Semplifica, e poi aggiungi leggerezza
La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)
A cura di Antonio Dini
Numero 71 ~ 12 luglio 2020
“There are two ways of spreading light: to be the candle or the mirror that reflects it.”
– Edith Wharton
In questo numero:
È arrivata l'estate – Foto © Antonio Dini
(se non vi interessa questa prima parte su Microsoft, saltate pure alla sezione successiva, dove c'è il resto della newsletter)
HEAD
L'apparentemente inutile complessità di Microsoft
La settimana scorsa scrivevo di Facebook, "a criminal enteprise" come la definisce John Gruber. Si potrebbe andare avanti molto, perché a quanto pare di cose da dire ce ne sono e altre sempre se ne aggiungono. Tuttavia, cambiamo argomento: parliamo di Microsoft. Criticarla è più complicato perché non è certo un'associazione per delinquere e, a parte software brutti e pieni di bachi e vulnerabilità, apparentemente non fa niente di male. È solo dannatamente complicata.
Ho pensato per molto tempo che questa complessità non fosse voluta e anzi, fosse solo inutile, ridondante e foriera di cattive scelte e pessimi risultati. Uno sbaglio talmente incistato da essere diventato incorreggibile, insomma. Invece, pensandoci meglio, mi sto rendendo conto che questa complessità è tutto fuorché inutile. Al contrario, è il tratto saliente del vantaggio competitivo dell'azienda e dello scellerato potere che esercita sul mercato, sulle aziende clienti e sugli utenti.
Fondata da Bill Gates e Paul Allen, Microsoft ha sempre giocato con un solo obiettivo, del tutto legittimo in una cultura capitalista e di libero mercato: conquistare il mondo. Non ha uno scopo ulteriore, tipo salvare il pianeta, renderlo un posto migliore, togliere un po' di bruttezza e creare bellezza o cose simili. No, ha solo una gigantesca volontà di potenza. E per farlo non ha esitato a mettere in piedi un modello di business aggressivo ed efficiente, basato sul software. È stata la prima Over The Top, che ha succhiato tutto il valore che poteva dai produttori di hardware, decenni prima che parlassimo di Google e Netflix rispetto alle telco.
Microsoft ha lavorato costantemente per massimizzare l'integrazione della sua piattaforma, integrando e mescolando tutte le varie parti dei suoi componenti, e investendo in maniera pesantissima sull'ecosistema di partner, canale e rivenditori. È la parte meno visibile ma più importante: la crescita di Microsoft è passata innanzitutto dal mondo del business, dove ha infilato la sua piattaforma in tutti le aziende e in tutte le pubbliche amministrazioni in cui ha potuto. La sua maggiore forza è data dal suo ecosistema, cioè le migliaia di software house e system integrator che lavorano per lei. Il suo più importante alleato, infine, è il pensiero dei clienti aziendali che "comprando Microsoft non si sbaglia". E invece si sbaglia, si sbaglia eccome.
La definizione di piattaforma per Microsoft è cambiata nel tempo, passando attraverso stagioni diverse in cui la maggior debolezza è stata la centralità di Windows: Steve Ballmer ha finito la sua traiettoria per quello. Satya Nadella, il ceo che l'ha sostituito, ha riportato la centralità sullo sviluppo dell'integrazione dei prodotti e l'articolazione dei suoi servizi. Microsoft oggi è più tentacolare e onnipresente che mai. Un caos dove si affoga trasformato in modello di business. Un lock-in senza confini, talmente ampio che lo consideriamo inevitabile come il cielo e le stelle.
Sulla centralità di Windows e poi la sua fine, che ha coinciso con la prima uscita pubblica di Satya Nadella come nuovo ceo di Microsoft annunciando Office per iPad, il punto è un altro: provare a capire qual è la piattaforma che Microsoft sta costruendo. Per Microsoft questo vuol dire mettere le sue app e i suoi servizi su tutte la piattaforme, quelle proprie e quelle altrui. A partire dalle aziende: è vero che Windows funziona praticamente su qualsiasi hardware lo si voglia far girare, tuttavia la realtà è che sono i prodotti di Microsoft la cosa importante, e che sono progettati fin dall'inizio per lavorare assieme, soprattutto nelle imprese.
Windows Server arriva con Active Directory, che utilizza Microsoft Exchange, che gli utenti accedono tramite Outlook che funziona al meglio sui personal computer Windows i quali, ovviamente, fanno girare il resto della suite Office meglio di chiunque altro. L'integrazione è profondissima, innegabile e inestricabile. È quasi impossibile, ed estremamente complicato e costoso, far uscire fuori le aziende da questo groviglio, che viene vissuto come un dato ambientale, un vincolo ineliminabile. Oltretutto, Microsoft non solo blocca dentro questo labirinto di tecnologie mal fatte e inutilmente complicate (non sono gli unici, non temete: un giorno parleremo di AWS), ma hanno creato un sistema di aggiornamenti continui che rende la piattaforma ancora più ineliminabile e giustifica il pagamento di abbonamenti annuali salatissimi molti tempo prima che a qualche startupparo della Silicon Valley venisse in mente di parlare di Software-as-a-Service.
L'evoluzione è tale che adesso Microsoft sta inglobando fette sempre più ampie del mercato open source e delle sue tecnologie tradizionali, innestandole come ulteriore elemento di complessità all'interno dei suoi prodotti e delle sue soluzioni.
Qual è la logica conclusione di questa strategia? Microsoft 365. L'idea di Nadella, portata avanti con coerenza, è che sia arrivato il momento di astrarre dai sistemi operativi e dai singoli apparecchi. È la sua risposta al cloud (degli altri). Il sistema operativo, dice Nadella, è trasversale, passa attraverso apparecchi diversi, fornisce dati adatti ai contesti, sia in modo privato che pubblico, sia personali che di gruppo o di altri ambienti. Certamente, ogni apparecchio continuerà ad avere un firmware che lo fa avviare e un sistema operativo che lo fa connettere, e delle app e servizi che ci girano sopra. Ma per la Microsoft di Nadella gli apparecchi sono semplicemente dei componenti, una mattonella di una superficie molto più ampia. Una superficie che Microsoft vuole dominare completamente. Il sogno dell'azienda è di diventare una sfera di Dyson: una enorme sfera cava che racchiude tutto il sistema solare e che diventa, per gli abitanti del pianeta al suo interno, l'intero universo.
Parliamoci chiaro, aveste ancora dei dubbi: Dropbox è molto meglio di OneDrive. Le Google Apps sono strumenti per collaborare migliori delle app di Office. Asana è molto meglio di Planner. E Slack è enormemente meglio di Teams per le chat dei gruppi di lavoro. Provare a farli funzionare assieme, però, non dà buoni risultati.
È qui che ha il suo vantaggio competitivo e vince Microsoft: non perché fa dei bundle di app, non perché ha fondamenta migliori. Vince perché fa tutto, anche se in maniera mediocre, fornendo alle aziende un insieme di funzionalità superiore alla somma delle parti e praticamente inestricabile. Cosa che, per la maggior parte di chi lavora e vuole/deve usare l'IT è fondamentale. E si tratta della stragrande maggioranza del mercato. Perché Microsoft va direttamente sui grandi clienti (le grandi e grandissime aziende) ma i piccoli e piccolissimi sono lasciati a legioni di piccole aziende di tecnologica che offrono assistenza e integrazione dei sistemi, e che in questo magma di complessità ci sguazzano e ci hanno costruito la loro carriera. È la festa della complessità.
In tutto questo, ovviamente, avere prodotti innovativi, più leggeri e che facciano meglio è solo un punto da usare nelle brochure del marketing.
Poi, continuate pure a pensare che Windows 10 "però funziona bene", che con Word "alla fine ci scrivi anche un libro", che Azure "è meglio di Aws e Google Cloud", che "Teams è grande per la collaboration" (no, è agghiacciante, e la parte che cerca di clonare Slack è la morte della ragione), e che non esiste un altro programma come Excel (no, ce ne sono molti, anzi moltissimi, e migliori perché innovano il paradigma). Fatti vostri. Il motivo per cui questo insieme di tecnologie di Microsoft è sempre più diffuso è dovuto al fatto che sono fortemente interconnesse tra di loro, che l'azienda ha una capacità commerciale consolidata sul territorio unica, e in molti casi può esercitare una posizione di forza psicologica sui clienti: "comprando Microsoft non si sbaglia".
Buona fortuna a disegnare la trasformazione digitale delle imprese con queste premesse. La complessità è la nemica del meglio. Ovvero, come diceva Colin Chapman, bisogna "semplificare, e poi aggiungere leggerezza". L'esatto contrario di quello che fa Microsoft.
BODY
Scrivere male
Qualche giorno fa una nuova conoscenza mi spiegava che ha scritto un romanzo e mi chiedeva se lo volessi leggere. No, grazie. Sono un lettore lentissimo, e di solito rischio di non finire mai niente di quel che comincio: preferisco giocarmi bene le mie (poche) cartucce. Infatti, preferisco leggere cose belle, con un certo gusto per le parole e la musicalità della scrittura, anziché cercare materiale grezzo di esordienti per cercare la pepita nel fango. Non faccio l'editor o il lettore di una casa editrice: preferisco passare il mio tempo a leggere bene, cose che mi piacciono. Ma, direte voi, se quella tua conoscenza si rivelasse un genio? Beh, in questo caso, lo leggerò quando verrà riconosciuto come tale dalla critica, senza rimpianti per essermelo perso quando era ancora inedito. Il tema però mi riporta a un altro aspetto della scrittura: perché le persone scrivono male? È un continuo: durezze, asprezze, luoghi comuni, unghie sulle lavagne, vetri in frantumi, trombe tritonali e antifurti sparati a manetta. C'è gente che quando scrive sembra un incrocio fra Totò e l'azzeccagarbugli: un abuso continuo di formalismi, improvvise frane semantiche, violenze carnali alla sintassi, virgole a casaccio. Soprattutto le virgole: abbiamo creato un arcipelago di gulag per le virgole e buona parte della punteggiatura, senza che ne avessero davvero colpa. Se volete redimervi, leggete questo strepitoso Prontuario della punteggiatura di Bice Mortara Garavelli che ho già citato in passato.
Invece, un tale Steven Pinker ha scritto un altro libro, The Sense of Style: The Thinking Person's Guide to Writing in the 21st Century, in cui argomenta che il problema del perché si scrive male è semplice: si tratta del "Curse of Knowledge", cioè la difficoltà nell'immaginare che qualcun altro non sappia qualcosa che invece noi sappiamo. La "maledizione della conoscenza" secondo Pinker è la migliore spiegazione sul perché la gente scriva male. Potrei aggiungere vari altri motivi, ma questo è decisamente intrigante e spiega benissimo il linguaggio dei burocrati e di tutti gli impallinati di qualche disciplina o materia che ne spalmano il vernacolo tutt'attorno e senza gusto. Io la loro la definirei una "mancanza di propriocezione espressiva" (bello eh? Potete usarlo ma dovete ricordare che l'ho inventato io). Il problema è che di persone che scrivono in questo modo sciagurato, così come quelli che suonano male uno strumento, ce ne sono a valanghe: come difendersi? Impossibile. Abbiamo perso e siamo già tutti morti, solo che non ce ne siamo ancora resi conto. Tipo Lost: se la mattina aprite gli occhi e vedete palchi di alberi e altre piante tropicali che velano un cielo assolato, è meglio se cominciate a preoccuparvi. Per questo non leggo manoscritti altrui.
Casa dolce casa
Ci sono immagini che ti colpiscono. A me questa casa parigina, che non ho mai visto dal vivo, è rimasta nel cuore. Così come il pensiero di come sarà il mondo nel 2022 quando, secondo ahimè le stime, il pianeta sarà guarito dal coronavirus.
Money money money
Alcune piccole differenze: se guardiamo al nostro piccolo, il cambiamento delle finanze di una coppia è significativo e richiede un po' di pianificazione. Invece, se siete veramente ricchi, forse il resto del mondo non si rende veramente conto di quanti soldi avete (hint: una montagna). Sono ragionamenti fatti da giornalisti americani per lettori americani, quindi ci trovate più indizi per scavare nella mente dei signori del pianeta che non per capire come muovervi qui nella periferia dell'impero.
Quel gigantesco volano scozzese che salva il Regno Unito dai blackout
Il futuro è elettrico, solare, naturale. Ma c'è un problema: stabilizzare la frequenza della corrente che viaggia attraverso i cavi della rete elettrica. Le centrali elettriche tradizionali hanno delle turbine che girano costantemente per bilanciare il carico elettrico della rete: la frequenza è di 50Hz e questo basta a tenere tutto in equilibrio. Con le rinnovabili invece oggi c'è il problema che debbano essere staccate dal grid quando c'è un eccesso di tensione, perché non sono stabilizzate: lo sbilanciamento nella frequenza della corrente della rete può creare blackout nazionali. Ecco che in Scozia si sono inventati questo sistema basato su volani che girano a velocità prestabilite imitando il comportamento delle turbine, cioè stabilizzando la rete. Il progetto, che costerà circa 25 milioni di sterline, permetterà di tenere le fonti di energia rinnovabile agganciate alla rete per più tempo, abbassando l'inquinamento e senza emissioni di alcun tipo.
Il giapponese che ha fatto l'app che sta salvando il sushi
Tuna Scope è una app per smartphone che utilizza un algoritmo di deep learning per valutare la qualità del tonno appena pescato. La pandemia ha bloccato i viaggi per moltissime categorie di persone inclusi i mercati di pesce, che stanno avendo notevoli problemi nel visitare i fornitori per controllare la qualità del tonno che vogliono comprare. L'app può rendere la vita molto più facile per i fornitori, perché possono controllare la qualità del cibo che viene venduto anche da lontano. Un effetto collaterale è che molti degli esperti che prima guadagnavano soldi semplicemente guardando la qualità del pesce, adesso rischiano di restare senza lavoro.
Vita da single nel XXI secolo
Le differenze tra la nostra epoca e quelle precedenti sono difficili da astrarre: potremmo tranquillamente fermarci ai sacchetti di perline da regalare agli indigeni e alle bustine del tè. In realtà, uno dei cambiamenti più profondi negli ultimi venti anni sono i sistemi di online dating, che hanno non solo modificato profondamente il modo con cui si formano le coppie più o meno temporanee, ma che consentono anche di accumulare quantità prima impossibili di dati. E affrontare cose come lo Stable Marriage Problem con un'ottica completamente differente, trovando anche spiegazioni significative e puntuali (da un punto di vista statistico). Ad esempio, nelle coppie eterosessuali, gli uomini hanno standard inferiori a quelli delle donne, e questo influenza il modo con cui le persone vedono e vivono le relazioni: chi inizia di solito ha più successo nella sua scelta (sono gli uomini). L'analisi mostra anche come, al crescere delle comunità, la difficoltà di trovare dei match tra coppie di persone cresce esponenzialmente.
Gite d'estate
Questa estate la Nasa ha deciso che farà fare un lungo "summer road trip" a Curiosity, il rover piazzato su Marte. L'attrezzo su ruote comincerà a uscire dal cratere di Gale per cominciare ad esplorare la sezione seguente del monte Sharp. Si tratta di un'area piena difficile da traversare ma che potrebbe dare indicazioni sui cambiamenti climatici avvenuti su Marte e anche sulle prospettive di vita del pianeta, che si sono più o meno giocate tre miliardi di anni fa. Curiosity arriverà nella nuova regione più avanti nel corso dell'anno. Nell'articolo ci sono anche un po' di immagini che mostrano dove sta andando Curiosity.
L'internet che ciondola dall'alto
Ve li ricordate i palloni aerostatici di Alphabet, la casa madre di Google? Si chiamano Loon e sono un progetto per dare connessione internet a popolazioni e aree del mondo difficili o impossibili da cablare (almeno, in tempi brevi). Adesso Loon è diventato ufficialmente un servizio commerciale, perché ha lanciato il suo primo cliente, in Kenya. Adesso infatti Alphabet ha una flotta di 35 palloni aerostatici che forniscono connessione 4G LTE agli abbonati di Telkon Kenya in una zona di circa 50mila chilometri quadrati attraverso l'area centrale e occidentale del Paese. Loon ha testato il servizio tramite i suoi palloni per mesi, connettendo 35mila utenti alla rete. I palloni volano a circa 20 chilometri di altezza, analizzando in continuazione il meteo per aggirare i venti stratosferici. Riescono a stare in aria per 100 e più giorni di fila prima di dover tornare a Terra per essere risistemati. Una cosa interessante è che il sistema è pensato come un sistema per integrare e non per sostituire la connettività tradizionale, diventando così non solo più flessibile da un punto di vista tecnico e commerciale, ma anche resiliente a potenziali problemi dell'una o dell'altra rete.
La catastrofe ambientale della neve rosa
Forse non lo sapete, ma quel bel giacciaio bianco-rosa sulle Alpi è il segnale di avvertimento di un disastro in corso. La neve diventa rosa a causa delle alghe. Il fenomeno è noto e solitamente accade in primavera oppure in estate, quando c'è abbastanza luce e calore per nutrire e far crescere le microscopiche alghe. Però ci sono altre conseguenze. La neve bianca è più efficiente a riflettere la luce e quindi si mantiene fredda più a lungo. La neve rosa invece assorbe più luce e questo causa una serie di reazioni a catena che hanno come effetto quello di far sciogliere più velocemente il ghiaccio. In molte parti del mondo, oltre alle Alpi, si cominciano a vedere la temibile neve rosa invernale. La conseguenza ve la potete facilmente immaginare.
Alcune brevi cose
C'è un tipo che ha fatto un Boeing 777 di carta: ha iniziato il modello (bello grosso) 12 anni fa e oggi sembra essere a buon punto. Secondo Bill Gates a che servono più di tre font nel computer? Buone idee: scavare una grande baia in Alaska usando tre bombe atomiche (e allora perché non allargare anche il canale di Panama così?). Una raccolta di orrendi siti web con interfaccia che simula vecchi sistemi operativi (orrendi davvero) e una lunga lista di siti che invece sono lo-fi e accattivanti tipo questo di Orca e questo e questo e questo e questo. I compositori di musica bravi una volta andavano a Hollywood, oggi vanno a fare le colonne sonore dei videogiochi. Poi, lezioni di storytelling per chi fa tecnologia, oppure Foam, la versione open source di Roam Search. Ecco che arriva l'ennesimo editor markdown: si chiama Zettlr, ecco i fogli di calcolo Google che diventano home page con Sheetui, ecco dei preziosi suggerimenti da parte di Perkeep per archiviare in modo permanente e a prova di futuro tutto quel che abbiamo dopo averlo digitalizzato. Qui si celebra dopo un secolo la rinascita della Dr Cronk’s Compound Sarsaparilla Beer (fatta in Canada, e dove sennò?). Sappiate poi che Walking Dream, single-player adventure game per Oculus Quest, arriva l'anno prossimo, mentre Wikipedia sta lanciando un nuovo progetto più "astratto" e trasversale tra le varie lingue. Un ragionamento sulla Self-Sovereign Identity. Infine, per quelli a cui mancano le gioie di Vim, ecco eunuch.vim, un plug.in molto utile che porta alcuni comandi Unix dentro Vim (ad esempio: :SudoWrite e :SudoEdit) togliendo qualche patata bollente dal fuoco per voi.
Perlappunto – Foto © Antonio Dini
TSUNDOKU REGULAR
Perché, quando si comprano libri e non si leggono ma si accumulano e basta, c'è una parola (giapponese) per dirlo
Molte aquile ho visto in volo di Filippo Nassetti è appena uscito. "La motivazione principale che spinge Filippo Nassetti a questo "volo" è il ricordo di suo fratello Alberto, pilota tragicamente deceduto in giovane età, il cui nome vi potrebbe esser capitato di leggere sulla carlinga di un aereo. La sua figura e la sua vicenda fanno da filo conduttore alla collana di storie che unisce altri piloti e svela i loro lati non oscuri, ma meno conoscibili. La passione irresistibile di Alberto è la miccia che ne innesca di altrettanto totalizzanti. La scelta è precoce, il rischio evidente, la soddisfazione irrinunciabile. Per volare Alberto rinuncia a un destino più facile, per continuare a farlo lo volgerà in dramma. Cosa motiva un pilota? Filippo Nassetti cerca la risposta meno scontata, atterrando i suoi personaggi. Proprio raccontandoci altro di loro ci fa capire perché 'staccano l'ombra da terra'."
Too Much and Never Enough: How My Family Created the World's Most Dangerous Man di Mary L. Trump, Ph.D. è un libro strano, che non è ancora uscito. Donald Trump e famiglia hanno provato a bloccarlo ma non ci sono riusciti. Lei è la figlia del fratello, morto alcolizzato, ed è stata la gola profonda che ha girato al New York Times la dichiarazione dei redditi di Trump (da cui è nata una inchiesta che ha vinto il Pulitzer). La nipote, con un dottorato sulle malattie mentali e specializzazione in schizofrenia, sostanzialmente spiega il contesto familiare che ha generato Trump dicendo che è uno molto, molto pericoloso. Vista l'attenzione mediatica, anziché il 28 luglio lo hanno anticipato al 14. A regola, io diffido di chi si firma mettendo "Ph.D." dopo il nome, però sai mai che ci siano scritte cose sensate e non sia solo una bieca operazione commerciale (vista la famiglia di cui fa parte, ci sarebbe anche da pensarlo).
Pechino pieghevole di Hao Jingfang, pubblicato dalla meritevole Add Editore esce invece il 15 luglio ed è una raccolta di undici racconti di fantascienza che mostrano Pechino e la Cina del futuro in maniera spettacolare. Nel 2016 l'edizione americana Folding Beijing ha vinto il premio Hugo. Un esempio? "Pechino3 è divisa in tre spazi e le ventiquattr'ore di ogni giorno sono state accuratamente organizzate per salvaguardare il tempo e l'aria che respira l'élite, composta da cinque degli ottanta milioni di persone che abitano la metropoli. Tutti gli altri, incastrati nella rigida stratificazione urbana, si spartiscono quello che rimane".
TSUNDOKU LIVE
Giusto quel paio di vecchi classici che vale la pena ascoltare ancora
In California di Compton & Batteau è un album live piuttosto raro (ne trovate traccia qui) di una combinazioni di artisti e generi musicali a cavallo tra folk e rock americano degli anni Settanta alquanto intriganti. I fratelli David e Robin Batteau (che si facevano chiamare Batteaux, come nell'album omonimo per la Columbia Records) hanno lasciato una piccola ma seminale traccia nella musica a partire dalla fine degli anni Sessanta e primi Settanta. Nessuno di loro, pur avendo una caratura da veri musicisti, è riuscito ad emergere pienamente e tutti hanno sostanzialmente fatto altro nella vita. Ancora meno conosciuti in Europa, meritano di essere rivisitati (ascoltandolo magari con una bella camicia a fiorelloni).
TSUNDOKU POETRY ROOM
La stanza della poesia di Mostly Weekly
The Penguin Book of French Poetry: 1820-1950 a cura di William Rees è un libro che vi costringe a sapere il francese o l'inglese, perché d'italiano non v'è traccia. In compenso trovate Baudelaire, Verlaine, Rimbaud, Breton, ma anche Claudel e Cendrarse; e potete ricostruire così la traccia lasciata da Romanticismo, Simbolismo, Cubismo e Surrealismo. Cosa volete di più?
LUDOLOGIA
Enjoy the game
X-Plane di Laminar Research (Austin Meyer). È in pratica "l'altro" simulatore di volo commerciale, rispetto a Flight Simulator di Microsoft (che sta tornando dopo un lungo iato con la versione 2020). Si tratta di un lavoro che, dall'esordio già ottimo nel 1995 quando veniva sviluppato dal solo Austin Meyer, è cresciuto alla grande e adesso rappresenta una realtà non più trascurabile. La grafica è strepitosa e i modelli di volo, basati su un calcolo della struttura effettiva dell'aereo e non di tabelle precaricate, sorprendente. Ci sono anche gli add-on sviluppati da terze parti, per rendere X-Plane ancora più ricco. Lo gioco su iPad Pro con un joypad e notevole soddisfazione (ma non ci sono gli add-on). Su YouTube ci sono impallinati che praticamente hanno ricostruito un aereo di linea attorno al simulatore.
I link non hanno alcuna affiliazione, puntano solo all'oggetto culturale citato.
“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it.”
– G.K. Chesterton.
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