June 21, 2020

[Mostly Weekly #68] I conti delle rese, le rese dei conti

Mostly Weekly #68

‌I conti delle rese, le rese dei conti

La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)

A cura di Antonio Dini
Numero 68 ~ 21 giugno 2020 




To be kind is more important than to be right.
— F. Scott Fitzgerald 



In questo numero: 

  • Head
  • Body
  • Tsundoku Regular
  • Tsundoku Live
  • Tsundoku Poetry Room
  • Ludologia






Stasera in Tv – Foto @ Antonio Dini




HEAD

Montanelli, il nostro test Invalsi
Nei giorni scorsi ho parlato, discusso e addirittura litigato con parecchie persone, in maniera sempre più accalorata, riguardo la "vicenda Montanelli". Non saprei come altrimenti descrivere questo ritorno, a quasi vent'anni dalla morte, di polemiche sulla persona, quel che rappresenta e i simboli che si è lasciato dietro o che hanno eretto per lui, inclusa la statua agli ex giardini pubblici. Imbrattarla? Toglierla? Pulirla? Demonizzarla? Proteggerla?

A un certo punto ho cominciato a pensare che la storia mi facesse scaldare perché, nonostante non lo abbia mai conosciuto personalmente, ho vissuto ai margini di parte del suo ecosistema. A parte la Toscana, dato che io sono fiorentino come lui era fucecchiese, e che assieme a Oriana Fallaci è stato uno dei giornalisti più rappresentativi del Novecento venuto fuori dalle mie parti, in realtà ho lavorato con alcuni dei suoi "allievi" (giornalisti nati professionalmente in uno dei suoi giornali). Al Sole 24 Ore, ad esempio, ho avuto come compagni di banco Ugo Tramballi e Leonardo Maisano. Bisogna anche dire che a Milano di ex montanelliani ce ne sono un sacco e una sporta, quindi probabilmente ne devo aver incrociati parecchi altri pur non sapendolo.

L'onda italiana del movimento Black Lives Matter ha colto Montanelli per quello che è stato e per quello che ancora rappresenta per una parte ancora decisamente vitale del potere, a partire da quello del Corriere della Sera: i suoi numerosi allievi e delfini sono in posizioni apicali e Montanelli, non lo dimentichiamo, è in parte ancora un discreto affare editoriale e soprattutto è un simbolo per la borghesia conservatrice milanese (e non solo). Ammesso che abbia ancora senso tutta questa retorica da salotti buoni milanesi e non solo, dove Montanelli fin da giovanissimo ha sempre vissuto molto a suo agio, ambizioso com'era. 

Negli anni ho letto libri di Montanelli (soprattutto volumi della sua Storia d'Italia) e su Montanelli (ad esempio, i lavori degli storici Sandro Gerbi e Raffaele Liucci), facendomene idee sempre diverse. Alla fine, dopo essermi scontrato con varie persone, ho pensato questo: il problema non è Montanelli. No, il problema siamo noi.

Voglio dire: Montanelli è stato un personaggio complesso all'interno di almeno tre fasi storiche diverse: il fascismo, gli anni Sessanta e Settanta, il declino dalla Voce al rientro al Corriere. Talmente complesso e significativo che diventa oggettivamente difficile dare un giudizio sulla sua vita. Una vita che vediamo da vicino perché si mischia con fasi della storia italiana e nostra personale. Montanelli ci riguarda perché tocca le storie dei nostri nonni, dei nostri genitori e le nostre. È una ferita aperta perché più vicina di quel che non crediamo, anche perché non abbiamo fatto molto per andare oltre. 

Montanelli è certo più vicino di Cristoforo Colombo, George Washington, Abraham Lincoln, ma anche Winston Churchill, che ci interessano assai poco, anche se sono finiti ugualmente nel mirino del BLM. Invece, il giudizio su Montanelli tocca al tempo stesso il nostro pubblico e il nostro privato, e genera un corto circuito che in Italia non si è mai risolto tra essere conservatore ed essere fascista, tra la retorica dei conservatori (valori, onore, coerenza) e la retorica dei fascisti (valore, onore, ardimento). Montanelli ha fatto il surf su questo, oltre ad essere stato monarchico, anticlericale e anticomunista. E poi, da buon provinciale che ha vinto il cuore dei salotti buoni, l'uomo ha avuto quel guizzo e quella spregiudicatezza e sicumera di giudizio che ne hanno fatto un maestro del pensiero, soprattutto da noi dove avere idee proprie – per quanto sbagliate – è assai poco comune.

Tuttavia, non fraintendetemi, la difficoltà non è nel personaggio. È piuttosto dentro di noi. Infatti, per dare giudizi storici e di valore occorre praticare un pensiero critico e aperto, capace di confrontarsi con la complessità della storia e del nostro tempo, con i valori, ma anche con l'idea dei valori e di cosa significano. Il giudizio su Montanelli in parte diventa, secondo me, anche un esercizio di epistemologia. E noi, noi semplicemente non siamo attrezzati per queste cose. Noi twittiamo, blogghiamo, litighiamo. E chi potrebbe avere competenze per discuterne, semplifica, tira via, fa i suoi interessi o quelli della sua parte, spesso cerca la rissa e la visibilità. Oppure spara a vuoto, per motivi vari che non conosco.

Insomma, quello che sentiamo e cerchiamo di esprimere, con maggiore o minore dose di intelligenza o sicumera, non è un giudizio su Montanelli, quanto i limiti della nostra capacità di discernimento. Il caso Montanelli è una specie di test Invalsi con il quale possiamo mostrare la nostra maturità, cultura e capacità di pensiero critico. Il che, nel mio caso, mi rende confuso e litigioso, forse perché offeso dallo svelamento di chi era in effetti uno dei simboli della mia professione.

Montanelli era molto bravo a scrivere, come altri, ma le doti che lo rendevano unico come giornalista e personaggio pubblico non erano quelle. Erano invece proprio quelle che non andrebbero celebrate perché non c'è niente da celebrare nel conservatorismo bieco, nella nostalgia antidemocratica e sdegnata, nell'aggressività che vive di negazioni, nei principi usati come armi di distruzione. Il contrario insomma della capacità di ascolto, empatia e voglia di costruire insieme che lo avrebbero reso semplicemente umano.

Così, nel mio piccolo ho capito che con i pezzi della storia di Montanelli che valgono per tutto l'insieme, con la sposa-bambina di 12 anni, il madamato, la violenza, il fascismo, la sua apologia e anzi l'attacco per portare avanti valori e idee che non solo non condivido, ma che ritengo nocive per la società e comunque nemiche della Repubblica nata dalla Resistenza e della sua Costituzione, non voglio avere a che fare. E se fosse per me non vorrei neanche che venisse celebrato, perché sinceramente non ci trovo più niente da celebrare: abbiamo dimenticato giornalisti che valevano dieci Montanelli, possiamo dimenticare anche l'ambizioso provinciale di Fucecchio che scriveva bene, ma come mille altri bravi come e più di lui. 



BODY

Zero
I nostri computer, a prescindere che siano in tasca, in mano, sul tavolo, in borsa, in auto, tra le nuvole, non sono mai stati così potenti ed efficienti. Sul serio: abbiamo macchine da fantascienza, e vi abbiamo mappato sopra la nostra vita. Passiamo ore e ore attaccati ai nostri computer, in qualsiasi forma siano realizzati. Però, dal punto di vista software, è un disastro. Nel senso: c'è poca cura, poca attenzione ai dettagli, poco di tutto. Mi sto occupando di un progetto e mi hanno "costretto" a utilizzare software di Microsoft che non avevo mai usato prima in vita mia (sono un utente macOS "puro"): Teams e Sharepoint, standoci dentro quotidianamente. È un incubo. E Word, che non vedevo da più di vent'anni? Peggio che andar di notte. Ma mica solo loro. Le applicazioni Electron come Slack? Scherzate? La stessa Apple sta facendo un disastro con Catalyst. Perché? Craig Mod ragiona parecchio sull'importanza del software e sul perché invece sia fatto male: hardware brillante in una valle di software avariato

Zero virgola cinque
La mindfulness va parecchio di monda: è una interpretazione hip della meditazione trascendentale virata ai bisogni moderni stile Marie Kondo. E magari serve anche (ogni generazione coltiva la sua nevrosi). Ma non va portata troppo in là. Ad esempio, nelle scuole, perché per gli adolescenti è la medicina sbagliata. Invece, la scuola va ripensata un attimo in funzione di altro: magari rileggendo una volta per tutte l'Emiliodi Jean-Jacques Rousseau, che ha influenzato tutti (da Jean Piaget a Johann Pestalozzi sino a Friedrich Fröbel) ma è in realtà poco frequentato e poco capito. Se invece preferite farvi un bel trip psichidelico da adulti e responsabili, qui ci sono alcune indicazioni di massima. Magari per esplorare il fandom di OnlyFans, che ruba i video porno ai performer che pensano di essersi messi in proprio, e li "liberano" sui siti adatti. Insomma, proletari della ghiandola mammaria? Invece, la vera cura per lo stress ce l'hanno da secoli gli olandesi (che pongono invero un problema in Europa), e si chiama Uitwaaien. Sapevatelo. 

Uno
Negli Usa c'è un problema grosso, che non è quello razziale. È Donald Trump, che sta mettendo in cortocircuito tutte le debolezze e le contraddizioni di quella società. La prima è la stampa. Ma anche gli assetti culturali in generale non sono messi bene: da un altro punto di vista, infatti, il genere di musica "bianca" per definizione, cioè la musica country, in realtà è tutt'altro che bianca, anche se si fa di tutto per cancellare la parte nera della sua storia. 

Uno e mezzo
Alcuni piccoli trucchi per la shell. Css Grid: il layout a forma di giornale (carino). Un css che trasforma la vostra pagina web in un qualcosa che sembra un documento LaTex: LATEX.css. Il repository The Incredible PyTorch contiene una lista di risorse praticamente senza fine su PyTorch compresi tutorial, riconoscimento degli oggetti, visualizzazione, ottimizzazione, compressione delle reti neurali e molto altro. Come funziona la geometria delle biciclette. Stiamo per scoprire cose importanti sulla radiazione di fondo del cosmo. È tempo di comparvi un monitor o aggiornarlo? Qui una lunga spiegazione (in inglese) che spiega molte cose. Il monitoraggio del Covid-19 in tutto il mondo: un comodo cruscotto. Questo matto (non trovo altre definizioni possibili) è convinto di poter guadagnare soldi scrivendo libri a manetta. Ignorando totalmente il problema dei contenuti dei libri o del perché si scrivano. Potrebbe fare l'editore.

Due
Fai da te: costruiamo la nostra stazione meteorologica (con calma). Costruire integrati come se fossimo ancora al Cern negli anni Settanta. Costruire, anzi piegare, un sacco di aereoplanini di carta. Disegnare grafici al computer come se fossero fatti a mano. Un piccolo trucco per evitare la pubblicità su Youtube: basta un punto

Due e mezzo
Un ragionamento sulle newsletter, come questa tra le altre cose. Perché, ecco, vedete: stanno diventando un fenomeno importante. Sembra che nessuno possa farne a meno. Qui il fondatore di Substack spiega un po' di cose. Invece, queste di Craig Mod, che citavo sopra per il software ma che fa anche meravigliosi libri online sul Giappone, sono tra le mie preferite.

Tre
No-code, zero-code, low-code: sono tutte buzzword per dire che una volta queste cose si facevano scrivendo del codice e adesso no. Nel senso: si mettono assieme dei pezzetti già fatti. Però non temete, fare il programmatore non vuol dire scrivere codice, ma analizzare i problemi, definire gli algoritmi e la logica dei problemi. In questo caso, la ricetta potrebbe essere molto utile, perché permette di digitalizzare parecchie cose per la casa: interessante.

Tre e mezzo
Biohacking Lite: come fare per perdere peso, oppure essere più in forma o magari ancora più belli. Chissà. La pandemia ha toccato tutti, dopotutto. Il New Yorker ha fatto una copertina, qualche settimana fa, dedicata all'argomento. Eccola qua, su Fumettologica. A Milano c'è Gigi, che è l'ultimo vero grande riparatore di macchine fotografiche tradizionali e a pellicola, mentre a New York ci sono gli ultimi riparatori di jukebox che cercano giovani garzoni di bottega. Mentre noi cerchiamo razze aliene che comunichino con noi (abbiamo 36 possibilità).

Quattro
Volete scrivere codice in un'altra IDE? Ecco a voi Geany. Volete risolvere un problema anche piccolo? Fate bene i conti, prima. Volete comprarvi un bel pezzo dell'Utah? Troppo tardi, lo sta già facendo Craig. Volete sapere dove sta andando lo scontro per la battaglia razziale? Guardare Wikipedia.

Quattro e mezzo
Quello che sto per farvi vedere potrebbe cambiare la vostra vita. A me l'ha cambiata (un pochino) Non so chi l'abbia fatto, o perché. Ma è bellissimo. Viaggiate per le strade con Drive&Listen sulle più belle (o lontane) città del mondo, ascoltando la radio e i rumori di fondo. (Oppure girate il planisfero terraqueo ascoltando le stazioni di tutto il pianeta: Radio Garden). Oppure andate sulla stazione spaziale internazionale, altresì detta ISS, è guardate i milioni di foto che ha scattato direttamente dal gateway della Nasa. Sapendo latitudine e longitudine corretti, potete vedere anche casa vostra.

Cinque
Un ragionamento non banale sui processori Arm, che a quanto pare non sono affatto indietro. Tra poco potremmo veder arrivare dei Mac basati su questi processori che Apple utilizza per gli iPhone e gli iPad (Apple Tv, Apple Watch e iPad Touch, inoltre). Quando? Tipo domani, lunedì. Infatti, alle 19 (ora italiana) c'è il keynote principale della conferenza degli sviluppatori (WWDC) di Apple. Vedremo. Intanto, sul tema della stampa e il digitale, algoritmi e curatori personali, c'è qui un discreto approfondimento basato su Apple News. 

Cinque e mezzo
Scienziati del Mit hanno progettato un tipo di sinapsi artificiale che si può mettere sui chip e che, insomma, potrebbe essere la base per gestire modelli di intelligenza artificiale molto più potenti con chip minuscoli contenenti milioni di "memristors" fatti di argento e rame. La cosa particolare: anziché uni e zeri i memristors un gradiente di valori e possono ricordare stati precedenti. L'obiettivo del progetto è creare una piattaforma che possa addestrare e gestire intelligenze molto più potenti di quelle di oggi. Intanto, si scopre che il Pentagono ha preparato degli scenari che prevedono ribellioni di massa negli Usa. E questi scenari prevedono che i ribelli usino i bitcoin per far crollare l'establishment. I primi scenari risalgono alla fine degli anni novanta, mentre all'inizio degli anni dieci del nuovo secolo si sono cominciati a immaginare situazioni complesse: cyberattacchi che rubano soldi e li convertono in bitcoin, magari fatti da estremisti islamici o gruppi di radicali (a cui i falchi dell'amministrazione Trump vorrebbe bloccare i conti correnti e le carte di credito). Durante la pandemia i bitcoin sono diventati uno strumento sempre più usato dai dissidenti per aggirare il controllo governativo. 

Sei
Quella che noi chiamiamo "intelligenza artificiale" sono in realtà dei software. Il deep learning non è una magia, ma solo un altro modo per costruire un programma per computer. I programmi vengono scritti a mano, oppure generati da specifiche con logiche di più alto livello, oppure generati sulla base di dati. Le AI commerciali cercano di risolvere i problemi utilizzando la tecnologia disponibile oggi, non certo quella del futuro. L'approccio scientifico più corretto dovrebbe idealmente mirare alla costruzione di un sistema che permetta di sviluppare una rappresentazione simbolica di alto livello e che sia in grado di manipolare questi simboli spontaneamente. Tuttavia, la maggior parte dei ricercatori del settore delle Ai non sono interessati a risolvere questo problema, perché paga molto di più focalizzarsi su applicazioni non critiche ma maggiormente redditizie. Insomma, è la strategia ad essere sbagliata a causa degli interessi economici in campo, non l'AI. 

Sei e mezzo
Axiom permette di creare una hacking box direttamente dal cloud: è progettato in modo tale da poter creare rapidamente delle istanze multiple della hacking box che possono essere trattate come sistemi usa-e-getta. Con il solo comando "axion-init" si fa partire una macchina virtuale su Digital Ocean che contiene un server OpenVpn, strumenti di analisi e gestione, attacco e difesa, e altro. Hummingbird invece è uno strumento per convertire modelli di machine learning in sistemi di computazione con tensori. Supporta una serie di classificatori e regressori ad albero inclusi Decision Trees, Random Forest, LightGBM e XGBoost. Tramite Hummingbird si possono utilizzare le ottimizzazioni attuali e future implementate nei framework delle reti neurali, accelerazione hardware nativa e il supporto di entrambi i modelli tradizionali e di reti neurali senza bisogno di reingegnerizzare i rispettivi modelli. Infine, Neuropod è un sistema per rendere più facile far girare i modelli di deep learning da framework diversi fornendo una interfaccia uniforme. Attualmente supporta TensorFlow, PyTorch, TorchScript e Keras. Neuropod viene utilizzato per costruire modelli e ottimizzare il codice girerà su piattaforme multiple: è compatibile con quattro o cinque versioni di ciascun framework supportato e con cinque versioni differenti di Python.

Sette
Una storia molto particolare: una serie di manager di altissimo livello avrebbero molestato di brutto alcuni blogger-giornalisti che avevano criticato l'azienda. Dopo vari messaggi anonimi con minacce spediti su indirizzi email e telefoni cellulari, sarebbero passati a qualcosa di più consistente: pacchi con larve, vermi, pezzi di animali, materiale offensivo e altre cose del genere. Insomma, una storiaccia. 




L'albero della musica – Foto © Antonio Dini




TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo

L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafón è purtroppo il libro della settimana perché l'autore catalano è scomparso pochi giorni fa. Avevo letto questo, il primo, in un lungo viaggio in aereo tra Milano e Atlanta (11 ore, se non ricordo male). Mi è piaciuto molto, ho anche comprato i successivi ma poi, tra una cosa e l'altra, non li ho mai letti. In rete si dibatte se il Cimitero dei libri dimenticati sia un ciclo, una tetralogia (o quadrilogia), oppure una saga. Secondo me questo è il primo di una tetralogia, e se per caso non l'avete letto, ve lo consiglio.


TSUNDOKU LIVE
Giusto quel paio di vecchi classici che vale la pena ascoltare ancora

The Bossa Nova Exciting Jazz Samba Rhythms Vol 4 di Philippe Renault Jr. è un'altra di quelle cose che metto sotto con YouTube e ascolto quando lavoro. È tutta una serie di digitalizzazione dei vecchi album su vinile, ma questo è quello migliore, secondo me. La cover aiuta lo spirito richiamando stilemi di cui Fausto Papetti: temo voglia dire che sto diventando vecchio. 


TSUNDOKU POETRY ROOM
La stanza della poesia di Mostly Weekly

This is not my hour di Peter Russell, curata da Gilberto Gavioli per le Edizioni Del Foglio Clandestino. Il nostro poeta non più tanto residente, Roberto R. Corsi, ne parla diffusamente nel suo blog. Russell è un poeta straordinario che ha abitato anche a Pian di Scò, dove è scomparso nel 2003. 


LUDOLOGIA
Enjoy the game

The Last of Us Part II di Naughty Dog. È un gioco importante che non giocherò perché, diciamocelo, chi ha più il tempo di giocare per ore e ore a un giocone su PS4/PS5 che richiede le skill di un musicista classico sul joypad, tempi di reazione da lucertola e conoscenza avanzata dei giochi in soggettiva. Dopodiché, uno questi giochi se li può anche guardare, come se fossero dei lunghissimi film, su Twitch o YouTube. I walkthrough (si chiamano così) sono una festa per gli occhi. Per le lunghe serate invernali o se soffrite di insonnia (è roba che dura anche cinquanta ore). Volendo ci sono anche quelli che giocano in diretta e commentano, ma almeno quello lo eviterei. 



I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.


“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it.”

– G.K. Chesterton.
 

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