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(quella che esce quando è pronta)
A cura di Antonio Dini
Numero 32 ~ 13 ottobre 2019
"To live is the rarest thing in the world. Most people exist, that is all." — Oscar Wilde
HEAD
Una delle cose che mi viene spesso rimproverata - dal mio punto di vista invece tendo a considerarla un pregio - è la mia rigidità caratteriale al limite del dogmatismo. E in effetti se pure indulgo nell'idea di essere una persona capace di adattarsi a molte cose, sono in realtà estremamente rigido e inflessibile su moltissime altre. Tanto che probabilmente, mentre scrivo, mi viene da pensare che la mia auto-rappresentazione come individuo adattabile e flessibile sia in realtà molto periferica rispetto al vero nocciolo della mia personalità (però sono bravo con gli eufemismi).
Comunque, sia quel che sia, sono rimasto abbastanza colpito da questo articolo su The best life possible, che parla di malattie e sofferenze croniche e del modo con il quale entrare in contatto con se stessi per accettarsi e quindi poterle gestire. Mi piace l'approccio positivo, la visione del bicchiere mezzo pieno. E l'opportunità, anche per chi non ha una malattia cronica, di guardarsi per conoscersi meglio. Per imparare.
Generally, living as rich and meaningful a life as possible when you are struggling with a chronic illness requires a great deal of psychological flexibility. With chronic illness, rigidity in your thinking and behaviour is the greatest barrier to living well with your illness. The only thing you can count on is the fact that you never really know what your day is going to look like, and that things are always changing.
Scorci di benessere – Foto © Antonio Dini
In questo numero:
- Head
- Body
- Apple Corner
- Vim Corner
- Tsundoku Regular
- Tsundoku Poetry Room
BODY
Nella vita si possono fare tante cose. Una è cercare di mettere ordine (Mostly, I Write e Mostly Weekly nascono per metà da questa esigenza, dopotutto) e magari fare delle liste per essere più organizzati. Ma questo tipo che ha fatto un listone con 20,000 Startup Ideas secondo me è andato un cincino un po' troppo in là.
Tipo: l'idea 1242 è "Oversee subject enrollment to ensure that informed consent is properly obtained and documented." Meh.
Quando Prince è stato trovato cadavere in un ascensore della sua casa, il 21 aprile 2016, il suo percorso artistico aveva attraversato quattro decenni di storia, evoluzioni, maturazioni, repentini cambi di rotta. Tra le varie fasi della sua vita musicale e personale (le due cose si sono sempre fuse, per l'esigenza credo di una profonda verità artistica) ce n'è stata a che una molto ma molto religiosa, che non lo ha per niente aiutato da un punto di vista commerciale. Con questa Analysis: Prince “One Song” è possibile esplorare un po' di più questo aspetto meno noto della vita e dell'arte di Prince.
La maturità emotiva nelle persone si sviluppa in maniera differente da quella fisica: cresciamo più o meno automaticamente ma possiamo trovarci a un'età veneranda con una capacità incerta di conoscere e gestire le nostre emozioni. Vale per uomini, donne, bambini, preadolescenti, adolescenti, preadulti, e tutto il resto della banda. Questi 3 Key Traits of Emotionally Mature Adults sono una buona guida, se non altro perché - al di là della retorica fastidiosa dello psicologo che li descrive - offrono alcune indicazioni sensate per orientarsi (se la vostra mente è di quelle che funzionano cercando di orientarsi). Di orientamento differente ma sempre minimamente utile, c'è This One-Minute Exercise Can Seriously Boost Your Mood. Funziona? Un po' sì, ma è per le menti che non hanno bisogno di orientarsi. Occhio però che questo tizio se potesse vi venderebbe anche un appezzamento di palude in Florida, soprattutto se lo guardate negli occhi troppo a lungo.
Una delle cose belle quando si va per connessioni ortogonali è la possibilità di incontrare cose meno note e addirittura ignote o anche semplicemente molto personali. È il caso di una pagina del sito di Gary A. Donahue, che non so chi diavolo sia ma che ha scritto una pagina molto bella su suo padre, Everett B. Donahue, scomparso troppo presto. Alla fine, è per emettere questo genere di messaggi deboli ma "veri" che abbiamo inventato i blog, no?
Un'estate di una vita fa ero in California che facevo il giro dei parchi (Sequoia e Yosemite per poi andare al lago Tahoe). E sono passato dal lago Mono, che è stata una sorpresa notevole. Tant'è vero che ogni volta che riparto da San Francisco alla volta della costa est o dell'Europa l'aerovia passa quasi sempre sopra il lago - che rimane di solito sulla destra dell'aereo - e mi torna il pensiero alle stranezze di quel piccolo ecosistema. Perché California’s Saltiest Lake Is Chock-Full of Bizarre Roundworms e le bestiole fanno veramente impressione.
Collapse OS (bootstrap) è un sistema operativo progettato per funzionare con microprocessori Z80 a 8 bit. Il microprocessore Z80 a 8 bit è stato scelto per la sua ampia disponibilità, in quanto viene utilizzato in computer desktop, registratori di cassa, strumenti musicali, calcolatrici grafiche e molti altri componenti elettronici. Collapse OS è stato creato per un futuro in cui l'elettronica prodotta in serie non esiste più. In uno scenario in cui i sistemi elettronici non sono più comuni o di facile manutenzione, coloro che hanno ancora accesso ai sistemi informatici hanno un enorme potere politico e sociale. Le persone che hanno la possibilità di recuperare dalle macerie della nostra scomparsa civiltà (Winter is coming, ricordate!) le componenti elettroniche e riprogrammarle sarebbero i vincitori del dopo-bomba.
Lo scopo operativo di Collapse OS è costruire un sistema in grado di funzionare su macchine minimali e improvvisate, interfacciarsi attraverso dispositivi terminali improvvisati, modificare file di testo, compilare file sorgente dell'assemblatore per una vasta gamma di processori, leggere e scrivere da una vasta gamma di dispositivi di archiviazione, e replicarsi. Fantastico! Io ci comincerei a lavorare oggi. Perché esiste uno sviluppatore che ha pensato a tutto questo? Qual è la ragione di chi ha creato il progetto? La risposta è intrigante e logica:
I'm doing this to mitigate a risk that I think is real. Not inevitable, but likely enough to warrant a modest effort.
Cambiamo registro. Già a Berlino le opportunità derivanti dalla caduta del muro in termini di spazio urbano (leggi: edificabile) sono state notevoli. Adesso, trent'anni dopo, questa presa di consapevolezza che la cintura del confine tra Germania dell'Ovest e DDR, The Green Curtain, è altrettanto palatabile e importante come spazio sospeso e immutato in un territorio fortemente antropizzato è davvero intrigante.
La domanda è semplice: Is Amazon Unstoppable? è la domanda che si pone il New Yorker in questo articolo non breve che però ha il pregio di dire molto su quale sia la situazione del colosso dell'ecommerce americano, diventato il secondo datore di lavoro negli Usa e sostanzialmente libero di fare un po' quel che vuole nella scelta dei prodotti da mettere a scaffale (virtuale).
APPLE CORNER
In via eccezionale, questa settimana ci sono un paio di cose da raccontare a tema e le ho raggruppate qui
La prima, più breve. Ma è uno di quei consigli che ti cambiano la vita, se usate il Mac e guardate spesso le definizioni delle parole (o la loro traduzione). Premessa: ci sono diverse combinazioni di tasto o gesture per farlo, quella che uso io prevede di lasciare il cursore sulla parola e premere contemporaneamente control-command-D. Si può anche abilitare la gesture con il tap con tre dita o anche altro ancora. Facile e veloce. Ecco, però non è velocissimo il pop-up con la definizione. Ma se seguite il consiglio dell'anno di Craig Mod, il metodo diventa un vero fulmine di guerra:
Do you three-finger-tap to get definitions in macOS? Does it drive you bonkers that the lookup overlay tries to access wikipedia and other random non-dictionary things?
Sysprefs > Spotlight > [uncheck] "Allow Spotlight Suggestions" in Look up
Enjoy blazing fast definitions.
L'altra cosa, quella più lunga. Ho cambiato smartphone e smartwatch. Sono passato dall'iPhone XR all'iPhone 11 Pro e dall'Apple Watch 4 al 5. Bello (siamo nelle prime 24 ore e va tutto bene, poi vi dico meglio) ma la procedura vale la pena di essere condivisa - nel caso vi troviate a fare una cosa simile.
Per me ha funzionato intanto fare subito backup dell'orologio vecchio (accade automaticamente con il backup dell'iPhone a cui è appaiato), assicurandomi che fosse compresa nel backup anche l'app Salute nelle Impostazioni dell'iPhone. Poi ho aggiunto il secondo orologio al telefono (si fa con la app Apple Watch), configurandolo a partire dall'ultimo backup disponibile dell'orologio precedente, cioè quello fatto cinque minuti prima: difficile sbagliare. Mi ha solo chiesto di riconfermare le carte di credito messe su Apple Pay e il resto va via da solo. Le versioni del sistema operativo dei due orologi devono essere ovviamente uguali. Fatto questo e verificato di avere effettivamente portato tutto nel nuovo orologio, ho cancellato sulla app Apple Watch il profilo del vecchio Apple Watch (che si formatta e torna allo stadio iniziale). E poi ho rifatto il backup cloud di iPhone XR.
Vediamo l'altra migrazione, quella per passare dall'XR all'11 Pro con l'accortezza di accendere e configurare rapidamente il nuovo iPhone per fargli fare gli aggiornamenti (e l'enroll nel programma di beta di iOS 13 dove attualmente sono) spostando la mia sim nel nuovo iPhone. Avendo aggiornato e allineato i due telefoni alla stessa versione del sistema operativo (la seconda beta di iOS 13.2, che è ottima), sono andato in Impostazioni > Generali > Ripristina del nuovo e ho scelto Inizializza contenuto e impostazioni. Il telefono si svuota (chiede la password Apple Id per sganciarsi da "Trova il mio telefono") e si riavvia.
Senza iniziare la nuova configurazione ho semplicemente messo il nuovo iPhone accanto al vecchio, proprio vicini vicini. I due apparecchi mi hanno chiesto se volevo far passare i dati dal vecchio al nuovo e se volevo farlo passando dai iCloud o direttamente dal vecchio telefono. Ho scelto questa seconda opzione e in trenta minuti hanno fatto tutto. A quel punto ho spento il vecchio e aspettato qualche ora - sono andato a dormire - che il nuovo telefono tirasse giù tutte le varie app. Perché il passaggio dei dati è quello relativo ai dati creati dall'utente e non dalle app, che vengono invece riscaricate una per una dallo store.
Le uniche accortezze in questo caso per me sono state: aggiungere a mano le app in versione beta che provo con TestFlight, perché non si aggiornano da sole (per me è iA Writer). E poi cambiare rapidamente il nome del telefono (Impostazioni > Generali > Info > Nome) così non si fa casino con i vari servizi cloud, periferiche da collegare etc.
Infine, una volta ripartito, ho trovato praticamente tutto, ma dico tutto quello che ho configurato nel vecchio telefono, inclusi i dati del cloud in GoodReader e le password per gli accessi. L'unica cosa da ripristinare è stato Authenticator di Google, che uso per Google e Dropbox.
Prima però, con una vibrazione al polso quando avevo il nuovo telefono in mano, il nuovo Apple Watch mi ha chiesto conferma se volevo abbinarlo al nuovo iPhone (riconoscibile perché ha un nuovo nome e non quello dell'iPhone XR da cui l'ho clonato, vedi due paragrafi sopra). Ho risposto di sì sull'orologio e ha fatto tutto in dieci minuti, senza bisogno del mio intervento.
La procedura per Authenticator è comunque semplice: su un altro apparecchio (l'iPad in questo caso) basta andare sul web sulle rispettive pagine di Sicurezza - autenticazione a due fattori dei due servizi e selezionare di nuovo l'autenticazione con password e generatore di codici (più sicuro sulla carta degli sms, almeno negli Usa dove gli hacker fanno attacchi di questo genere). Il pairing si fa inquadrando con la telecamera il codice QR che viene mostrato sulla pagina web e poi inserendo il codice del generatore per verifica. Tempo totale delle due operazioni: 5 minuti.
In passato avevo criticato la procedura di passaggio da vecchio a nuovo device iOS di Apple perché c'è un quintale di dati e spesso manco ci stanno sul computer, oltretutto si muovono in maniera molto lenta. La soluzione a cui sono arrivati quest'anno (passaggio diretto da apparecchio ad apparecchio, oltre al cloud o al backup su computer) non è ancora perfetta ma è sicuramente un grandissimo passo in avanti.
Sul nuovo iPhone 11 Pro vi saprò dire più avanti, per quanto riguarda l'Apple Watch 5, l'unica differenza sostanziale è la possibilità di vedere sempre l'ora sullo schermo grazie al nuovo display e nuovo chip "risparmioso" e dopo 12 ore mi ha già completamente convinto. Adesso è davvero un orologio fatto e finito.
VIM CORNER
La password dei primi hacker? Il gruppo che alla fine degli anni Sessanta creò Unix (ha appena compiuto 50 anni) e il linguaggio C, era composto da un manipolo di geni del computer, diremmo oggi, cioè di veri hacker e scienziati, capaci di trovare soluzioni inedite e creative a problemi noti o non ancora noti. Ebbene, un ricercatore rovistando tra vecchie edizioni di Unix ha trovate nella versione BSD 3 il file etc/password che contiene - crittate - le password dell'epoca di Dennis Ritchie, Ken Thompson, Brian W. Kernighan, Steve Bourne e Bill Joy. Ha "rotto" la crittografia (piuttosto debole rispetto agli standard di oggi) per vedere che password usavano questi eroi peraltro molti dei quali ormai morti, ed è riuscito con tutti tranne che con uno. La più tosta è stata la Ken Thompson's Unix password, che poi - forzata con la forza bruta - è risultata essere una apertura degli scacchi scritta nella notazione descrittiva utilizzata dai professionisti:
ZghOT0eRm4U9s:p/q2-q4!
E la vostra password com'è? Resisterebbe una quarantina d'anni?
Da tempo il CSS, i fogli di stile delle pagine web e non solo, sono diventati una cosa talmente complessa che riuscire a lavorarci bene vuol dire sostanzialmente essere dei bravi programmatori (se invece siete bravi usando Adobe, è tutta un'altra cosa). Quelli di Firefox, cioè della Fondazione Mozilla, sono da tempo al lavoro per trovare delle soluzioni e adesso hanno trovato delle possibili vie da percorrere: ecco A Guide To New And Experimental CSS DevTools In Firefox che risolvono, secondo loro, vecchi e nuovi problemi.
Se volete giocare con Python, che è il linguaggio giusto per chi non ha molta esperienza, e il machine learning, streamlit offre delle risorse interessanti e accessibili.
Habemus TensorFlow 2.0.0 e il machine learning se ne rallegra in tutto il pianeta (ma vedi anche alla fine della sezione).
Tuttavia, anche qui: visto che parliamo di machine learning e dintorni, Memos è una app per App Store di Apple (costa pochi euro) che mette il naso nella vostra libreria delle foto sul telefono e riconosce le scritte presenti nelle immagini, oltre a identificare la tipologia di immagine, permettendo di ritrovare ad esempio ricevute, fatture, note di pagamento, ma anche insegne stradali e cartellini del prezzo (per dire due tipi di cose che fotografo per ricordarmele e poi passo mesi senza ritrovarle). Utile, se vi fidate.
L'altro giorno chiacchieravo di giornalismo americano con un conoscente, spiegando l'estrema proceduralizzazione della pratica, favorita anche da una lingua che permette forti schematizzazioni e automatizzazioni. Rileggendolo alla luce dell'articolo The Next Word del New Yorker, che indaga quando i contenuti del settimanale verrano realizzati da modelli specializzati di intelligenza artificiale, mi permetto di avanzare i miei dubbi sul senso dell'intera operazione da un punto di vista epistemologico. Come curiosità e divagazione intellettuale è invece fantastica.
CopyMonkey is a handwriting mimic app, cioè una simpatica app che rigenera la vostra grafia in modo automatico. Divertente come una spinta sulle scale.
Chiudiamo la sezione con il botto (spero). Questo potrebbe suonare come una novità per molti, ma secondo me invece questa analisi dello The State of Machine Learning Frameworks in 2019 è strategicamente molto interessante. Sembra che i ricercatori stiano abbandonando TensorFlow a favore di PyTorch, mentre nell'industria Tensorflow è ancora la piattaforma preferita. Un'analisi dei paper di ricerca pubblicati mostra infatti che la maggior parte degli articoli sul Machine Learning ha utilizzato PyTorch. Questo può essere dovuto a ragioni diverse: alla sua semplicità, alla completezza delle API e alle prestazioni complessive, ad esempio.
Tensorflow però è più rilevante dal punto di vista delle offerte di lavoro disponibili. Questo potrebbe essere dovuto in buona parte all'inerzia del mercato, in quanto PyTorch è ancora relativamente nuovo. Non bisogna però sottovalutare che anche i requisiti del mondo del lavoro sono diversi da quelli della ricerca: alcune aziende rifiutano l'uso di Python e richiedono l'esecuzione di codice sui cellulari.
Nel futuro di questo settore alcune nuove tecnologie, come TorchScript ed Eager, possono influire sul futuro di quali framework vengono più utilizzati. Questo è un passaggio fondamentale da capire perché i framework come PyTorch e Tensorfkow non solo consentono di ricercare o sviluppare ulteriormente i sistemi di apprendimento automatico, ma sono anche determinati per l'effetto di apertura o chiusura di aree di ricerca per via delle loro capacità tecnologiche inserite dal design.
Crossroads – Foto © Antonio Dini
TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo
In questi giorni mi sono capitati fra le mani:
TSUNDOKU POETRY ROOM
Orfani (spero momentaneamente) del poet-in-residence Roberto R. Corsi (@rrcorsi), ci si arrangia come si può. Forse anche questa settimana la portiamo a casa
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.
::END::
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