October 25, 2020

[Mostly Weekly #86] The Short Issue

Mostly Weekly #86

‌The Short Issue

La newsletter omonima a margine del canale Telegram
(quella che esce quando è pronta)
Mostly Weekly è gratuita per tutti, ma se volete aiutarmi a farla andare avanti, anche con poche centinaia di centesimi, potete farlo grazie a Liberapay


A cura di Antonio Dini
Numero 86 ~ 25 ottobre 2020 



"Melius tacere quam fabulare" 
– Ivan Illic

 

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Questo numero è più corto di altri. Per coerenza, sarò breve anche qui:
buona lettura

 

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La manutenzione

Non so se le avete mai viste. Sono quelle persone che si incontrano spesso in città o nelle zone di provincia: gilet giallo, scarpe di sicurezza, arrampicati con un ponte mobile per tagliare i rami sporgenti di un albero oppure a rimettere a posto un elemento a margine della strada. Cosa fanno? Semplicemente, manutenzione. Riparano le cose o le tengono in buono stato per farle funzionare. E tutto in città ha bisogno di manutenzione: sede stradale, cartelli e segnaletica, pali e fili elettrici, marciapiedi, strisce e altri segni. Per non parlare poi dei palazzi e di tutto il resto.

Le città sono ovviamente degli spazi totalmente artificiali. Non c'è niente che esista naturalmente, neanche la vegetazione (nonostante qualcuno pensi che i parchi e i giardini cittadini possano predatare l'insediamento umano). Questo vuol dire che ogni oggetto, ogni particolare, deve essere pianificato, catalogato e far parte di un gigantesco ed estremamente articolato flusso di manutenzione ibrida: metà pubblica e metà privata, ma comunque regolata. 

Di solito non pensiamo a quanto sia grande e complesso il meccanismo sociale (oltre che legale e amministrativo) che gestisce la manutenzione delle cose. Ed è comprensibile, perché siamo tutti quanti attratti dalle cose nuove, quelle belle e scintillanti. E pochi settori al mondo sono così attratte dalle novità quanto il mondo della tecnologia. Lo stesso New York Times dice che "abbiamo una concezione della tecnologia immatura e impoverita, che ha fatto del feticismo dell'innovazione una forma d'arte e sminuisce la manutenzione come una attività meniale". Adoriamo l'innovazione e la novità, spesso ritenendoli addirittura sinonimi.

Infatti, il mondo totalmente folle delle startup, dove la regola d'ingaggio è che o si vince o si muore, idolatra gli innovatori perché "sono i creatori del nostro futuro", mentre chi si occupa di fare la manutenzione di vecchi sistemi per farli funzionare e magari ottimizzarli per farli andare meglio, fa un lavoro totalmente non sexy e do retroguardia. 

Purtroppo per loro (e per noi), una società che funzioni ha più bisogno di manutenzione che non di startup. L'innovazione è il processo sociale in base al quale si introducono delle cose nuove, ed è importante. Tuttavia, la maggior parte delle tecnologie attorno a noi sono vecchie e per far funzionare la nostra vita (letteralmente) è necessario che vengano manutenute bene. Possibilmente migliorate. 

Viviamo in città in cui quelli importanti per tutti sono in realtà gli stradini che mantengono la sede stradale e la segnaletica, gli elettricisti e gli idraulici che riparano gli impianti, i giardinieri e chi fa funzionare per lungo tempo una parte del sistema enormemente complesso in cui viviamo. Lo stesso vale nel mondo digitale: c'è chi trova e risolve i bug, fa le patch di sicurezza, mantiene i repo, aggiorna le distribuzioni, fa il refactoring del codice, si preoccupa che non si rompano dei pezzetti insostituibili. Queste persone fanno funzionare internet e fanno funzionare i sistemi operativi, gli applicativi e gli ambienti di sviluppo. Non fanno un lavoro sexy, ma ritengo che siano più importante dell'innovatore invasato che cerca di buttare tutto all'aria per creare un unicorno e diventare smodatamente ricco. 

 

Mostly Weekly is coming to town – Foto © Antonio Dini


Importantologica

Come uccidere la fiducia della community con una sola, facile mossa
Certe cose si possono fare bene o male. GitHub una l'ha fatta male. La piattaforma per git online ha rimosso 18 progetti collegati a youtube-dl, una libreria Python e annesso tool per scaricare video e audio da diverse pagine web, incluso YouTube. La rimozione è avvenuta su richiesta della RIAA (Recording Industry Association of America). A prescindere dalla base legale della richiesta della RIAA (una lettera con richiesta di rimozione in cui si dice non tanto che il tool viene usato per fare cose illegali, ma che è illegale di per sé, il che è una mostruosità pura e semplice) e dell'azione di GitHub (che ha scelto la strada più facile, cioè ha tolto tutto), va sottolineato che sono stati tolti anche tutti i fork (in maniera silenziosa e non trasparente). 

A mio avviso questo è un passaggio da osservare attentamente. Siamo in una fase diversa della società e della tecnologia. GitHub è stato comprato da Microsoft per 7,5 miliardi di dollari in azioni alcuni anni fa perché contiene milioni di repository e ci lavorano centinaia di migliaia di sviluppatori. A parte la lenta trasformazione in una specie di LinkedIn del codice (ahimè), il reale valore di GitHub è quello della community. Youtube-dl come progetto ha 75mila stelle. Dopo l'acquisizione da parte di Microsoft, un certo numero di sviluppatori e utenti GitHub se ne sono andati per una loro questione "anti-Microsoft", certo, ma anche perché conoscono i loro polli. E a quanto pare avevano ragione. Invece altri, incluso il sottoscritto, hanno deciso di restare, anche perché nel frattempo sono state sbloccati i repo privay gratuiti. Però ora c'è chi ci sta ripensando, incluso il sottoscritto. Perché? Beh, se qualcuno decide di mandare una lettera a GitHub/Microsoft dicendo che i contenuti dei miei repository "non vanno bene", il precedente è che loro poi piallano tutto e poi forse se ne discute. E non è un buon precedente. Allora la domanda diventa: dove migrare? 

L'inevitabilità dell'internet centralizzata
Alcuni giorni fa Twitter ha bloccato una serie di account dopo che avevano cominciato a condividere storie in cui sostenevano che il figlio di Joe Biden fosse corrotto. Alcuni in Cina hanno fatto il parallelo tra questo e il comportamento della piattaforma cinese WeChat quando Pechino decide di censurare delle notizie. Questo tipo di scelta da parte di Twitter avrà come effetto non solo quello voluto di bloccare il flusso delle fake news, ma anche di cambiare il modo in cui circolano le informazioni sui media occidentali. Nel corso dei decenni il nostro giornalismo è cambiato profondamente soprattutto perché ha perso il monopolio man mano che sempre più persone hanno avuto la possibilità di esprimersi direttamente. Lo scontro adesso è sul modo per riacquistare questo controllo. Una internet centralizzata, però, vuol dire trasformare l'informazione e renderla più controllata, permettendo un maggior controllo da parete dei governi e dei sistemi burocratici delle poche, grandi piattaforme in circolazione. Si stava meglio quando c'erano tanti giornali diversi? 

Signal
Nel 2014 Moxie Marlinspike ha lanciato Signal. In questo lungo articolo del New Yorker viene ripercorsa la storia del servizio di messaggeria crittato (end-to-end, sono stati tra i primissimi a farlo, ora è la norma) che cresce anche e soprattutto quando ce n'è bisogno, cioè quando si passa una fase di "rivoluzione" o quantomeno di tensione sociale e politica. Signal riporta un senso di normalità alle comunicazioni su Internet, dando la sensazione che sia possibile scambiare delle opinioni senza che i dati vengano filtrati e analizzati. Si chiama privacy. Nell'articolo Marlinspike spiega cosa succederà più avanti, secondo lui. 

Come vanno le cose qui
La situazione è tosta: curare una newsletter come questa e un canale Telegram come Mostly, I Writerichiede decisamente tempo. È un modo di fare il mio lavoro di giornalista che non pensavo potesse esistere. Ed è totalmente gratuito, perché non ci sono pubblicità, tracker, affiliazioni o altre furbizie nascoste. Se volete supportare il tempo passato a raccogliere e scrivere notizie, potete farlo offrendomi un caffè magari alla settimana. Ringrazio di cuore i lettori che lo stanno già facendo: ogni settimana diventate più numerosi e questo mi riempie di gioia e orgoglio per il mio lavoro. Grazie di cuore!

Questa vita è reale?
Cosa è reale? E cosa è vero? È possibile rispondere in maniera soggettiva a queste domande? L'articolo sostanzialmente dice "no". Punto. Però poi diventa interessante: riprendo quel che dice. «La scienza (che, potreste argomentare, è anche una forma di fact checking) esiste da secoli e cerca di smontare molte delle credenze religiose, ma la religione gioca ancora un ruolo fondamentale nelle civiltà occidentali. Se non hanno funziona interi sistemi scolastici che hanno sostanzialmente spiegato alle persone cosa sia la scienza, perché pensate che aggiungere un piccolo "fact checked" all'inizio di un video su YouTube possa funzionare?» 

A giro per la vigna del testo Cos'è un burger? Con questa semplice domanda Il Post (link in italiano: evvai!) affronta una questione spinosa: mentre si parla apparentemente di significati di parole e di decisioni giuridico amministrative, in realtà si introduce una dimensione pragmatica nella linguistica per quanto riguarda le regole e i significati delle parole. Che dice che le cose non sono solo descrittive o prescrittive, ma anche e soprattutto conflittuali, violente, un gioco di potere. Le parole assumono i significati e la grammatica si modella nei modi voluti da chi vince. E dietro questi scontri ci sono gli interessi più diversi, inclusi quelli commerciali dei produttori di carne e dei produttori di carne sintetica. Una lettura suggestiva, contemporaneamente marxiana (la lingua come sovrastruttura dei rapporti di forza economici) e orwelliana (la neo-lingua). 

(Una nota: avete notato che Mostly Weekly rinvia molto raramente ad articoli italiani. Questo perché, a parte poche eccezioni come quella qui linkata del Post, in realtà sono rifritture di altre cose in lingua. Quando non lo sono, evviva). 

La donna più vecchia del mondo era un inganno
La capacita del New Yorker di creare un formidabile articolo di giornalismo d’inchiesta attorno al niente, trasformando la realtà in un romanzo giallo, è impareggiabile e, credo, impareggiata
 

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Yamatologica

Sanreizan (三霊山)
La parola di questa settimana per il nostro corso di giapponese tematico è 三霊山, cioè Sanreizan, "Le tre montagne sacre". Si tratta del monte Fuji (富士山, Fuji-san forse "montagna rigogliosa"), del monte Tate (立山, Tate-yama, "montagna eretta") e del monte Haku (白山, Haku-san, "montagna bianca"). Il monte Fuji come sapere è un simbolo fortissimo di identità per i giapponesi, è considerato un "luogo speciale di grande bellezza scenografica" ma è anche un luogo storico con radici antichissime: la sua sommità è stata considerata sacra da tempi immemorabili. Ma insieme al monte Fuji (che è uno dei soggetti preferiti dell'iconografia giapponese e che è molto divertente scalare, non serve fare cordate in parete o ferrate) ci sono anche le altre due. Il Tate-yama ha degli onsen (sorgenti termali dove andare a fare il bagno) fantastiche e delle acque blu cobalto a Mikurigaike. È noto anche per la sua Jigokudani (Valle dell'Inferno) fumante. Invece, lo Haku-san è una bellissima montagna alpina con caratteristiche varie (è un vulcano ancora attivo) con alcune particolarità fra le quali i villaggi storici di Shirakawa-gō e Gokayama (e se avete visto la principessa Mononoke, qui di trovereste a vostro agio). Il Giappone ha un'orografia simile a quella italiana (lungo e stretto, una serie di montagne elevate, le isole) e alcune aree climatiche molto simili, nonostante sia esposto a un Oceano mentre noi siamo protetti dal mare Mediterraneo e soprattutto dalle nostre Alpi, che fanno velo al clima continentale. 

Burro volante
I giapponesi se non ci fossero andrebbero inventati. Ma non credo ci riusciremmo: ad esempio, questa collezione di mestoli, spatole e spatoline per il burro sono una cosa che neanche un autore di fantascienza riuscirebbe a mettere assieme. 

 

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Variologica ed eventualogica

Internet spaziale
Una vita fa ho intervistato Vinton Cerf e Bob Kahn, che erano venuti in Italia a prendersi una laurea honoris causa. Sono i due papà dei protocolli TCP/IP, quelli che fanno girare internet, in buona sostanza. Dei due, Cerf, che è il più nerd in senso moderno (come look e passione ad esempio per Tolkien) è quello che ha deciso che voleva una casa più grande e adesso fa il capo evangelista a Google. E ha lavorato alla creazione di uno stack di protocolli modificati per funzionare anche nello spazio, cioè per consentire la trasmissione di dati in pacchetti che non seguono le regole di una rete normale perché viaggiano su distanze molto ampie. Il problema è la latenza e altre proprietà che il TCP/IP terrestre non ha, cioè essere conservati sui vari nodi. In questo modo è possibile far partire una comunicazione anche se l'endpoint non è disponibile (perché è in orbita da un'altra parte, perché sta viaggiando verso Marte, perché la trasmissione è stata momentaneamente interrotta). Cerf nel video è un testimonial perfetto, anche se penso che abbia fatto solo parte del lavoro ovviamente. Comunque, adesso la mia vecchia intervista penso valga doppio. 

Telefonate sicure
Bruttoni e cattivoni che delinquono hanno bisogno di telefoni sicuri. Dove comprarli? Ecco a voi Phantom Secure di un certo Vince Ramos, che vendeva Blackberry personalizzati. Via il Gps, via il microfono, via la fotocamera. Invece, crittazione PGP e possibilità di cancellare il telefono da remoto. Server sicuri, modalità di funzionamento "sotterranee". Alla fine, dato che i clienti erano solo criminali e che Ramos (che aveva fondato l'azienda nel 2008) collaborava con loro, è stato condannato a nove anni di prigione. 

Strani ristoranti
Singapore Airlines (in difficoltà come tutte le compagnie aeree, anche se non se ne parla abbastanza secondo me: il conto arriverà più avanti) ha avuto un'idea: ha parcheggiato un A380 e lo ha attrezzato come ristorante di pasti di bordo, quelli che danno in business (474 dollari) e quelli in economy (40 dollari). È andato tutto esaurito in mezz'ora. 

Meglio la fibra
Negli Usa hanno varie tecnologie di connessione incluso il cavo che nasce per portare il segnale della tv (la "tv via cavo", per l'appunto) oltre al doppino di rame, e gli operatori remano contro. Ma il digital divide, che è nato negli Usa come "rural divide" tra città e campagna (enorme) persiste. Ancora un anno fa la EFF sottolineava che la fibra sino a casa è meglio. Molto meglio.

La realtà aumentata in auto
Altro che occhiali. Le prime applicazioni di realtà aumentata (sovrimpressione di elementi sintetici su immagini reali) sta avvenendo sulle auto. Olografia in-car fatta da aziende come Envisics, che ha creato un sistema basato su un set di videocamere che seguono la testa della persona e il suo sguardo, intanto che proiettano sul parabrezza dell'auto con un display che ha quattro volte la risoluzione dei nostri occhi le immagini sintetiche. È un problema di prospettiva che però, in un ambiente vincolato come quello dell'auto, sono più facili. I display attualmente sono disponibili su Jaguar e Land Rover, e poi arriveranno sulle Cadillac Lyriq. C'è anche il video. 

Un nuovo Egitto, verde
Non so cosa pensate voi quando si immagina la vita in Africa e Medio Oriente. C'è un vuoto, un effetto mediatico dettato dalle immagini che emergono solo quando ci sono guerre, rivolte, oppure vacanze nei resort (più immagini random di leoni, cammelli e piramidi). L'Egitto in particolare per me è un mistero, non ci sono mai stato e non ne so niente in particolare. Per questo mi intriga questa idea della costruzione della foresta del Serapium, per adesso di un paio di chilometri quadrati a nordovest per cominciare a combattere il cambiamento climatico in corso. Il progetto è nato nel 1998, sfrutta acque riciclate e dal 2019 comprende 21 Paesi africani (incluso l'Egitto) che vogliono costruire la Grande Miraglia Verde, un progetto che prevede la creazione di un milione di chilometri quadrati di foresta là dove c'è il deserto, al costo di otto miliardi di dollari. A parte generare posti di lavoro, dovrebbe abbassare la temperatura, ripulire l'aria e aumentare la qualità del suolo. 

Flippy
Flippy è un braccio robotico che, anziché stare in fabbrica, sta in cucina: costa 30mila dollari, lo vendono come il pane perché serve a fare gli hamburger e altri 19 tipi di cibo (dalle patatine agli anellini di cipolla) veloce e senza sbagliare, con un costo che si ammortizza rapidamente. E questo nei fast food, che cercano di tagliare sempre di più il costo del personale (anche perché è l'unica cosa che possono ancora tagliare) è fondamentale. Inoltre, Flippy (il nome deriva dal fatto che con la sua spatolina gira le polpette) pulisce anche il suo piano di cottura e le rastrelleriere della frittura. Ridefinisce il termine di "robot da cucina"

Reattori molten salt
C'è una startup, Elysium Technologies, sostiene di aver progettato un nuovo tipo di reattore "molten salt", sali fusi, che è capace di scalare fino a 1,2 Gigawatt. Il progetto utilizza un mix di tecnologie fantascientifiche e tradizionali. Utilizza come materiale non solo quello riciclato da altri reattori, nuovo, il suo stesso riciclato, ma anche quello delle testate atomiche. È la cosa più importante che sta succedendo nel settore dei reattori nucleari, secondo alcuni. La cosa bella è l'efficienza: il reattore consuma il 95% del materiale e quel che lascia dietro è tossico per molto meno tempo rispetto ai rifiuti radioattivi di altri tipi di reattore. Ha un design "sicuro" (dicono loro) e low tech, cioè non servono tecnologie esotiche per costruirlo o farlo funzionare.

 

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Testologica

Vim, editare file da remoto
Se usate una versione dopo la 6 di Vim allora avrete trovato Netrw, un plugin talmente utile da essere installato di serie. Lo avrete trovato se avete cercato di aprire una directory anziché un file. Serve ad altro: permette di esplorare il filesystem ma non solo quello locale. E questo è utile perché ci consente di editare file su macchine remote tramite SSH/scp e altro. Questo è un bel vantaggio perché non serve avere una installazione completa di Vim con le nostre impostazioni di init, ma permette di lavorare come se si fosse "a casa" (e in effetti).

Per aprire un file direttamente dalla riga di comando: 

vim scp://server.example.com//path/to/file

Se invece siete già dentro Vim, si va in command mode e si scrive:

:e scp://server.example.com//path/to/file

Si possono usare anche tutti i vari split :vsplit :tabedit per aprire il file dentro uno split orizzontale, verticale o una tab. 

Attenzione, la costruzione del path nella macchina remota può essere relativa o assoluta, partendo dalla home remota. Se è relativa si comincia con il nome dell'host seguito da un /, se è assoluta con due // (nei due esempi sopra ho impostato il percorso come assoluto)

Infine, come funziona: quando si edita un file su una macchina remota in realtà viene copiato in una directory temporanea sulla vostra macchina locale. Quando lo salvate (:w oppure :wq) viene caricato sulla macchina remota al posto di quello precedente. 

Qui c'è una spiegazione più ampia su come fare a editare file con Vim su macchine remote usando SSH.


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Audiologica

TikTok, Fleetwood Mac, Ocean Spry e Mr. Nathan Apodaca
Un tizio, un po' losco a dire il vero, scende con il monopattino giù per uno svincolo in California, facendosi un video con il bastone per lo stick. Tira giù un sorso di Ocean Spry e poi si mette a fare lip-sync con "Dreams" dei Fleetwood Mac (fantastico pezzo cantato da Stevie Nicks). Risultato: botto di contatti, endorsement sia da Ocean Spry (il cui titolo decolla in Borsa) che dagli stessi Fleetwood Mac, che vedono tornare la loro canzone del 1971 in testa alle classifiche. È il futuro dei marchi online? 

Eddie Van Halen aveva delle cose da dire musicalmente anche quando la sua carriera non era più di moda (qui le sue chitarre, amplificatori, plettri, corde). 

PJ Harvey suona live: Dress e This Mess We're In (da sola, cioè senza Thom Yorke, è anche meglio)

Pink Floydl'ultima volta che Richard Wright ha suonato Echoes.

The Doors con l'inizio di tutto, cioè Riders On The Storm

Radiohead, prendetela come una playlist di una volta: con Karma Police live, c'è anche Michael Stipe

Mike Oldfield, per concludere, con la sua Tubular Bells Part I suonata alla BBC nel 1973

 

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Ludologica

Vim Adventures
Sono sicuro di averlo messo in uno dei primi numero di Mostly Weekly (poi controllo) però repetita iuvant, anche perché siete molto cresciuti di numero e tuttavia spero che non passiate le settimane andando a rileggervi le vecchie newsletter in archivio (non lo fate, vero?). Beh, comunque, ecco Vim Adventures, che è un gioco che permette di familiarizzare con tutti i comandi di Vim. Un modo per abbattere la curva di difficoltà del nostro editor di testo preferito. Anche se, poi, quando lavoro, non ritrovo più quei bei labirinti stile RPG giapponese: si trasformano ahimè in labirinti di senso e di parole. (Nota: Vim Adventures è un gioco a pagamento, com'è giusto che sia. Per fare un paragone: vii costerebbe come se mi voleste offrire il caffè per sei mesi tutte le settimane). 

 

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Tsundoku-logica

Qualche lettura sparsa, veramente sintetica questa settimana (è un periodo che leggo poco)

vi and Vim Editors Pocket Reference per chi vuole imparare Vim
Learning GNU Emacs in regime di par condicio, se volete imparare Emacs
Un momento tolkeniano: Il signore degli anelliLo HobbitIl Silmarillion.

 

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Algoritmologica

Glow
Sono stato indeciso fino all'ultimo se inserirlo perché questo piccolo tool per la riga di comando è in realtà molto poco "CLI-like". Però mi piace e alla fine lo sto usando, è utile. Premessa: lavoro in markdown e come sapete "mostly, I write". Avere uno strumento da riga di comando per vedere rapidamente le anteprime di quel che ho scritto è utile. Questo permette di analizzare una serie di directory e far vedere solo i file markdown (quindi, bisogna mettere dei buoni nomi, cosa che già faccio per fortuna) e li renderizza a richiesta e molto velocemente, senza uscire dal terminale. Legge solo i file con estensione md, però. All'inizio era un limite, in realtà è molto utile perché in realtà lavoro su file markdown con estensione md per le pagine statiche del mio sito (che ancora non c'è, ma sta arrivando: fondamentalmente è il tempo che manca). Usandolo per un po', è un prodotto stabile ed efficace, mi piace. E se poi volete leggere la storia dietro al markdown, questo articolo è interessante

Collaboration
Non so se lo dicevo anche a voi, ma nella guerra degli strumenti di collaborazione, anche secondo me Discord ha vinto

Deep-Learning-in-Production
Avete fatto un lavorone su dev con il machine learning e adesso lo volete mettere in produzione? Alcuni utili appunti su come costruire e fare deploy in produzione dei vostri modelli basati sul deep learning. Tra gli argomenti, come convertire modelli PyTorch in C++, sviluppare per apparecchi mobili ed embedded, librerie per la gestione della Gpu e altro.

Python e il cinema
Nel processo di creazione dei film c'è un linguaggio di programmazione che è diventato parte del processo. Si tratta del Python: sono molto pochi i film che non hanno animazioni o effetti speciali che non abbiano utilizzato Python per fare il loro lavoro. Il linguaggio viene utilizzato per i flussi di lavoro, per fare in modo che i dati passino tra dipartimenti di produzione diversi, che tutti gli artisti abbiano gli strumenti digitali configurati allo stesso modo (tipo, avere le stesse palette di colori per studi di animazione ed effetti speciali diversi: se avete visto i titoli di coda di un film vi sarete resi conto di quanta gente lavori alla post-produzione digitale dei film). L'articolo spiega tutta la pipeline con vari filmati e aggiunte che spiegano come vengono create in produzione determinate parti dei film. 

Il corto scritto da GPT3
Qui su Mostly Weekly avete seguito, settimana dopo settimana, le vicende del nostro motore di creazione dei contenuti preferito: GPT. Tra l'altro, geniale capacità comunicativa perché si parla solo di quello di OpenAi e non di altri. Comunque, ci sono dei buoni motivi: GPT3 adesso scrive dei corti per il cinema: Solicitors è stato istanziato da alcune frasi scritte da umani, svolto dalla AI e poi recitato e ripreso ovviamente da attori umani. Che mettono in scena un testo che non è stato scritto da un essere umano. GPT3 è uno strumento, non una piattaforma, cioè non fa le cose da sole. Ma va avanti.

Ehi tu, favicon I favicon sono quelle iconcine presenti nella barra di navigazione del vostro browser preferito. Una specie di icona del sito, per dire. E se fate siti, vale la pena di pensare a metterne una, anche se poi non se la fila quasi mai nessuno. Forse però vi serve. Qui su Flat Svg Designs c'è una tonnellata di favicon già fatte e customizzabili, si salvano come SVG, PNG o sorgente per SVG. Invece qui su SVG Favicon Maker si fanno direttamente i favicon partendo da una lettera o da un emoji. Si esportano anche come codice Html.

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Addendologica

Mamma, guarda: non guido io
La Tesla ha reso scaricabile la nuova versione beta del suo software Full Self-Driving, come promesso. Pian piano sta arrivando agli utenti che lo testano su strada, per così dire. Ci sono una tonnellata di video e recensioni in rete e sono quasi tutte entusiaste. L'aggiornamento per chi ha il software di guida (si compra a parte) adesso permette infatti di avere una guida sostanzialmente autonoma, anche se ovviamente l'autista deve restare con le mani sul volante e fare attenzione. Più persone lo utilizzeranno, più migliorerà la qualità della guida automatica (come succedeva anche prima, peraltro). Nelle prossime settimane verrà reso disponibile per un numero crescente di guidatori. Peccato non poterlo provare di nuovo

Il design delle auto
Visto che si parla di auto: il loro design sta per cambiare per sempre. La forma è dettata dalla funzione ma anche dai vincoli tecnologici, che poi si sclerotizza nella storia della forma dei prodotti. Una startup israeliana sta progettando delle auto fatte come giganteschi skateboard. L'idea è che si possa riconfigurare questo pianale con qualsiasi tipo di organizzazione di quello che va dentro. Nelle catene di montaggio tradizionali il pianale delle auto viene installato nei primissimi momenti della produzione. Invece, il vantaggio di questa idea di veicolo è che possa essere alterato anche in modo sostanziale in qualsiasi momento. 

 

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Randomlogica

Minuzie Per scrivere devi avere l'abitudine a scrivere. Ogni tanto qualcuno fa intravedere su Zoom copie di libri di design magari quelli sulla mappa della metro di New York: sono giovani. Adoro Julia Evans: anche la parte in cui spiega la vita in azienda per nerd mi piace. Non uso Firefox come browser primario né sono iscritto a Facebook, però, just in case. Si può scrivere codice senza mani? Pare di sì. Avete bisogno di mettere una vostra immagine sul sito ma non volete caricare un binario? Ecco a voi img2cssQui la demo live. Le immagini però vengono fuori abbastanza atroci.

Mostly Weekly è libera e gratuita per tutti. Se volete supportare il tempo passato a raccogliere e scrivere notizie, potete farlo offrendomi un caffè magari alla settimana

 

Ops, we did it again (lockdown) – Foto © Antonio Dini
 

L'ultima bustina di Minerva

Abbiamo bisogno di pensare
Una lettura affascinante: la progettazione della tecnologia e perché abbiamo bisogno di un approccio che sia centrato sull'empowerment dell'utente, la resilienza e l'empatia, anziché semplicemente nascondere la complessità. Ogni volta che sostituiamo un'attività laboriosa come ad esempio imparare una lingua, cucinare una ricetta complessa, o far crescere delle piante, con un altro modo che ha una soluzione più semplice ma in maniera sottilmente ingannevole, ci dovremmo chiedere: chi deve essere arricchita, la tecnologia o la persona che la usa? (Tra l'altro, i doodle animati sono fantastici) 

 

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I link non hanno alcuna affiliazione, puntano orgogliosamente solo all'oggetto culturale citato.


“A man must love a thing very much if he practices it without any hope of fame or money, but even practice it without any hope of doing it well. Such a man must love the toils of the work more than any other man can love the rewards of it”

– G.K. Chesterton 



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