September 29, 2019

[Mostly Weekly #30] Self-delusion

Mostly Weekly #30

La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)

A cura di Antonio Dini
Numero 30 ~ 29 settembre 2019


“Si conobbero. Lui conobbe lei e se stesso, perché in verità non s'era mai saputo. E lei conobbe lui e se stessa, perché pur essendosi saputa sempre, mai s'era potuta riconoscere così”. – Italo Calvino


HEAD

La prima volta che ho incontrato la fan-fiction (in particolare la slash fiction) su internet è stato per una ricerca sulle narrazioni a cui all'epoca lavoravo; la ricerca coinvolgeva in quel caso Star Trek (praticamente: era la love story tra il capitano Kirk e il signor Spock). Sono passati più di venti anni e riscoprire qui che l'idea va ancora avanti, anche e soprattuto nella politica americana, è una piacevole sorpresa (ps: andatevi a cercare le immagini dei lamantini).

Senators Ted Cruz (R-TX) and Marco Rubio (R-FL) are nestled in one another’s arms, sweat glistening on their muscled chests. They kiss softly and tenderly. It’s the middle of the night in a hotel somewhere on the campaign trail, and they are in love.

“So, if you were an animal, which would you be?” asks Ted.

“Let me think,” says Marco. “A manatee.”

McDreamy, McSteamy, and McConnell
 

 

Last Exit – Foto © Antonio Dini


In questo numero:

- Head
- Body
- Vim Corner
- Tsundoku Regular
- Tsundoku Poetry Room


BODY

XKCD’s Randall Munroe on his new book How To and the joys of using science to build lava moats
È uscito un nuovo libro di Randall Munroe, aka XKCD, me lo sono comprato ed è veramente bello.

Citizens need to know numbers
Dovrebbe essere una lettura obbligatoria in tutte le scuole (incluse quelle di giornalismo). E c'è anche il libro, a quanto pare: The Art of Statistics.

iPhone 11 Pro camera review: China
Una bella recensione, fatta bene da un fotografo, della parte che è più interessante dei nuovi iPhone 11 Pro: le fotocamere (perché sono tre). E sono belle anche le foto (a differenza di quelle fatte da noi giornalisti).

A love letter to my website
Credo di aver già linkato un'altra volta questo web designer che continua a tornarmi fuori nei vari aggregatori e newsletter che seguo. È l'idea non solo hipster di un sito web statico e fatto su misura, artigianale. Vedremo se ci arriviamo. Tra l'altro sarebbe un ottimo contenitore per questa newsletter.

UCLA’s 1948 Mechanical Computer
Quando i computer erano macchine, nel vero senso della parola. Un video d'annata piacevole per chi ha interesse per queste cose. Per chi vuole fare filotto, ecco spiegato come fare a visitare il museo dei computer di Cambridge.

BLUF: The Military Standard That Can Make Your Writing More Powerful
Lo standard di scrittura dei militari è un approccio razionale-pragmatico, da geniere (che è la versione militare dell'ingegnere). In pratica: scrivere subito e in modo chiaro quel che si vuole dire. È un modo quasi brutale e assolutamente non "letterario", ma viene rifunzionalizzato come strumento di comunicazione in un periodo di crisi dell'attenzione e scarsità di tempo libero. (BLUF vuol dire bottom line up front).

VIM CORNER
Lo so, sto trascurando l'angolo nerd, quello che mi piace chiamare Vim Corner, anche se Vim c'entra fino a un certo punto. Da questa settimana provo a renderlo una sezione istituzionale, anche perché con questo numero di Mostly Weekly ci saluta la Poetry Room, perché si è esaurita la spinta creativo-recensiva di Roberto R. Corsi. Troveremo altri modi di approvvigionarci ci poesia, non temete.

Per questa prima volta del corner segnalo la versione 0.4.0 di NeoVim (che da un po' mi intriga molto), la 2.0 di Textmate (che non mi intriga ma ha senso e i ringraziamenti sono gentili) poi la Pure Bash Bible che raccoglie un milione di cose che si possono fare usando la bash direttamente senza ricorrere ad altre cose strane, un impallinato che si emoziona perché The exponential function is a miracle (contento lui), il servizio di domain name xip.io (questo sì che è figo) che permette di avere wildcards sulla rete locale, una tonnellata di cose utili che si fanno con Vi ed ED (si lo so, lo so: pun intended), un tizio che fa siti web statici usando solo find(1), grep(1) e lowdown con uno scriptone per la shell che ha chiamato ssg cioè static site generator, e infine CopyMonkey, che promette di creare un font su misura basato sulla vostra scrittura.

Hello? Hello? – Foto © Antonio Dini



TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo

In questi giorni mi sono capitati fra le mani:

  • Creative Selection di Ken Kocienda è il libro che racconta il processo di design e creazione dei prodotti nella Apple "classica" di Steve Jobs. Kocienda è la persona che è stata incaricata da Scott Forstall di occuparsi della tastiera multitouch dell'iPhone, il primo telefono a voler innovare (anche) su quel particolare aspetto. Nel libro Kocienda racconta cosa vuol dire fare delle demo per Steve Jobs, com'è stato lavorare per l'azienda durante la sua età dell'oro e il modello di design evolutivo che ha aiutato Apple a diventare la più grande società per capitalizzazione di mercato del pianeta.
  • Trick Mirror di Jia Tolentino è un libro molto interessante, confezionato anche meglio. Ma si sa, gli anglosassoni sul vestito ci lavorano bene: lo "specchio degli inganni" ha come sottotitolo "reflections on self-delusion" ed è un viaggio allucinante attraverso il fiume dell'illusione che scorre proprio sotto la superficie delle nostre vite: incentivi e abitudini che ci plasmano e ci modellano. L'autrice descrive in diciotto saggi pubblicati subito dopo la nomina di Donald Trump a presidente i prismi culturali che l'hanno plasmata e modellata: l'ascesa terribile dei social; il tipo del truffatore americano come modello di eroe; il viaggio dell'eroina letteraria da principessa coraggiosa a donna sconfitta e amareggiata; l'idea che tutto, compresi i nostri corpi, dovrebbe diventare sempre più performante e bello, fino alla morte. Se non fosse così clamorosamente scritto bene e intelligente sarebbe "solo" un libro tremendo e tristissimo.
  • I'm with the Band di Pamela Des Barres è l'autobiografia (scritta assieme a Dave Navarro, che non penso sia parente dell'ex portavoce della Santa Sede) della più importante groupie della storia del rock. "Le confessioni di una groupie" vanno prese nel verso giusto perché il termine oggi è svuotato del senso che in realtà ha avuto, e che per certi versi potrebbe essere comprensibile accostandolo a quello di cortigiana. Il libro non è eccezionale dal punto di vista letterario, ma è una testimonianza importante perché tratteggia il ritratto di una donna forte che ha un progetto di affermazione della sua identità come persona (e non in quanto "donna"), anche attraverso la sessualità. A guardare bene, l'accento denigratorio del termine groupie ha a che fare proprio con il fatto che la libertà e il desiderio di trasgressione di una donna è messo su una scala completamente diversa da quella di un rocker, cioè di un uomo. In questo senso, oltre che un memoir pieno di gossip piccante, è anche un libro profondamente femminista.
  • Ritratti in jazz di Haruki Murakami è considerato (a ragione) un libro "minore" dello scrittore giapponese, che per un certo periodo ha gestito un jazz bar a Tokyo. Il libro è un percorso attraverso i gusti musicali, i ricordi e i pensieri dello scrittore, che indulge nello stesso filone praticato ad esempio da Nick Hornby (ma con una chiave diversa e tutt’altro effetto) con Alta fedeltà. Il risultato del libro è che "ogni pagina è un consiglio per l'ascolto"; consiglio più o meno apprezzato.
  • Goodbye dei Cream è l'ultimo  dei quattro album ufficiali del supergruppo inglese composto da  Eric Clapton, Jack Bruce e Ginger Baker. È composto da sei canzoni (edizione originale) tre live e tre in studio, che diventano sette con un inedito nella successiva edizione in cd. È un disco molto bello e i Cream sono un monumento della musica rock: autodistruttivo e ed esplosivo al tempo stesso, con una passione blues che non si è mai completamente realizzata, nonché (per quel che può valere) anche uno dei miei gruppi preferiti di sempre. La menzione del disco e del gruppo è purtroppo finalizzata al fatto che, dopo la scomparsa del bassista Jack Bruce il 25 ottobre del 2014 (ma a me sembra ieri), adesso a stare molto male è il batterista Ginger Baker: la famiglia ha detto quattro giorni fa che la situazione è critica e bisogna pregare per lui; temo purtroppo non gli resti più molto tempo. Una buona preghiera è riascoltare la sua musica.


TSUNDOKU POETRY ROOM
Un oggetto di poesia alla settimana, a cura del poet-in-residence Roberto R. Corsi (@rrcorsi)

  • Sono un deserto, di Sergio Pasquandrea, Faloppio (CO): Lietocolle, 2019, pp. 75. In questo libro di Sergio Pasquandrea, autore coltissimo e versato in pressoché tutte le arti liberali, ritrovo (forse un po' narcisisticamente, pensando al mio stesso cammino) la "discesa parabolica" di ogni sapiente. È lontano l'entusiasmo nel seminare il proprio sapere (che per il sapiente non è mai materia di sfoggio ma vivissima: si vedano le cd. "ekphrasis", parafrasi poetiche di opere d'arte - con disegni dello stesso autore - contenute nel volume Approssimazioni e convergenza, edito da Pietre Vive). Qui invece siamo alla messa in discussione dello stesso persistere nel mondo; soprattutto in una sezione (L'area di Broca), che rappresenta in modo perentorio tutto il disagio degli stessi "salvàti" («con quale diritto vivere / con quale arroganza respirare?») di fronte all'evidenza sempre meno taciuta della globale sommersione (o, appunto, desertificazione - con quel "sono" del titolo che può essere contemporaneamente prima persona singolare e terza plurale).


I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.

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