fender di Leo Fender. Ed è famosa per il suo suono, un fenomenale "twang" che può essere distorto e aggiustato in vari modi. Beh, credevo di saperla lunga, ma questo articolo di The Believer la sa molto ma molto più lunga (Ah, tra l'altro The Believer ha rinnovato grafica, ne riparleremo appena mi arriva il numero 126, perché dire che la rivista è conservatrice è dire poco).
How writers can get work done better with Git
Mi sto occupando di alcuni progetti che mi costano un doloroso salto indietro, ai primi anni Novanta, quelli in cui era obbligatorio usare Microsoft Word e addirittura Windows e Internet Explorer, se si voleva essere compatibili. Blah. La cosa mi spiace molto, anche perché da anni non uso più software Microsoft o Adobe (con quello Apple invece mi trovo più che bene, grazie). Per questo forse guardo con una nostalgia eccessiva altri strumenti totalmente inutili e desueti ma straordinari e deliziosi nel modo con il quale si integrano tra loro e con la rete. L'idea di usare Git come strumento di versionamento e sincronizzazione dei propri scritti in prosa richiede molte assunzioni, non ultima quella di lavorare con documenti di testo semplice (che con il Markdown è una passeggiata) e avere app smart anche su iOS non è un problema: iA Writer e Working Copy (cioè Git su iOS) sono un esempio perfetto di integrazione in questo senso. Tutto questo però è totalmente inutile nel mondo dei robottini da ufficio, quelli per i quali l'informatica inizia e finisce con l'Ecdl. Sigh. Non dico che la mia soluzione sia migliore, ma almeno ho avuto la libertà di pensarla e costruirla, anziché passare il tempo a fare il muratore dentro SharePoint.
History and effective use of Vim
Ok, non resisto: ecco un altro articolo piuttosto ben fatto su Vim. Totalmente fuori fuoco se si parla di scrittura in prosa, me ne rendo conto. Anche se con VimWiki in realtà qualcosa si potrebbe ancora fare.
Announcing Our New Poetry Editor, Vijay Seshadri
La Paris Review ha un nuovo editor della sezione poesia: Vijay Seshadri, che è il dodicesimo in 66 anni di storia della più prestigiosa rivista di letteratura americana.
Forget forgetting
Non so perché ma nel mondo ci sono sempre più app per scrivere in markdown, ognuna in abbonamento e in una piccola nicchia, per cercare di monetizzare poche centinaia di utenti-pagatori ricorrenti. Interessante modello di business un po' parassitario però. A parte Mochi, segnalo anche Inkdrop e la spiegazione data dal suo sviluppatore giapponese.
Toilets of the World
Giusto per concludere in bellezza questa sezione: il sito meno curato (è un vero cesso, pun intended) ma più completo per quanto riguarda le toilette del nostro pianeta. Ogni viaggio una vera esplorazione.
Ready to run – Foto © Antonio Dini
TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo
In questi giorni mi sono capitati fra le mani:
TSUNDOKU POETRY ROOM
Un oggetto di poesia alla settimana, a cura del poet-in-residence Roberto R. Corsi (@rrcorsi)
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.
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