"Facebook is a criminal enterprise"?
La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)
A cura di Antonio Dini
Numero 70 ~ 5 luglio 2020
"To live only for some future goal is shallow. It’s the sides of the mountain which sustain life, not the top."
– Robert Pirsig
In questo numero:
Mala tempora currunt... – Foto © Antonio Dini
HEAD
Il mistero per niente buffo di Facebook
Fu un amico di tempi antichi che abita lontano a iscrivermi a Facebook a un certo punto, anni fa, dicendomi: "tieni, questa è la password, fanne quel che vuoi ma partecipa anche tu". Per dieci anni ci sono stato dentro, sino a che un paio di anni fa non mi sono stufato. Proprio non ce la facevo più: sono uscito cancellando tutto e ne ho scritto anche sul Sole 24ORE.
Non ho certo abbandonato l'uso "ricreativo" e in parte anche promozionale di internet: mi piace guardare e condividere foto su Instagram, Tumblr, Twitter. Mi piace anche leggere e condividere cose su Twitter. Mi piace leggere pagine web, blog. Mi piace guardare video su YouTube, oltre che sui servizi di streaming a pagamento. Vorrei fare molto volentieri a meno di WhatsApp e sicuramente di LinkedIn (un abominio) nonché di orrori lavorativi come Teams. Non si può, a meno di non andare a fare l'impagliatore di seggiole all'angolo di strada.
Il problema con Facebook però è che l'azienda non va bene. Mark Zuckerberg non va bene. La cultura, i prodotti, il modo di operare, l'obiettivo finale non vanno bene. Come ha più volte scritto e detto John Gruber, « I keep saying Facebook is a criminal enterprise, and I’m not exaggerating. Sometimes a bully needs to be punched in the face, not just told to knock it off».
Penso che dovremmo renderci conto degli errori che stiamo facendo tollerando che Facebook continui ad ammassare una ricchezza smodata, a manipolare la politica, la società, i consumi, l'associazionismo. Facebook è pericolosa per come agisce e per cosa vuole fare e dovrebbe essere regolata con durezza. Il problema non è che vuole che si usi solo il suo browser, o che vuole una percentuale dei profitti di chi pubblica qualsiasi tipo di software sulla sua piattaforma. Il problema è questo: «Again I will say what few in the media seem willing to: Facebook is a criminal enterprise». Con esempi sempre più numerosi. Non c'è proprio scampo: "Facebook is a criminal enterprise."
Il punto non è smettere di fare pubblicità (lo fanno i grandi ma il 95% del fatturato pubblicitario arriva da piccoli e piccolissimi inserzionisti), bensì cancellarsi, eliminare i propri profili, fare in modo che politici e istituzioni non usino Facebook per comunicare, a partire dalle dirette del Presidente del Consiglio. Cancellare quel social dal radar e dimenticarselo per sempre. Perché non è un'azienda con degli incidenti di percorso: è proprio cattiva by design.
BODY
Fluidificanti
Per restare in tema: non so se l'ho già scritto, ma lo riscrivo con piacere. Se Windows e Internet Explorer non erano un incubo anni Novanta sufficientemente spaventoso, se Office nelle sue versioni da strumento di comando e controllo della mente di chi usa il pc non bastava (ma ve lo ricordate quell'obbrobrio di Access? Esiste ancora? Brrr), se la nascita delle versioni "365" di qualunque cosa non era sufficienti (sentirsi sicuri con Azure, mamma mia!), se l'orrore di avere Teams durante la pandemia non fosse stato una condanna sufficiente e l'esistenza di Sharepoint un pericolo esistenziale abbastanza pernicioso, sappiate che adesso arriva Fluid. Il delirio di onnipotenza di un mondo con le finestre colorate ovunque per contenere lo scibile umano. Ma quando lo capiremo e soprattutto quando ci libereremo di tutta questa roba? Fa male alla salute quasi quando Facebook: "Microsoft calls its Lego blocks Fluid components, and they can be edited in real time by anyone in any app. The idea is that you could create things like a table without having to switch to multiple apps to get it done, and the table will persist on the web like a Lego block, free for anyone to use and edit".
L'ultima grande frontiera
Scienziati di tutto il mondo stanno facendo una gara per chi riesce a mappare il fondale degli oceani entro il 2030. L'obiettivo è aiutare i paesi costieri a difendersi dagli tsunami, proteggere gli habitat marini, monitorare le miniere nelle profondità sottomarine. A che punto siamo? Beh, nel 2017 solo il 6% degli oceani era stato mappato con una definizione elevata. La mancanza di mappe oceaniche sensate gioca un ruolo importante praticamente in tutti i problemi che abbiamo con le grandi masse d'acqua, incluso l'aumento del livello dei mari, l'acidificazione degli oceani, la biodiversità. Mappare gli oceani presenta numerose difficoltà e le spedizioni che cercano di farlo sono tra le più costose. L'obiettivo di mappare tutti gli oceani entro il 2030 sembra tuttavia essere possibile, anche se ci sarà ancora moltissimo da studiare e scoprire anche dopo che sarà stato fatto.
CSS Transitions
Una introduzione alle animazioni fatte con i CSS: in questo modo gli sviluppatori non hanno più bisogno di scrivere le animazioni in JavaScript. Le proprietà delle transizioni dei CSS permettono agli elementi di cambiare valore lungo una certa durata di tempo. Gli sviluppatori possono alterarne le proprietà per cambiare la durata delle animazioni, il modo in cui le transizioni procedono durante la linea del tempo, quanto a lungo bisogna attendere prima che la transizione cominci e quanto a lungo dura la transizione. E poi viene fuori una pagina molto più ecologica dal punto di vista dell'impiego delle risorse di sistema.
Il passaporto di Apple sarà l'iPhone
Una vita fa uno dei guru della defunta Nokia mi aveva detto che per lui il telefono cellulare era "il telecomando delle nostre vite". Adesso Apple vuole farne il passaporto. L'azienda ha registrato una serie domande di brevetti per "provare le dichiarazioni verificate di identità dell'utente". I dettagli dei brevetti mostrano i metodi per registrare, trasmettere e confermare l'identità dell'utente. I progetti non menzionano l'iPhone da nessuna parte, tuttavia i sistemi proposti potrebbero essere integrati senza problemi negli iPhone per trasformarli in uno strumento di identificazione valido e verificabile. Molti Paesi stanno cominciando a permettere l'uso di "passaporti mobili", e molto probabilmente la tendenza alla digitalizzazione dell'identità e del suo accertamento continuerà nei prossimi anni.
Lightning spiegato per bene
Già che ci siamo e che parliamo di Apple, qui c'è un reverse engineering epico di Lightning, l'interfaccia digitale usata dalla maggior parte degli apparecchi iOS di Apple a partire dal 2012. Siccome secondo me a breve potrebbe scomparire o quasi (con l'arrivo di una nuova generazione di telefoni e tablet e accessori) vale la pena vedere come funziona. C'è Tristar, che è il circuito integrato in ogni apparecchio dotato di una presa femmina Lightning. L'ultima versione si chiama Hydra. Invece, il chip nel connettore maschio, che oltretutto è perfettamente ribaltabile, si chiama HiFive. SDQ e IDBUS sono le componenti del protocollo digitale utilizzato per negoziare la connessione tra Tristar e HiFive. L'articolo cerca di spiegare nella minuzia dei particolari di un ingegnere come lavorano queste componenti quando sono connesse. Si esplorano i differenti protocolli e il modo con cui interagiscono, al fine di spiegare per bene come funziona Lightning. La tecnologia proprietaria di Apple è alternativa alle Usb tradizionali (ma non alla Usb-C) e tutti quelli che producono cavetti e accessori compatibili devono avere i chip e pagare le royalties ad Apple.
Hey e il ritorno agli anni Novanta
Nei giorni scorsi c'è stato parecchio rumore attorno all'app per la posta (a pagamento) Hey, fatta da quelli di Basecamp (che sono delle belle teste) per via dei vincoli dell'App Store di Apple. In realtà, dietro la polemica c'è il prodotto che è valido (qualcuno di voi la usa: che ne pensate? Se avete voglia di rispondermi ne possiamo parlare per la prossima puntata di Mostly Weekly: qui l'hanno molto ben recensito). Ma non è finita: ancora dietro c'è la punta di un fenomeno ancora più interessante. Hey, come Phoenix Liveview utilizzano il buon vecchio html: "HEY’s UI is 100% HTML over the wire. We render plain-old HTML pages on the server and send them to your browser encoded as text/html. No JSON APIs, no GraphQL, no React—just form submissions and links. If you think that sounds like the web of 25 years ago, you’re right! Except the HEY front-end stack progressively enhances the “classic web” to work like the “2020 web,” with all the fidelity you’d expect from a well-built SPA.". Dietro dietro, insomma, c'è il ritorno degli anni novanta: Server-side rendering, No-code tools, Personal websites, Feed curation, Discovery, Community più piccole, monetizzazione del web. Ne parla in dettaglio Max Böck. La tesi è intrigante.
Git Credential Manager Core
Git è una figata, ma adesso sta attraversando una fase di trasformazione che rischia di essere tossica, a causa fondamentalmente di Microsoft (che, ricordiamocelo, si è comprata GitHub e lo sta microsoftizzarlo). Da Redmond o da quelle parti là arriva l'idea di un gestore delle credenziali per Git, che funzioni in maniera trasversale alle varie piattaforme come GitHub, Bitbucket, Azure Repos, GitLab (più o meno) e forse altre. GCM Core è progettato per essere cross-platform e cross-host. I sistemi usati prima, che erano molto più limitati nell'ambizione e negli scopi, erano GCM for Windows e GCM for Mac & Linux: continueranno ad essere supportati per un po' di tempo. Il problema di fondo è che le autenticazioni a due fattori e in generale il bisogno di crescente sicurezza rendono l'autenticazione https di Git pericolosa e quella SSH limitata e laboriosa.
Regular Expression Denial of Service (ReDoS)
Visto che si parla di sicurezza, beccatevi questo ReDoS, che è una roba bella strana. Le espressioni regolari (regex) quando cercano determinati tipi di stringhe alle volte possono richiedere tempi molto lunghi per trovare un match oppure fallire (anziché andare in time-out). Questa flessibilità di funzionamento può essere exploitata da un attacco che si chiama per l'appunto regex denial of service attack (ReDoS). Gli attacchi ReDoS possono essere prevenuti sanificando l'input, scegliendo algoritmi di matching più veloci oppure settando un limite di uso delle risorse. Oppure, udite udite, mettendo una soglia di time-out.
Eh, if only...
...sed peiora parantunr – Foto © Antonio Dini
TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo
Come ordinare una biblioteca di Roberto Calasso è una delle "opere minori" dello scrittore, direttore e attualmente editore proprietario di Adelphi. È un'opera colta, dotta, erudita; un esercizio di stile, per fortuna anche breve e autoconcluso. Eh sì, Calasso ha creato una specie di meta-opera sperimentale che raccoglie dieci libri da lui pubblicati negli ultimi quarant'anni, più una raccolta di saggi, e la vena non pare essersi ancora esaurita.
TSUNDOKU LIVE
Giusto quel paio di vecchi classici che vale la pena ascoltare ancora
Taimane: NPR Music Tiny Desk Concert. Non avevo mai sentito Taimane né tantomeno una partitura simile tra chitarra, violino, ukulele e cajon, per tacer del ballerino polinesiano. L'ukulele rimane un piccolo mistero hawaiano: questo oltretutto ha il corpo da tenore ed è pure elettrificato. Ma devo dire che questo tour de force di ritmi e spazzolate con citazioni di flamenco, della Carmen e anche un po' di Bach, alla fine non solo è divertente ma anche molto ben interpretato. Bello anche perché fa tanto festival alternativo, di quelli che in America andavano forte prima del coronavirus. Se ne volete ancora, c'è questo medley tra Mission Impossible, James Bond e Tico Tico che mette in mostra le abilità musicali ma anche le notevoli faccette e mossette di Taimane Gardner.
TSUNDOKU POETRY ROOM
La stanza della poesia di Mostly Weekly
Poeti giapponesi, a cura di Maria Teresa Orsi e Alessandro Clementi Degli Albizzi (Einaudi, 2020) contiene delle perle come questa di Masayo Koike:
Da lontano arriva rotolando una palla
la palla rotola, spinta da un calcio
viene verso di me ma io sono stanca
un bambino la insegue di corsa
chissà se arriverà fin qui
o forse non ce la farà
quasi vorrei che arrivasse
ma se non arriva, forse sarà meglio
a questo punto, la palla rallenta la corsa
si ferma subito prima di raggiungermi
lasciando una fredda ambigua distanza
fra me che la guardo
e il bimbo che la guardava
i tempi non combaciano
ci siamo io il bambino e la palla
breve intervallo di un confronto senza nome
nessun rammarico
l’incredibile gentilezza della palla
breve intervallo di un confronto senza nome
nessun rammarico
l’incredibile gentilezza della palla
LUDOLOGIA
Enjoy the game
Sketchfighter 4000 Alpha di Lost Minds è il remake filologicamente corretto di un vecchio gioco per Mac prodotto da Ambrosia Software nel 2006. Perso nelle nebbie del software obsoleto e non più compatibile, è stato ripreso da Lost Minds e convertito per i moderni computer. È disponibile sul Mac App Store: non ci sono tanti giochi per Mac, questo è uno di quelli che vale la pena per intrattenersi: la grafica è golosa e la meccanica di gioco divertente.
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.
“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it.”
– G.K. Chesterton.
::END::
Ti è piaciuta? Inoltrala a chi potrebbe essere interessato.
Se l'hai ricevuta, qui puoi iscriverti
Se vuoi cancellarti (subito, rapidamente e per sempre) il collegamento invece è più sotto.
Qui invece c'è l'archivio dei numeri passati
Buona domenica!
"somebody set up us the bomb"