October 27, 2019

[Mostly Weekly #34] Post-Dramatic Stress Disorder

Mostly Weekly #34

La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)

A cura di Antonio Dini
Numero 34 ~ 27 ottobre 2019



"I don’t have a philosophy. I have a camera." – Saul Leiter


HEAD

Scrivo da un piccolo bar di San Francisco dove negli ultimi tempi amo fare colazione. Faccio fatica perché, a parte il jet-lag, utilizzo la tastiera a mezzo schermo di un iPad mini (sono anni che aspetto a gloria questo piccolo prodigio ma niente, mi tocca di soffrire) e non vado molto veloce. Dopo un Bush Street Morning Sandwich e un cappuccino non male, con l’aereo per tornare in Italia fra poche ore, quale momento migliore per indulgere in un po’ di esistenzialismo darwiniano?

In particolare, questo articolo di Michael Ruse, che si interroga sulla sua mortalità e soprattutto sul senso della sua vita. Affida al suo spirito e al suo intelletto scientifico il quadro di riferimento delle possibili risposte. Spinge un po’ troppo a mio avviso sulla risposta finale – con gli anni ho iniziato a diffidare di chi mi spiega il senso ultimo della vita, a prescindere dall’abito con cui è vestito – ma pare un uomo che ha raggiunto una saggezza e una pace interiore significative, e comunque la voce del suo ragionamento è piacevolmente serena. Mi fa pensare, e lo faccio ormai da tempo, che occorre molto più animo e molta più virtù in chi vuole condurre una vita retta ma non crede in una trascendenza personale, che non in chi confida in una fede salvifica. Ruse da questo punto di vista è un campione.

Draw it together. I have had a full family life, a loving spouse and children. I even liked teenagers. I have been a college professor for 55 years. I have not always done the job as well as I could, but I am not lying when I say that Monday morning is my favourite time of the week. I’m not much of a creative artist, and I’m hopeless at sports. But I have done my scholarship and shared with others. Why else am I writing this? And I have enjoyed the work of fellow humans. A great performance of Mozart’s opera The Marriage of Figaro is heaven. I speak literally.

This is my meaning to life. When I meet my nonexistent God, I shall say to Him: ‘God, you gave me talents and it’s been a hell of a lot of fun using them. Thank you.’ I need no more. As George Meredith wrote in his poem ‘In the Woods’ (1870):

The lover of life knows his labour divine,

And therein is at peace.

 

Breakfast in America – Foto © Antonio Dini



In questo numero:
- Head
- Body
- Vim Corner
- Tsundoku Regular
- Tsundoku Poetry Room


BODY

Far finta per davvero
Gli attori si perdono nei loro ruoli? Cosa succede al cervello, e alla mente, di una persona che interpreta un personaggio? Aeon ne parla qui, e la cosa è meno semplice di quel che potrebbe sembrare. A cominciare dalla possibile sindrome da post-dramatic stress disorder. Guardando il cervello come organo, per cercare di capire cosa cambia (ricordate quando si guardava il battito cardiaco, la respirazione e il colore della pelle?) si scoprono cose notevoli, Forse.


La casa prefabbricata di Nemo
Non ne capisco niente ma sono affascinato. In pratica, le barriere coralline di tutto il pianeta soffrono a causa dell'acidificazione dei mari. Il primo ordine di problemi sono i coralli che muoiono. Ma a parte loro, c'è un secondo ordine di problemi: molti pesci dipendono dalle barriere coralline come riparo dai predatori (ricordate "Alla ricerca di Nemo"?). Ricercatori dell'Università del Delaware hanno stampato modelli 3D di corallo basati su 50 immagini prese da ogni possibile angolazione. Li hanno testati e i pesci non hanno mostrato alcuna preferenza tra coralli reali e i modelli 3D. Adesso possiamo massacrare tutti i coralli che vogliamo.


Lavorare meno, lavorare lontano, soprattutto lavorare asincrono
Mi interessa moltissimo il tema del lavoro da remoto. È una delle conseguenze possibili dell'uso della tecnologia informatica applicata al modello di lavoro che abbiamo costruito negli ultimi due secoli. Ad esempio, alcuni studi stanno dimostrando che i lavoratori remoti sono più produttivi dei lavoratori in ufficio. I lavoratori remoti sono in grado di evitare i problemi legati all'essere dei pendolari, hanno un maggiore controllo sui loro giorni di lavoro e sono in grado di dedicare più tempo alla famiglia, agli amici e agli hobby. La comunicazione asincrona può essere un fattore positivo per la produttività e secondo alcune ricerche può essere applicata facilmente al lavoro d'ufficio. Essere in grado di rispondere ai messaggi secondo il proprio ritmo significa che i lavoratori hanno un maggiore controllo durante la giornata lavorativa, le comunicazioni sono più ponderate, le persone sono in grado di pianificare meglio e sono in grado di concentrarsi maggiormente sul lavoro piuttosto che essere costantemente in ballo per attività di comunicazione. La comunicazione sincrona è ancora necessaria per alcune attività, ma in generale la comunicazione asincrona è migliore per un ambiente di lavoro più produttivo e anche più felice.


Si fa presto a dire superstizione
Trovo questo articolo sull’immancabile Aeon (scusatemi, questa settimana va così) molto interessante. A parte il passaggio storico relativo ai tempi di Galileo e alle dinamiche storiche del suo processo, è l’idea di fondo che trovo intrigante. Riscrivere la storia, cancellando alcune nuance fondamentali, porta a distorsioni molto gravi e potenzialmente letali. Uno dei nemici del nostro tempo è lo scientismo e mal raccontare la storia dei tempi che furono di Galileo, opponendolo a un mondo di superstizione e religione (si veda Wittgenstein per la distinzione tra le due), si pecca ancora di più di chi riteneva sacrilego Galileo e l’idea di un sistema solare eliocentrico. C’era la scienza, era “cattiva scienza”, ma c’era. E farla scomparire in un niente schiacciato dalla teologia vuol dire perdere completamente la prospettiva su quel che è effettivamente accaduto.


Mayflower 2.0
Una nave che si guida da sola. L'idea è abbastanza logico. Il colpo di genio (del marketing) è stato chiamarla Mayflower e prepararla per un viaggio di 3.220 miglia da Plymouth in Inghilterra a Plymouth in Massachusetts. La ricorrenza è il quattrocentesimo anniversario del primo viaggio del Mayflower, quello originale. La nuova versione della nave dei padri pellegrini (che in realtà dopo due mesi sbarcarono a Cape Cod) è dotata di pannelli solari e di turbine eoliche e diesel. Il Mayflower 2.0 durante il viaggio condurrà delle ricerche con tre capsule di esperimenti sviluppate da ricercatori dell'Università di Plymouth. I tre pod serviranno per fare esperimenti relativi alla sicurezza informatica marittima, al monitoraggio dei mammiferi marini e alle microplastiche trasportate dall'oceano. Il supporto tecnico per la ricerca e la navigazione a bordo del Mayflower 2.0 è stato fornito da Ibm. Il Mayflower 2.0 utilizzerà la tecnologia di visione PowerAI di Ibm, e i server Power Systems, per utilizzare modelli di deep learning che le permetteranno di evitare gli ostacoli in mare.


Stories
Cosa vuol dire tenere un diario? C'è la riscoperta di questo approccio alla scrittura ma anche al nostro benessere mentale. Perché tenere un diario è innanzitutto un modo per parlare con noi stessi, tenere traccia degli eventi esterni (un po' come una agenda o un quaderno di ricerca) ma anche un modo per riattivare circuiti mentali che hanno bisogno di energia, movimento, azione. Come si fa? Ognuno a modo suo. E ovviamente c'è chi spiega come fa. A me piace molto il Bullet Journal, ma ci sono vari altri modi.


VIM CORNER

Dipendenze tecnologiche
Google ha molti strumenti software interni che aiutano i suoi ingegneri. Gli ex googler spesso hanno delle serie difficoltà a sopravvivere nel mondo reale dopo aver avuto accesso a questi strumenti. Questo repository contiene strumenti esterni e di Google stessa messi in open source che svolgono funzioni simili agli strumenti interni dell'azienda di Mountain View.


To the Infinite and back!
Alle volte avere degli obiettivi troppo ambiziosi può essere controproducente. Soprattutto se si lavora in ambienti collaborativi. È un po' complesso come ragionamento, ma dal punto di vista della tecnologia questa analisi di David Shayer per Tidbits secondo me è praticamente perfetta. Affronta un problema che è sotto gli occhi di tutti gli utenti iOS/iPadOS e macOS, cioè la miriade interminabile (nel senso che non pare avere fine) di problemi ai due sistemi operativi principali di Apple. Catalina e iOS 13 sono pieni di bachi per l'eccessiva lista di funzionalità che dovrebbero supportare e il giochino dei team di programmazione per cercare di smarcarla dal loro punto di vista, un problemi di feedback dal punto di vista dei crash report (non tutti i bachi finiscono con un crash), e il fatto che i bachi meno importanti e soprattutto i bachi vecchi (che ci sono da più versioni) non vengono risolti perché quel che interessa è tappare la falla delle regressioni, non affrontare i problemi in maniera ordinata. E poi la follia dei test automatici, che stanno diventando la regola (Apple li usa anche per fare il triage delle app sullo store e "vedere" se fanno cose che non devono) ma che in realtà sono una moda con un sacco di problemi.

 

Jimi Hendrix Red House – Foto © Antonio Dini


 

TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo

In questi giorni mi sono capitati fra le mani:

  • A Listener's Guide to Free Improvisation di John Corbett promette di essere un piccolo ma potente e gustoso libriccino che insegna qualcosa sulla musica e come ascoltarla. Speriamo bene.
  • Strange Stars: David Bowie, Pop Music, and the Decade Sci-Fi Exploded di Jason Heller è il nuovo libri di musica che sto leggendo in questo periodo. L'incrocio è fantastico: non solo Heller ha visto Bowie per la prima volta durante il suo Glass Spider Tour (come me), ma è anche appassionati di fantascienza. E chiude un cerchio, il rapporto tra musica rock e prog negli anni Sessanta e Settanta con la sci-fi, che mi è sempre parso molto interessante.
  • The Fender Stratocaster: The Life and Times of the World's Greatest Guitar and Its Players di Dave Hunter è una specie di pornografia delle chitarre, anzi di una in particolare, quella eponima del titolo. Ce ne sono un centinaio, fotografate da tutte le parti, con la storia del modello creato da Leo Fender negli anni Cinquanta e con i principali interpreti (Hendrix, Clapton, Gilmour e tutto il resto). Alla fine, da un punto di vista anche commerciale, quello realmente importante è stato solo Jimi Hendrix.


TSUNDOKU POETRY ROOM
Torna (in modo intermittente) il nostro poet-in-residence Roberto R. Corsi (@rrcorsi), in versione ancora più light anche questa settimana

  • Dire il colore esatto di Matteo Pelliti. Roma: Luca Sossella Editore, 2019, pp. 128 con illustrazioni. Un consiglio di "irregular poetry" per un libro appena uscito che ancora non ho letto, ma il cui autore conosco e apprezzo fino ad avermi ispirato una poesia ancora inedita. Si tratta di Matteo Pelliti, sarzanese classe 1972 che vive a Pisa e ha appena pubblicato la sua ultima raccolta Dire il colore esatto per i tipi editoriali tradizionalmente attenti alla buona poesia di Luca Sossella Editore.


I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.


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