March 01, 2020

[Mostly Weekly #52] L'amore è una malattia inesorabile, per di più contagiosa

Mostly Weekly #52

La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)

A cura di Antonio Dini
Numero 52 ~ 1 marzo 2020 



"La prima cosa nella vita è saper cogliere un'occasione. La seconda capire quando lasciarla perdere" – Benjamin Disraeli 


In questo numero:
Head
Body
Vim Corner
Tsundoku Regular
Tsundoku Poetry Room

 

 

Piange anche la musica – Foto © Antonio Dini​



HEAD
Al tempo del coronavirus

Come tutti, sono anche io schiacciato dall'emergenza del coronavirus, dall'ignoranza che la alimenta, dalla lotta politica vergognosa che neanche troppo nascostamente la provoca. Ma temo anche che, nel resto del mondo, il peggio debba ancora venire. Lascio questo spazio a una delle poche cose sensate che ho letto, la lettera del preside del liceo Volta di Milano. Anche se probabilmente l'avete già vista sui giornali, casomai spendete cinque minuti per leggerla.

“La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c'era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…”. 

Le parole appena citate sono quelle che aprono il capitolo 31 dei Promessi sposi, capitolo che insieme al successivo è interamente dedicato all’epidemia di peste che si abbatté su Milano nel 1630. Si tratta di un testo illuminante e di straordinaria modernità che vi consiglio di leggere con attenzione, specie in questi giorni così confusi. Dentro quelle pagine c’è già tutto, la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria…. In quelle pagine vi imbatterete fra l’altro in nomi che sicuramente conoscete frequentando le strade intorno al nostro Liceo che, non dimentichiamolo, sorge al centro di quello che era il lazzaretto di Milano: Ludovico Settala, Alessandro Tadino, Felice Casati per citarne alcuni. Insomma più che dal romanzo del Manzoni quelle parole sembrano sbucate fuori dalle pagine di un giornale di oggi. 

Cari ragazzi, niente di nuovo sotto il sole, mi verrebbe da dire, eppure la scuola chiusa mi impone di parlare. La nostra è una di quelle istituzioni che con i suoi ritmi ed i suoi riti segna lo scorrere del tempo e l’ordinato svolgersi del vivere civile, non a caso la chiusura forzata delle scuole è qualcosa cui le autorità ricorrono in casi rari e veramente eccezionali. Non sta a me valutare l’opportunità del provvedimento, non sono un esperto né fingo di esserlo, rispetto e mi fido delle autorità e ne osservo scrupolosamente le indicazioni, quello che voglio però dirvi è di mantenere il sangue freddo, di non lasciarvi trascinare dal delirio collettivo, di continuare - con le dovute precauzioni - a fare una vita normale. Approfittate di queste giornate per fare delle passeggiate, per leggere un buon libro, non c’è alcun motivo - se state bene - di restare chiusi in casa. Non c’è alcun motivo per prendere d’assalto i supermercati e le farmacie, le mascherine lasciatele a chi è malato, servono solo a loro. La velocità con cui una malattia può spostarsi da un capo all’altro del mondo è figlia del nostro tempo, non esistono muri che le possano fermare, secoli fa si spostavano ugualmente, solo un po’ più lentamente. Uno dei rischi più grandi in vicende del genere, ce lo insegnano Manzoni e forse ancor più Boccaccio, è l’avvelenamento della vita sociale, dei rapporti umani, l’imbarbarimento del vivere civile. L’istinto atavico quando ci si sente minacciati da un nemico invisibile è quello di vederlo ovunque, il pericolo è quello di guardare ad ogni nostro simile come ad una minaccia, come ad un potenziale aggressore. Rispetto alle epidemie del XIV e del XVII secolo noi abbiamo dalla nostra parte la medicina moderna, non è poco credetemi, i suoi progressi, le sue certezze, usiamo il pensiero razionale di cui è figlia per preservare il bene più prezioso che possediamo, il nostro tessuto sociale, la nostra umanità. Se non riusciremo a farlo la peste avrà vinto davvero. 

Vi aspetto presto a scuola.
Domenico Squillace 


BODY
Clive Cussler

È morto, all'età di 88 anni, lo scrittore americano Clive Cussler. Uno dei maestri del best-seller, anzi del blockbuster d'avventura, deve la sua fortuna sostanzialmente al suo personaggio/alter ego, l'avventuriero Dirk Pitt. Cussler (che io non so perché per anni ho pensato si chiamasse "Clusser"), dopo una carriera in pubblicità e una passione per l'esplorazione, ha cominciato a scrivere nel 1973, non più giovane, esordendo con il suo primo romanzo, Enigma, che non è andato particolarmente bene. A decretare il successo dell'autore è stato il secondo libro, Recuperate il Titanic!, che diventa uno dei suoi libri più venduti di sempre. Negli anni il suo lavoro era diventato più "collettivo", con oltre una dozzina di collaboratori ai quali dava credito e firma in copertina. Il suo ultimo libro, appena uscito, si intitola Il destino del faraone ed è stato scritto assieme al figlio Dirk. Cussler non ha scritto solo storie di Dirk Pitt: infatti ha scritto anche altri cicli: oltre ai 25 libri di Dirk Pitt e ai 17 dei Numa Files, ci sono i 14 Oregon Files, le 11 avventure di Isaac Bell, le 12 avventure di Fargo e cinque o sei saggi (tendenzialmente manuali di scrittura d'avventura). Sino ad ora i libri pubblicati da Cussler sono in tutto poco più di 80 (a seconda di come si contano). 

Camminare e masticare
Qualche giorno fa per pura combinazione navigando navigando sono finito su questo video: Stevie Wonder surprises Nathan East at Namm 2020!. Ora, Nathan East è un signore con quasi quarant'anni di basso alle spalle, suona ancora come un ragazzino ed è uno dei turnisti più famosi (e incisi) del pianeta. Ha suonato praticamente con tutti, da Prince a Madonna passando anche per Stevie Wonder. E di molti è anche parecchio amico. Quando Steve Wonder passa a fargli un salutino sta suonando "Sir Duke", che è un classicone. Continua a suonare anche mentre scambia due battute con l'amico e collega, scatenando un'ondata di ammirazione esasperata nei commenti di YouTube, neanche avesse traversato il Mar Rosso a piedi: "Suona e parla allo stesso tempo!". Tipo: "Sa camminare e masticare la gomma al tempo stesso!". 

Il video mi ha fatto tornare alla mente una vecchia intervista video di Larry Graham, che è l'inventore dello "slapping", in cui spiega la sua tecnica. Solo che lo fa suonando e parlando, praticamente in metrica, e il tutto ovviamente allo stesso tempo: in un modo che sembra un gatto che cammina sui tetti miagolando alla Luna. Questo sì che è complicato e affascinante, anche se un po' esibito. Concordo tuttavia con chi commentava "Quest'uomo è così cool che il ghiaccio nei suoi drink non si scioglie mai". Tra l'altro, se East è un grande (molto completo musicalmente e con un forte ascendente nel jazz), Graham è praticamente un genio che dal funk è riuscito a rivoluzionare l'uso del basso e contemporaneamente a suonare cose pazzesche che pochissimi sono stati in grado anche solo di pensare prima di lui. Tutto questo con una considerazione di fondo: peccato che il basso – quello che per sentirlo nei concerti devi tenere una mano appoggiata sul cuore – rimanga lo strumento più sottovalutato della musica moderna e contemporanea. Un po' come il portiere da ragazzini: lo fa chi non sa giocare bene, cioè nelle band solitamente il chitarrista meno dotato. Grosso errore: con un buon portiere vinci i Mondiali. 

Rimanendo in tema di funk e di bassi, se volete sentire qualcosa di cheap ma con un bel tiro funky che forse vi metterà sottosopra, c'è questo video di Juna Serita, bassista e compositrice giapponese, che con una band (quasi) tutta nipponica ha scritto e registrato "Princess of Funk". E vi garantisco che non c'è niente di più matto che vedere una linea di ragazze giapponesi suonare i fiati in una canzone funk. Non sbagliatevi: è una figata. Ma strana, però. 

Infine, sempre per cose da millennials, c'è un sito dedicato allo strumento a quattro corde (if only) che ha messo assieme tre bei mischioni di bassisti da cameretta di tutto il mondo. I suddetti hanno fatto partire una linea di batteria e si sono registrati mentre slappano, plettrano, strummano, muteggiano, arpeggiano, fanno tapping, scivolano, smartellano e chi più ne ha più ne metta. Divertente. Il primo, il secondo, il terzo video della serie. Enjoy.

Vim Corner
(settimana complicata, sezione in versione minimale ma almeno musicofila)

Let's dance Cosa si può fare con GarageBand per iOS? Un sacco di cose. Questo signore, ad esempio, si è messo d'impegno e ha creato un canale dedicato alle sue cover di canzoni famose create in tempo reale sull'iPhone. 

 

 

All'epoca del contagio – Foto © Antonio Dini



TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo

Brevi consigli di lettura al tempo del coronavirus:

Alan E. Nourse - Il quarto cavaliere (1982)
Albert Camus - La peste (1947)
David Quammen - Spillover (2014)
Edgar Allan Poe - La maschera della Morte Rossa (1842)
Giovanni Boccaccio - Decamerone (1351)
Jack London - La peste scarlatta (1915)
John Bloomberg - Coronavirus (2020)
Justin Cronin - The Passage (2010) 


TSUNDOKU POETRY ROOM
La stanza della poesia di Mostly Weekly

Tutte le poesie di Edgar Allan Poe l'autore statunitense (qualcuno lo definisce "il primo scrittore alienato d'America") che, come sapete, è stato anche poeta: UlalumeThe RavenTamerlane. Sta qui perché considero lo scopritore (e tra i primi contagiati) di una delle malattie più dannose della storia: la modernità. 


I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.


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